Anonimo

chiede:

Ho 35 e sono affetta da parodontite. Attualmente sono in cura da circa un anno con ablazione del tartaro e currettaggi periodici. Vorrei avere un figlio, ma mi assale il terrore di potere peggiorare la mia situazione parodontale e che il feto possa avere dei problemi. Posso intraprendere la gravidanza? Se si, che percorso dovrei seguire per mantenere stabile la mia situazione? Quali sono i rischi in cui incorrerei sia io che il feto? Ho letto di studi che collegano la malattia parodontale a nascite pretermine e bambini sottopeso. Grazie in anticipo

Carissima Signora,
in effetti ci sono studi che dimostrano esserci una correlazione tra la malattia parodontale nelle donne in gravidanza e l’eventuale nascita di bambini pre-termine e con minor peso alla nascita.
In effetti, come ho avuto modo di dire altre volte in risposta a quesiti simili, la gravidanza porta a variazioni dell’assetto ormonale della donna, con aumento considerevole degli ormoni estradiolo e progesterone che creano le condizioni di maggior vascolarizzazione dei tessuti gengivali rendendoli più suscettibili alle infezioni di alcuni batteri che traggono benefici da queste alterazioni ormonali che fungerebbero per questi microorganismi da veri e propri fattori di crescita.
Tuttavia questo non può e non deve assolutamente precludere la volontà di avere un figlio. Nella maniera più assoluta!
Esistono infatti delle procedure terapeutiche volte a controllare la parodontopatia ed a prevenire eventuali peggioramenti della stessa nel periodo della gravidanza.
Per questo Le consiglio di rivolgersi ad un parodontologo che potrà, grazie anche all’aiuto di una brava igienista, darle utili suggerimenti sulle modalità d’intervento più consone al Suo caso specifico. Ovviamente il controllo del tartaro e della placca batterica in questo periodo diventano assolutamente imprescindibili per ottenere ottimi risultati nel controllo della parodontopatia gravidica.
Cordialmente.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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