Bambini iperattivi e con disturbi del comportamento: un ampio studio ha trovato una correlazione con l'assunzione di paracetamolo durante la gravid...
L’assunzione di alcune sostanze da parte di soggetti di sesso maschile può alterare le caratteristiche chimiche del liquido seminale ed il numero, la forma e la motilità degli spermatozoi, con possibile riduzione della fertilità.
Ad oggi non vi sono invece evidenze che l’assunzione di farmaci non mutageni in epoca preconcezionale o al momento del concepimento abbia un effetto teratogeno, ovvero induca l’insorgenza di malformazioni nel prodotto del concepimento. Infatti, a differenza della madre, la circolazione paterna non è direttamente in contatto con l’embrione-feto in via di sviluppo. Inoltre non vi sono evidenze che i rapporti sessuali durante la gravidanza siano un rischio per il prodotto del concepimento, data la minima quantità di farmaco presente nel liquido seminale.
In caso di esposizione a farmaci potenzialmente mutageni, quali quelli utilizzati nella chemioterapia per il trattamento di neoplasie, si consiglia di attendere almeno tre-sei mesi dopo la sospensione della terapia prima di intraprendere una gravidanza. Tale indicazione è valida anche in caso di terapia con Metotrexate e Azatioprina/6-Mercaptopurina, farmaci utilizzati nella terapia di diverse malattie autoimmunitarie. Ad oggi tuttavia non vi è alcuna evidenza di un rischio aumentato di malformazioni nei figli di uomini precedentemente trattati con farmaci antitumorali.
In letteratura la maggior parte degli studi non ritiene che vi sia indicazione all’esecuzione di diagnosi prenatale invasiva nel corso di una gravidanza intercorsa successivamente al trattamento con farmaci antiblastici; non vi è tuttavia unanime consenso.
Bibliografia Essenziale
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Fonte:
Farmaci e Gravidanza (http://www.farmaciegravidanza.gov.it)
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