Anonimo

chiede:

Salve dottoressa. Sono sposata da quasi tre anni e mio marito ha il forte desiderio di diventare padre. Io sinceramente ho sempre preso tempo, ma ora che mi è scaduto il contratto di lavoro e all’orizzonte non c’è per ora nessuna possibilità di future collaborazioni, lui insiste che è il periodo giusto per provarci, anche perché economicamente ce la faremmo senza problemi anche solo con il suo stipendio.

Eppure a me è venuto il panico. So che l’orologio ticchetta (ho 36 anni) ma sento di non essere pronta, immaginarmi con un bambino fra le braccia mi fa strano, il parto mi fa terrore. Sinceramente mi sento una stupida, e penso di essere sbagliata. Come posso fare per accettare serenamente l’idea di avere un bambino?

Gentile signora, posso comprendere l’attuale fatica e la complessità del trovarsi a questo punto del percorso di vita, sia a livello individuale, che di coppia. Da quello che leggo, dal punto di vista personale, vorrei rasserenarla condividendo con lei che spesso c’è il pensiero per cui una donna viene considerata geneticamente “pronta” alla maternità mentre invece numerose ricerche hanno evidenziato come la paura del parto e del dolore a questo annesso sia una sensazione sperimentata dal 30-35% delle future madri, così come la presenza di insicurezze legate all’immaginarsi non soltanto nel ruolo di donna, moglie, amica ecc ma anche in quello nuovo di mamma.

Tuttavia, mentre una paura lieve e moderata esprime una preoccupazione adattiva, una paura eccessiva, tale da portare la donna a vivere con terrore l’idea della gravidanza e del parto e, in alcuni casi, tale da indurla a privarsene, è bene che trovi un luogo dove essere accolta, ascoltata e affrontata. A tal proposito le suggerirei dunque di parlarne con la sua ginecologa e magari, insieme a lei, qualora rassicurazioni e avere informazioni più legate all’aspetto della gestazione e del parto non fossero sufficienti per aiutarla a vedere il tutto in una prospettiva più serena, valutare l’ipotesi di un supporto psicologico per poter capire meglio da dove nasce questa paura e come farvi fronte con l’aiuto di una persona competente in merito.

Per quanto riguarda l’aspetto di coppia, avere una differente progettualità, soprattutto sul tema della genitorialità, comporta delle difficoltà ma allo stesso tempo è fondamentale ricordare che, al suo interno, ogni progettualità è ugualmente valida, da rispettare e da comprendere per poter prendere delle decisioni condivise e che facciano stare bene tutti.

Un primo passo per far questo è provare a ritagliarvi del tempo per cogliere nel profondo la posizione e il punto di vista l’uno dell’altro e comprendere che magari alcune scelte possono essere dettate sì da paure – suo marito per esempio è a conoscenza delle sue paure di “non essere pronta”? – ma anche da bisogni, aspettative e altro ancora, trovando così una comunicazione efficace e condivisa che vi avvicini e sia di supporto l’uno all’altro, provando a seminare l’idea che diventare genitori si installi su un terreno in cui voi sentiate che è il tempo “interno” – e non soltanto quello “esterno” – ad essere favorevole per voi.
Le faccio i miei migliori auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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