Anonimo

chiede:

Sono una donna di 40 anni, io e mio marito cerchiamo una gravidanza da più di due anni e mezzo, vivo una sensazione di sconforto e tristezza continua. Io ho fatto tutti gli accertamenti, pare sia tutto a posto. Mio marito non ne ha fatti, ma più ci sentiamo insistere dai medici di farne e più stiamo male, ci sentiamo in un vicolo cieco, due animali braccati dall’onnipotenza e dalla prepotenza della medicina. Non credo la PMA possa essere la nostra strada. Tempo fa mi sono avvalsa dell’aiuto di uno stimato psicologo, ma ne ho ricavato solo “buoni consigli” e anche qualche banalità. In particolare adesso come mai prima mi sento bombardata dalle notizie di gravidanze altrui, da cui sento il bisogno di difendermi. So che non è “colpa” degli altri, che vivono la loro gioia e vogliono giustamente condividerla, ma io mi sento morire ogni volta. Vorrei esplicitamente tenere a distanza tutto ciò, ma ho anche paura di rendermi più vulnerabile a questo. I bambini continueranno a nascere anche se io non ne avrò, non potrò evitarlo. Il mio istinto mi dice che devo proteggermi e sottrarmi più possibile al “confronto” con gli altri, che è sempre doloroso e che forse sta impegnando tutte le mie risorse emotive, quelle che dovrei invece indirizzare ad “aspettare” mio figlio, con positività. È difficile mettere in pratica queste intenzioni, è difficile essere positivi, è difficile non sentirsi demoliti dal confronto con gli altri. Vorrei trovare una strada realistica per soffrire di meno, non voglio una vita che ruota intorno a questo dolore tremendo. Ma non è facile distrarsi, non posso premere un pulsante e smettere di pensarci. Come si fa? Ho bisogno di un buon consiglio, non scontato. Grazie

Salve, capisco stia passando un momento difficile – come immagino anche suo marito – ma credo che il primo passo per poter superare un dolore è quello di accettarlo. Da quello che scrive sembra stia cercando di proteggersi scappando (“più ci sentiamo insistere dai medici di farne e più stiamo male, ci sentiamo in un vicolo cieco” “sottrarmi più possibile al “confronto” con gli altri” “non è facile distrarsi, non posso premere un pulsante e smettere di pensarci”). Ha ragione, il confronto con la realtà può essere difficile, molto difficile… si prenda il tempo che le occorre, e tenga presente che dal dolore può nascere anche la forza necessaria per riorganizzare la propria vita in senso positivo (“non voglio una vita che ruota intorno a questo dolore tremendo”). Inviterei lei e suo marito a prendere in considerazione la possibilità di una consulenza psicologica di coppia finalizzata a rafforzarvi nell’affrontare insieme questo momento (comprese le resistenze ad approfondimenti medici), mettendo così in moto risorse emotive e cognitive non solo per un progetto procreativo ma anche per proseguire un rapporto di coppia solido e sereno. I migliori auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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