Anonimo

chiede:

Salve gentilissimo dottore, le scrivo perché da circa 20 giorni ho scoperto di avere le varici vulvari. Mi trovo attualmente alla 32esima settimana di gravidanza e già da tempo avevo notato un certo gonfiore alle grandi labbra, ma pensando fosse normale e non andando ad “ispezionare” approfonditamente, non ho dato peso alla cosa. Fin quando sotto insistenza di sorella e marito mi sono decisa a farmi vedere al pronto soccorso (il mio ginecologo privato non mi ha mai fatto una visita interna), il quale mi ha diagnosticato varici vulvari bilateralmente, mi ha prescritto clexane 2000 da fare fino alla prossima visita col mio ginecologo, il quale di certo mi dirà di farle fino al parto.

Il medico del ps mi ha detto inoltre che arrivare così al parto potrebbe essere pericoloso per me, che sarei a rischio emorragia sia in caso di parto vaginale (in caso di episiotomia, tra l’altro già subita al primo parto) che in caso di cesareo, poiché quando esternamente le varici sono così estese, spesso esse sono presenti anche nella parete uterina. Dopo 8 giorni di punture, la situazione né è migliorata né si è stabilizzata, anzi: il gonfiore è aumentato, il colore viola è più acceso e fanno male fino a dietro l’ano. Allora ho chiamato il mio ginecologo il quale era già stato informato sia della visita al ps che della cura prescrittami, e spiegatogli l’evoluzione degli ultimi 8 giorni, mi ha consigliato una visita con doppler da un chirurgo vascolare. Tutti mi dicono di mettermi il cuore in pace, che sarà sicuramente cesareo. Desideravo sapere la sua opinione in merito, nel caso descritto, il parto vaginale sarebbe un problema? E il cesareo? Insomma quale dei due sarebbe meno rischioso? Grazie mille.

Gentile signora, penso che la valutazione spetti al curante in rapporto anche a come si presenterà la situazione al momento dell’insorgere del travaglio. Ad ogni modo penso possa stare tranquilla: qualsiasi sia la procedura del parto, tutto andrà per il meglio. Auguri

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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