Anonimo
chiede:
Gentile professore, ho 33 anni e sono alla decima settimana della
mia prima gravidanza e dagli esami di routine è emerso che ho contratto la toxoplasmosi. L’avidity evidenzia che l’infezione è recente, contratta
negli ultimi quattro mesi. Il mio ginecologo mi ha fatto iniziare, dall’ottava settimana, una terapia antibiotica a base di “Rovamicina” ed ho effettuato settimanalmente gli esami per tenere sotto controllo i valori. Mi ha rassicurato che i pericoli sono minori nei primi mesi di gravidanza e che
il rischio maggiore consiste in un aborto spontaneo. È davvero così? Non ci sono, invece, altri rischi per il feto andando avanti con la
gravidanza? Mi hanno consigliato che, per escludere il dubbio su eventuali
malformazioni, è possibile sottoporsi all’esame del funicolo? Cosa può consigliarmi? La ringrazio anticipatamente per l’attenzione che ha dedicato ad una mamma tanto in ansia! Distinti saluti
Gentile Cristina,
esistono dei protocolli terapeutici molto efficaci per evitare l’infezione
da toxoplasmosi al feto. Un’eventuale approfondimento diagnostico mediante
PCR sul liquido amniotico o la ricerca di IgM nel sangue funicolare servirà
eventualmente a instaurare terapie “più consistenti”, ma bisogna valutare
il rapporto rischio/benefici di una diagnosi invasiva. Nella mia esperienza
annovero decine di bimbi sani nati in queste condizioni e nessuna esperienza
negativa. Ho addirittura i numeri di telefono delle pazienti, i cui figli
hanno ormai anche 10-12 anni, e spesso chiedo loro il permesso di metterle
in contatto con pazienti spaventate come lei. Funziona alla grande per
infondere coraggio e ottimismo, ma garanzie totali di assenza di
complicazioni non sono possibili (del resto mai in medicina). Cordiali
saluti e auguri.
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Infettivologo