Anonimo
chiede:
Buongiorno. Sono una ragazza di 26 anni. Premetto che dall’età di 20 anni, ho sempre preso come anticoncezionale il cerotto evra, alternando 1 anno di cerotto ad 1 anno senza. Lo scorso settembre 2011 avrei dovuto terminare l’anno con il cerotto, ma già a partire dal mese di maggio, avevo spesso, nausee e gran dolori premestruali. Al ché a fine agosto mi sono arresa, e avendo IO “deciso” che la causa del mio malessere era dovuta al cerotto. Ho interrotto di prenderlo alla 2settimana.. invece di lasciarlo finire alla terza (come è consuetudine fare prima della settimana di pausa). Credo di aver causato un gran squilibrio ormonale, che non si è tanto presentato con sbalzi di ciclo (anzi.. è sempre puntualissimo l’unica differenza è, che invece di venirmi dopo 28gg arriva ogni 25gg puntuale) quanto invece lo squilibrio emotivo. Sono particolarmente fragile nei giorni dell’ovulazione (mooolto più del solito). Attacchi di panico, nausee insostenibili che a volte si traducono in vomito, tachicardia, sbalzi di pressione, insonnia (non riesco ad addormentarmi) e mi sveglio stanca, oltre che ho smesso di uscire con gli amici, perché non riesco a stare in mezzo alla gente. Ho inoltre un vero e proprio rifiuto del cibo e degli odori/profumi forti. Ad esempio, dalla settimana di ovulazione all’arrivo del ciclo, non riesco a sopportare l’odore della carne e del sugo, e mangio molto meno. Sto veramente male, tant’è che andare a lavorare diventa davvero difficile. Poi tutto sparisce al 3gg di ciclo mestruale (in genere mi dura 5/7gg) e sto bene per i primi 7/10gg prima di riiniziare ad avere i sintomi precedentemente elencati. Ho chiesto al mio medico, dopo aver fatto analisi per la tiroide (tutto ok) e analisi varie (tutto ok). Secondo lui il mio è un rifiuto del ciclo mestruale non ha saputo dirmi il motivo, ma secondo lui, io non accetto il ciclo. Non ha detto nient’altro. Però la cosa mi ha lasciata un po’ pensare. Io è dalla scorsa primavera, che sogno di avere un figlio. È proprio un desiderio forte, ma al momento irrealizzabile. Tra questioni economiche ed il resto… (non conviviamo perché la casa dove andremo a vivere intorno all’estate del 2013 una volta sposati, è ancora priva di mobili). Lui anche l’avrebbe voluto, ma dice (ed ha ragione) che non è il momento adatto, mi ha chiesto di aspettare almeno 2anni. So che ha ragione, ma io mi sento frustrata. Come se stessi rinunciando ingiustamente a qualcosa di naturale. Anche i rapporti sessuali non li vivo più come prima. Mi rendo conto che nell’inconscio, non sopporto l’idea che lui debba indossare il preservativo, e coincidenza, ogni volta che lo fa mi riempio di irritazioni cutanee e bruciori nelle parti intime. Sono tutte coincidenze, o esiste davvero un rifiuto alle mestruazioni legato ad un desiderio di maternità? Come posso superare questo stato di ripudio? Sono terribilmente abbattuta… non ce la faccio più a passare altri giorni di nausee e dolori continui prima del ciclo. Non vivo più. Grazie
Cara Alessia, se ha già fatto tutti i controlli medici del caso, e non è emerso nulla, una causa psicogena dei suoi malesseri può essere presa in considerazione. Credo che in lei ci siano una serie di concause diverse, sia mediche che psicologiche. Quando mi parla di irritazione per un rapporto sessuale con preservativo, direi che le cause possono essere due: o una sua “intolleranza” al lattice del preservativo (non sarebbe nè la prima nè l’ultima donna che ha problemi di irritazione con l’uso del preservativo) oppure una scarsa lubrificazione della sua vagina durante i rapporti. E in questo caso i motivi possono essere vari, tra cui, come lei ipotizza, il rifiuto del preservativo per un desiderio di maternità. Insomma, se durante un rapporto il suo pensiero è costantemente su ciò che le viene negato (un concepimento) invece che su quello che le viene dato (un momento di scambio affettivo e di piacere) è facile che la lubrificazione sia scarsa. Capisco anche la sua frustrazione per un desiderio di maternità che non può essere soddisfatto in questo momento, nello stesso momento in cui lo sente. Come lei tantissime donne in questo momento stanno vivendo questa situazione, dovendo rimandare un naturale e legittimo desiderio di maternità per motivi lavorativi o economici, vista la situazione a livello nazionale ed internazionale che stiamo attraversando. Convivere con questa frustrazione non è facile, ma dalla sua parte ci sono diversi fattori positivi: lei è molto giovane, il rimandare come le chiede il suo compagno di un paio di anni non la mette a rischio, come una donna vicina ai 40 anni, di non essere più fertile se aspetta due anni. Ha un compagno stabile, mi pare di capire che ha un lavoro, ed una casa in costruzione, quindi lei sta già facendo tanto per il bambino che verrà: costruire delle solide basi perché il luogo, fisico ed emotivo, che lo accoglierà sia più stabile e strutturato possibile. Dopodiché la invito a non addossarsi tutte le colpe per i sintomi che sente: l’irritazione da preservativo, ad esempio, come le spiegavo prima, può avere una banale causa fisiologica, non si veda come una donna in preda ad una crisi isterica per mancanza di figli: a volte le profezie che costruiamo su di noi si realizzano, e quello che ci pareva uno spauracchio diventa una brutta realtà. Fossi in lei chiederei un parere da un altro ginecologo, per essere sicura che davvero non si tratta di un problema ormonale, dopodiché, se fosse stata definitivamente esclusa la causa fisica, penserei di incontrare uno/a psicologo/a per dare un senso ai sintomi che avverte e alle sue motivazioni.
Cordiali saluti
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Specializzazione
- Psicologo