Anonimo

chiede:

Salve dottoressa, sono mamma di un meraviglioso bambino, che ora ha quasi un anno. Io purtroppo sento di non meritarlo. Sono uscita dall’ospedale con un po’ di tristezza che sembra essersi incollata nella mia mente e non vuole andare via.

In generale sono sola tutto il giorno perché il mio compagno lavora e torna la sera andando via di mattina, e non riesce a capire lo stato in cui mi trovo anche se glielo spiego.

In più il mio piccolo non dorme molto di notte e io sono molto stanca, mi sembra di non avere un solo momento per me e non riesco assolutamente a gioire di quello che un bambino porta con sé. Non mi emoziono neanche ai suoi sorrisi o ai suoi traguardi e mi sento un’ingrata rispetto alle altre mamme. In più quando piange mi arrabbio tantissimo e non vorrei essere così.

Vorrei accogliere anche i pianti ed essere una mamma normale come tutte le altre. Non so perché mi stia capitando questo, ho desiderato questo bambino con tutta me stessa. Cosa potrei fare? Come faccio a tornare la persona serena, solare ed entusiasta di prima? Vorrei essere una buona mamma. Grazie se mi risponderà.

Cara mamma, come prima cosa voglio rassicurarla sul fatto che il suo stato d’animo non fa di lei una cattiva mamma, al contrario, il fatto che lei stia cercando aiuto dimostra quanto ama suo figlio e quanto desidera essere presente per lui nel migliore dei modi.

Tutto quello che descrive potrebbe essere legato ad una depressione post-partum o ad una forma di profonda stanchezza psicofisica tipica del primo anno di maternità. Non significa che lei abbia sbagliato qualcosa, né che sia meno capace delle altre mamme.

La nascita di un figlio, infatti, sebbene sia un evento meraviglioso è anche un momento di vita estremamente impegnativo nel quale è normale sentirsi sopraffatte quando si affrontano tante responsabilità, soprattutto se si è sole per gran parte della giornata.
Le suggerisco come cosa prioritaria di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per essere aiutata ad elaborare tutte queste emozioni e questi vissuti ambivalenti e complessi; la terapia può offrirle, oltre ad uno spazio di sfogo e di ascolto, anche tanti strumenti concreti per affrontare questi sentimenti.

È altrettanto importante coinvolgere il suo compagno: può provare a riparlargli con calma, spiegando con più precisione come si sente senza timore di essere giudicata, e se questo non fosse sufficiente, sarebbe utile proporgli di partecipare con lei a un incontro con uno specialista, così da sentirsi coinvolto e comprendere meglio cosa sta attraversando.

Un altro aspetto molto importante è cercare di ritagliarsi anche pochi minuti al giorno solo per sé, una doccia rilassante, una breve passeggiata o anche ascoltare una canzone che le piace. Se è possibile, chieda ad un familiare o ad un’amica di aiutarla con il bambino per qualche ora alla settimana, così da avere un po’ di tempo libero.

Se ne ha modo provi a condividere con altre mamme i suoi vissuti: si accorgerà che non tutte le mamme vivono una maternità “perfetta” come può sembrare dall’esterno e questo l’aiuterebbe a sentirsi meno sola e meno “sbagliata”.

È normale che lei si senta stanca, frustrata e anche arrabbiata. Crei una rete di sostegno intorno a sé, vedrà che piano piano occupandosi del suo benessere fisico e mentale sarà sempre più in grado di gestire la sua maternità con più forze, entusiasmo e competenza e comincerà a godersi questo periodo con tutta la gioia che tanto desidera provare. I migliori auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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