Anonimo

chiede:

Buongiorno dottoressa, gradirei un suo consiglio riguardo il divezzamento della mia bimba, ormai prossima ai 10 mesi e da sempre allattata esclusivamente al seno e a richiesta. La bambina non ha mai gradito molto ogni nostra proposta di cibo solido e farle mangiare qualche cucchiaino di cibo è una vera impresa! E ha sempre completato il pasto allattando. Ora, da un mese e mezzo il suo peso è fermo a 8.100 kg pur essendosi allungata di 4 cm. Il pediatra della piccola mi ha consigliato di negarle il seno e di allattarla solo la mattina per colazione e alla sera prima di dormire per far sì che mangi avvertendo la fame. Questo tentativo l’abbiamo intrapreso da 5 giorni, ma mangia davvero quantità ridicole. Non so se toglierle le poppate che faceva durante la giornata sia corretto in quanto, comunque, non sta mangiando. Mi preoccupa il fatto che perda quel minimo nutrimento che aveva dal mio latte. E mi chiedo: è giusto insistere fino a farla piangere? Quale sarebbe l’atteggiamento corretto? La ringrazio per l’attenzione, saluti.

Gentile signora, l’alimentazione di un bambino deve sicuramente apportare nutrimento in senso calorico, ma deve essere anche un piacere per il bimbo e per la mamma e non deve invece diventare un momento di stress per entrambi e portare addirittura far piangere un bambino. L’allattamento a richiesta deve essere appunto “richiesto” dal bambino e nessun alimento può essere imposto o forzato. Io proverei a vivere molto più tranquillamente il momento del pasto, offrire le pappe alla bimba serenamente e se le rifiuta lasciar perdere e soprattutto non forzare; cerchi inoltre di stimolare la sua curiosità offrendo anche assaggi dei suoi cibi e, comunque, aspettando e rispettando i tempi della bimba. Inoltre la crescita di un bambino si calcola in peso, ma anche in altezza e se sua figlia in un mese è cresciuta di 4 cm non bisogna disperare. Abbia fiducia e soprattutto pazienza e offra pure il suo latte quando la bimba lo desidera.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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