Anonimo
chiede:
Caro dottore, ho quasi 29 anni e due mesi fa ho sofferto
pesantemente a causa di tenaci dolori pelvici e perdite ematiche vaginali più o meno abbondanti. Dopo una serie di accertamenti diagnostici, che non ci hanno molto aiutati, io e i medici abbiamo deciso di fare una laparoscopia.
Durante l’intervento, si è ritrovata la mia tuba sx completamente tumefatta e adesa al colon, quella dx marcata da tenaci aderenze e adesa al peritoneo. Si è proceduto con l’asportazione della sx e l’adesiolisi della dx. L’esame istologico parla di ascesso tubarico su salpingite cronica, ma non si
conosce il germe. Attualmente, il problema non è del tutto risolto, in quanto ho dolori in direzione della tuba rimastami e si propagano fin
dietro al rene corrispondente sotto forma di fitte. In realtà sono molto
preoccupata di perdere anche la salpinge dx, non credevo ma questa situazione mi sta creando molti disagi psicologici! Attualmente ho fatto delle analisi, ma è più o meno tutto nella norma se non per il ferro molto basso e le transaminasi alterate; mentre i tamponi cervicali risultano positivi a “escherichia coli” e “enterococco faecalis”. Non ho ancora parlato con il mio ginecologo, vorrei sapere di cosa si tratta e se questi potrebbero
essere i germi che mi hanno provocato l’ascesso tubarico. Sono germi trasmissibili
e come posso averli contratti? Inoltre, si pensa che si siano formate nuove aderenze vicino la tuba dx, per questo si sta valutando la possibilità di fare una risonanza magnetica con il mezzo di contrasto, cosa ne
pensa? Grazie per l’ attenzione, non Le nascondo che mi piacerebbe molto conoscere il Suo parere. Informarmi, raccogliere notizie utili al mio caso, sembra essere l’unico modo che io personalmente abbia per contrastare questa situazione, certo è una reale e concreta forma di reazione.
Gentile Antonella,
evidentemente lei ha avuto una PID e cioè una malattia infiammatoria
pelvica, che deriva quasi sempre da un’infezione non trattata che si
diffonde verso l’alto nella pelvi e quindi alle tube. I batteri che le hanno
riscontrato nel tampone cervicale non sono fra quelli più comunemente
coinvolti in tali quadri. Ma probabilmente lei ha anche effettuato delle
terapie antibiotiche recenti, che possono aver già eliminato almeno in parte
il germe interessato. Quello più frequente è la chlamydia, quindi si
assicuri di aver fatto il tampone specifico, oppure potrebbe effettuare dei
test sierologici, cioè sul sangue. Generalmente anche dopo l’intervento
laparoscopico possono residuare delle aderenze o possono formarsene delle
altre, quindi non meraviglia la presenza di dolori. Onestamente non mi
aspetto elementi utili da una risonanza magnetica, specie se è passato poco
tempo dalla laparoscopia, come nel suo caso. Cordiali saluti.
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Ginecologo