Anonimo
chiede:
Buongiorno, innanzitutto grazie mille per la risposta che mi avete dato alla precedente domanda sul bitest. Ora, avvicinandomi alle ultime settimane di gravidanza, mi si pone il dilemma spinoso di valutare la possibilità di effettuare un travaglio di prova. Ho avuto due parti: il primo 7 anni fa naturale e il secondo 4 anni fa con Tc per presentazione podalica. Al momento la gravidanza procede bene e la mia ginecologa dice che la scelta spetta solo a me. Panico nero. Ho girovagato in rete e mi sono sorbita siti su siti in inglese delle + accreditate cliniche americane, australiane specializzate in ginecologia e ostetricia. Ho letto dispense mediche su dispense mediche riservate agli addetti ai lavori…. il tutto per tentare di arrivare a capire quale sia la scelta + sicura per me e x la bambina, quali siano i rischi maggiori e le complicazioni peggiori. Sono arrivata alla tragica conclusione che sull’argomento ognuno ha la sua teoria. Che fare? Ho partorito il mio primo figlio naturalmente in 2 ore (dalla prima contrazione) e ho dovuto fare un cesareo d’urgenza in anticipo rispetto alla data programmata con la seconda gravidanza poiché sono entrata in travaglio in anticipo e dopo solo venti minuti avevo una dilatazione tale da rischiare di partorire in pochi minuti la bambina podalica. Nel caso scegliessi di tentare il VBAC, la mia naturale predisposizione ai parti velocissimi sarebbe una cosa positiva oppure negativa? Me lo chiedo perché la cosa che più mi preoccupa è la possibilità di non fare in tempo ad andare all’ospedale dovendo rischiare complicazioni derivanti dal precedente cesareo e con due bambini da gestire a casa (e un marito con turni di lavoro anche notturni). Sinceramente, può darmi una mano a riordinare le idee? P.s. perchè non posso in ogni caso eventualmente avere l’epidurale? La mia ginecologa ha detto che pochi medici la fanno alle precesarizzate. Grazie infinite per i consigli e le delucidazioni
Gentile signora,
il rischio che si corre facendo un travaglio di prova per partorire spontaneamente dopo un
cesareo, è la rottura d’utero che viene a crearsi lì dove c’è la cicatrice per il pregresso cesareo.
Sappia però che il rischio che ciò avvenga è davvero bassissimo: infatti la percentuale di rischio è sotto l’1% (è tra 0.5 e 0.8%).
Consideri che anche chi deve affrontare il 2° o 3° cesareo, corre un rischio di rottura d’utero con una percentuale che si aggira intorno allo 0.2 %.
Questo per dirle che fare un travaglio di prova, non espone lei e la sua bambina a rischi molto più elevati rispetto a quelli che correrebbe facendo un altro cesareo.
Appurato cosa si rischia e quanto, veniamo al “problema epidurale “: ci sono ginecologi e strutture che la permettono, ed altri no.
Chi è contrario all’epidurale nel VBAC, ha queste motivazioni: 1) la donna non sente il dolore causato dall’eventuale rottura d’utero quindi si potrebbe perdere tempo nell’emergenza; 2) solitamente un VBAC dovrebbe essere il più naturale possibile, cioè non deve né essere indotto, né prevede l’impiego di farmaci ossitocici durante il travaglio di prova. Infatti l’epidurale oltre a diminuire la percezione del dolore, ha altri effetti: potrebbe allungare i tempi del travaglio rallentando molto le contrazioni, tanto che si renderebbero necessari farmaci come l’ossitocina per farle tornare ad intervalli regolari, intense e quindi funzionali. Se però si fa un VBAC, abbiamo detto che gli ossitocici non possono essere usati, quindi nel caso in cui venisse fatta l’epidurale e questa bloccasse il travaglio, sarebbe un bel problema.
Chi invece è favorevole all’epidurale nel VBAC, risponde dicendo che è vero che la donna non sentirebbe il dolore dell’eventuale rottura d’utero, ma è altrettanto vero che visto che chi fa un VBAC è costantemente monitorato, ci si accorgerebbe dell’emergenza osservando le variazioni patologiche riportate dal monitoraggio.
Personalmente ho conosciuto donne qui in rete che hanno fatto un VBAC con l’epidurale e non hanno avuto problemi (principalmente donne del nord Italia).
Dunque io credo che deve informarsi presso la struttura e dai sanitari che l’assisteranno nell’eventuale travaglio di prova, così può sentire cosa ne pensano loro e che protocolli seguono in tali circostanze.
Per quanto riguarda la sua paura di un parto molto veloce (precipitoso), qualora dovesse decidere di tentare il VBAC, le consiglio di recarsi in ospedale appena cominciano le contrazioni, così visti i suoi precedenti, starebbe più tranquilla.
Sarebbe meglio se l’ospedale dove vorrebbe partorire, fosse a non più di 15-20 minuti di distanza con l’automobile e che si organizzasse con qualcuno di disponibile ad accompagnarla, qualora suo marito fosse impegnato nel turno di notte quando lei entra in travaglio.
Insomma, se decide per un VBAC, l’ideale è che lei abbia un piano organizzato per raggiungere in fretta l’ospedale anche se non ci fosse suo marito con lei.
Spero di averla aiutata almeno a riordinare le idee…un caro saluto,
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Ostetrica