Anonimo
chiede:
Salve buon giorno,
è la prima volta che scrivo, ma la mia situazione attuale mi porta a
chiedere un consiglio specifico.
Ho 35 anni e a febbraio di quest’anno, a causa della crisi, sono stata
licenziata, e automaticamente sono stata in stato di disoccupazione e in
mobilità.
Da poche settimane ho scoperto di essere felicemente in cinta.
Chiedevo per questo se esiste comunque una legge che tutela la donna in
cinta, cioè io voglio lavorare e avere il diritto di poter lavorare anche
nel mio stato, che è una condizione felice e non una malattia.
Chiedevo se in caso io trovassi da lavorare e al momento del colloquio
decido di dire per correttezza il mio stato, e in caso non mi prendano
per
questo, io posso appellarmi, o comunque far capire legalmente che ho
diritto come donna e come persona al lavoro? Io non cerco un lavoro per
farmi pagare la maternità, ma per soddisfazione personale perché mi piace
lavorare e credo che sia un mio diritto,ma la società di adesso purtroppo
non guarda questi problemi.
Io parlo nello specifico del mio problema, ma so che è un problema di
molte donne, che vengono ancora discriminate anche quando si sono appena
sposate e non hanno figli e magari hanno un età importante, cioè da
maternità.
La ringrazio per la gentilezza.
Gentile Frida, se non ha già un posto di lavoro, la sua assunzione o meno è a
discrezione della ditta. Comunicando di essere incinta, se non viene assunta,
non ha la possibilità di appellare questa scelta, in quanto, ripeto, è
discrezionale e di certo sarà alquanto difficile dimostrare la sua non
assunzione per la sua maternità. L’unica cosa è sperare che chi la debba
assumere lo faccia indipendentemente dalla sua situazione, basandosi sulle sue
qualità professionali.
Cordialmente
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Avvocato