Federica
chiede:
Buongiorno sono mamma di un bimbo di quasi 3 anni nato a gennaio 2017 a 39 settimane. La mia gravidanza era stata una gravidanza tranquilla e senza grosse complicazioni, anche se arrivavo da un aborto spontaneo. Sono stata ricoverata per rottura delle acque e dopo poco sono entrata in travaglio. Durante il travaglio sono stata sottoposta ad alcuni esami del sangue e la situazione si è fatta subito seria, avevo circa 40000 piastrine, ho avuto un’emorragia nel post partum e alla fine mi è stata diagnosticata una sindrome di HELLP (un po’ anomala in quanto i valori della pressione sono sempre stati perfetti): oltre alla piastrinopenia nel post partum è emerso un notevole incremento delle transaminasi e proteinuria nelle urine. Fortunatamente il mio bimbo è nato sano, a termine e non ha avuto nessun problema e io dopo 2 trasfusioni e una settimana di degenza mi sono piano piano ripresa. Certo con il senno di poi nelle settimane precedenti avevo avuto qualche avvisaglia tipo dolori epigastrici e gonfiore alle caviglie che erano, però, stati sottovalutati proprio a causa della mia pressione perfetta. Ora scrivo perché avrei bisogno di un po’ di rassicurazioni, dopo aver subito per la seconda volta un aborto (giugno 2019), sono alla settimana 16 di una nuova gravidanza e sono molto preoccupata. Mi avevano detto chiaramente che avevo rischiato la vita. Sono molto felice di questa nuova gravidanza ma in alcuni momenti ho molta paura e mi sento quasi in colpa nei confronti del mio primo figlio ho il terrore di lasciarlo orfano. So che è una patologia tanto grave quanto rara ma quante sono le probabilità che si ripresenti? Cosa posso fare in questi mesi di attesa? Premetto che la scorsa estate ho eseguito tutti gli esami per escludere eventuali problemi di coagulazione o trombofilie varie e sono risultati tutti nella norma. Mi scuso per essermi dilungata molto e ringrazio per l’attenzione.
Buongiorno Federica, l’acronimo inglese HELLP che definisce questa sindrome, significa emolisi, aumento degli enzimi epatici e basso numero di piastrine. La Sindrome va distinta dalla preeclampsia (comunemente detta gestosi), anche se può esserne una complicanza. Alla base vi è un danno dell’endotelio vasale del microcircolo, con interessamento di vari organi. La severità di questo danno e l’importanza dell’organo maggiormente colpito sono responsabili della sintomatologia che potrà quindi essere molto variabile. Così sul versante ematologico avremo riduzione del numero delle piastrine in seguito al danno endoteliale, ed emolisi con conseguente anemia. L’interessamento del fegato porta ad un aumento delle transaminasi. Il coinvolgimento renale determina comparsa di proteine nelle urine e aumento della pressione arteriosa. Anche la circolazione sanguigna dell’utero viene compromessa con rallentamento della crescita fetale. La mortalità materna associata all’HELLP è di circa 1% ma la mortalità perinatale (del bambino prima e poco dopo la nascita) varia dal 7 al 20% ed è tanto più alta quanto più precocemente si manifesta la sindrome in gravidanza. L’evoluzione è sempre verso il peggioramento che talvolta avviene rapidamente e drammaticamente. Solo il parto può interrompere il meccanismo che la determina. Le pazienti con Sindrome di HELLP hanno un aumentato rischio di sviluppare tutte le forme di preeclampsia in una successiva gravidanza di circa il 20%, con rischio di ricorrenza per la sola HELLP del 5%. Attualmente non esiste una terapia sicuramente efficace nel ridurre il rischio di recidiva.
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Ginecologo