Anonimo
chiede:
Salve, sono una donna incinta di 29 settimane e vorrei avere migliori
delucidazioni in merito alla somministrazione di fluoro in gravidanza
e in allattamento e alla sua reale efficacia.
Grazie in anticipo per la risposta.
Gentile Signora Loredana,
il Fluoro assunto in gravidanza e, successivamente, fatto assumere al neonato/bambino da 0 a 12 anni, rappresenta indubbiamente un vantaggio aggiuntivo nella prevenzione della patologia cariosa.
Il Fluoro va infatti a sostituirsi al calcio nella formazione dell’idrossiapatite (il costituente inorganico dello smalto dentale) generando appunto la fluorapatite che è decisamente molto più resistente, rispetto alla calcioidrossiapatite, all’aggressione degli acidi formati dalla placca batterica e quindi in ultima analisi determina una minor cariorecettività.
In passato si è cercato di fluorare l’acqua potabile o il sale da cucina per far sì che la diffusione fosse la più ampia possibile.
Oggi si ricorre più facilmente ad ausili farmacologici rappresentati da compresse o gocce da somministrare nella posologia di 1mg alla donna in gravidanza, 0,25 mg al bambino da 0 a 2 anni, 0,50 mg al bambino da 2 a 4 anni e ancora 1 mg al bambino da 4 a 12 anni.
Questo è il “piano terapeutico” ottimale.
L’assunzione inoltre deve essere fatta giornalmente per non inficiare l’efficacia clinica della terapia stessa.
Se però nella sua zona di residenza il fluoro è gia presente in quantità rilevante nell’acqua potabile che Le arriva in casa, l’assunzione di Fluoro è ininfluente e anche dannosa per i potenziali danni alle ossa ed ai reni dovuti all’iperfluorosi.
Sarebbe quindi opportuno informarsi (anche dagli stessi pediatri di base) se il rapporto rischio-beneficio è a favore dell’assunzione o meno del fluoro.
Cordialmente
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
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