L'inseminazione artificiale rappresenta una tecnica di fecondazione assistita di bassa tecnologia che può essere effettuata a vari livelli del tra...
Luisella
chiede:
Gentile dottore, mi chiamo Luisella, ho 27 anni, e sono in amenorrea dal luglio del 2016, dopo diversi esami, mi è stato diagnosticato un ipogonadismo ipogonadotropo, da fattore ipotalamico, di origine sconosciuta (stress, ipotesi autoimmune). Cercando una gravidanza, la terapia iniziale, su consiglio della ginecologa, è stata una stimolazione con Clomifene associato ad ecografie di monitoraggio dell’ovulazione. La terapia è stata reiterata per tre mesi in tutto (settembre, ottobre, novembre 2017) e non ha portato all’ovulazione. Il fallimento di questa prima terapia ambulatoriale, mi ha portata al PMA dell’Ospedale Sacco di Milano, dove, dopo numerosi esami (valori ormonali tutti molto bassi: TSH 1,62; prolattina 8,6; LH 0,2; FSH 1,2; estradiolo 15; progesterone 0,30; testosterone 0,18; AMH 1,82), è stata intrapresa una prima stimolazione nell’ambito di una IUI. Il protocollo è stato il seguente: PrimolutoNor per 10 giorni e, al terzo giorno di ciclo, 75UI di Gonal F, protratte per circa tre settimane, con risultati dei monitoraggi ecografici e dei prelievi ormonali sconfortanti, i quali non hanno permesso l’inseminazione. In tre settimane di stimolazione, si sono sviluppati numerosi follicoli ma i livelli di estradiolo totale è arrivato al massimo a 75 e l’endometrio è rimasto sottile (massimo spessore di 8,5mm), quindi mi è stato detto che si trattava di follicoli privi di ovocita. Dallo stesso PMA mi è stato consigliato un secondo tentativo di stimolazione con Farlutal e Meropur 75UI, che potrebbe avere un esito differente. Tuttavia, ho avuto un parere contrario da una dottoressa della Clinica San Carlo di Paderno Dugnano, la quale escluderebbe l’ipotesi di altri tentativi di IUI per procedere direttamente ad una FIVET, che avrebbe, a suo parere, esiti più favorevoli. Le due ipotesi differenti si basano sull’interpretazione dell’andamento della stimolazione con FSH: una prima sostiene che quanto emergeva dalle ecografie, ovvero dal numero di follicoli che sembravano andare lentamente a maturazione, in realtà non trovasse riscontro nei valori ormonali (estrogeni) che restavano molto bassi; una seconda ritiene che i valori ormonali possano essere falsati da una lunga situazione di amenorrea e che quindi i follicoli potessero contenere degli ovociti maturi. Un ospedale esclude di conseguenza la possibilità di procedere con IUI, l’altro con la FIVET. Da qui le mie perplessità.
Ringrazio anticipatamente per l’eventuale, prezioso, consiglio specialistico.
Un cordiale saluto
Buonasera Luisella, il suo caso in termini generali è di buona prognosi. Essendo lei affetta da ipogonadismo ipogonadotropo di natura ipotalamica, la sua ipofisi non produce due ormoni chiamati FSH ed LH. In questi casi la stimolazione ovarica con clomifene non funziona, in quanto l’ipofisi di donne con tale patologia non risponde al clomifene (non è indicato per il suo caso e mai si otterrebbe una risposta né in lei né in altre pazienti con la stessa problematica). Lo stesso avviene per farmaci contenenti solo FSH; pertanto, è normale che anche nel secondo caso non si sia ottenuta risposta. L’unico modo per ottenere risposta nel suo caso è realizzare una stimolazione ovarica utilizzando farmaci che contengano tanto FSH che LH o singoli farmaci a base di FSH e di LH. Si comincia con un dosaggio basso per poi aumentarlo nei tentativi successivi in caso di mancata risposta. Se si dimostra che il seme è adeguato e le tube sono pervie certo che può iniziare il percorso da una tecnica più semplice come la IUI dato la sua giovane età. A vostra disposizione. Cordiali saluti.
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Ginecologo
Categorie
- Centri PMA
- Infertilità di Coppia