Anonimo

chiede:

Gentile dott.ssa, sento il bisogno di un supporto psicologico, nonostante
i
miei sforzi, non riesco a uscire da questo dolore. Tre mesi fa ho perso il
mio primo bimbo alla 21 settimana, per interruzione volontaria dovuta a
gravi malformazioni cerebrali. Non mi sento in colpa per questo evento,
perché la malformazione era talmente grave da non permettere la vita
stessa
del mio bambino. Nonostante ciò la gravidanza rappresentava per me un
progetto di vita molto importante, che ora non ho il coraggio di rinnovare
per problemi economici. Sono senza lavoro, nonostante la laurea in
biologia,
sottoposta a numerose umiliazioni dovute al fatto che nonostante un ottimo
curriculum le aziende mi scartano a priori perché donna in età ‘critica’
(ho
33 anni). Avevo rinunciato alla ricerca del lavoro e ho cercato un figlio,
supportata dallo Stato con indennità di disoccupazione che poi mi avrebbe
dato diritto alla maternità. Oggi non è così, per ragioni burocratiche,
non
ho più diritto a quel supporto. In più l’acquisto della casa, già avviato
prima dell’aborto, ci obbliga ad un maggiore introito finanziario. Ho
bisogno di una nuova speranza, di un nuovo progetto di vita, ma le
opportunità di lavoro che trovo sono temporanee, non garantite in caso di
gravidanza, non mi darebbero diritto ad altri soldi dallo Stato, quindi
rappresentano solo un modo per tamponare provvisoriamente i problemi
finanziari e mi impediscono di guardare avanti. Tutto ciò conserva in me
il
dolore, la rabbia, il rimpianto, la disillusione, la mancanza di fiducia,
la
paura, il senso di inadeguatezza che un aborto in sè lascia no dentro. Lei
sa certamente quanto sia traumatico interrompere una gravidanza avanzata,
affrontando quello che è un vero e proprio parto senza gioia ma con la
morte
nel cuore. Non vedo nessuna via d’uscita, sono sempre più distaccata da
tutto e da tutti, invece di risalire faticosamente la china mi sento
sprofondare nella depressione… Cosa posso fare per aiutarmi? Pagare una
terapia è un problema, ho provato a rivolgermi al servizio di psicologia
del consultorio ma le liste di attesa sono di sei mesi. Ha un qualsiasi
consiglio da darmi?

Cara signora,
purtroppo questa è la situazione dei giovani oggi e, quando allo stato di
disoccupazione e di precarietà economica, vi si aggiungono problemi di un
certo spessore, ci si sente impotenti nei confronti della vita.
Credo che lei debba, al momento, lavorare su due fronti: specializzarsi in
qualcosa, dimenticando, per il momento, la sua laurea in biologia, che
evidentemente non interessa moltissimo le aziende. Si informi presso gli
Informagiovani, la Regione, la Provincia, se ci sono dei corsi che possano
darle una marcia in più per entrare nel mondo del lavoro. Seconda cosa:
accetti intanto i lavori precari, che servono solo a fare cassa e usi i
soldi che ne ricava per sopravvivere e per pagarsi gli studi.
Quanto al supporto psicologico, cerchi dei consultori gratuiti (ve ne sono
in molte parrocchie) e legga dei libri che la aiutino a pensare positivo.
L’importante è non scoraggiarsi mai e cercare sempre il lato positivo di
ogni cosa.
Infine, sebbene i giovani non siano interessati alla politica, le dico anche
di votare con attenzione, perché certe leggi che riguardano il mondo del
lavoro e che ora le creano questi problemi, sono leggi fatte dagli uomini e
non dal cielo.
Cari saluti e auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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