Non sempre i futuri genitori accolgono con entusiasmo la notizia del sesso del nascituro: alcuni consigli per superare la delusione.
Silvia
chiede:
Ciao, ho bisogno di un po’ di sostegno. A settembre abbiamo iniziato a pensare a un bimbo e sono rimasta subito incinta. Purtroppo a 9 settimane, quindi a novembre, ho avuto un aborto spontaneo. Senza raschiamento, per fortuna. Ci ho messo un po’ a riprendermi. Ho sofferto tantissimo e anche adesso ci penso ogni giorno e immagino come sarebbe potuto essere se, invece, fosse andato tutto a buon fine.
La ginecologa mi ha dato il via libera per ricominciare. Ovviamente sono seguita anche da una psicoterapeuta, che mi sta preparando a una prossima gravidanza affinché io possa viverla in modo sano e con paure lecite, ma che mi facciano vivere tranquillamente. Mi sento molto in colpa perché desidero una figlia femmina. Razionalmente, dopo quello che ho passato, penso che non faccia alcuna differenza il sesso, anzi… è l’ultimo dei pensieri. Ma ho questa spinta in più verso il fiocco rosa, ho sempre immaginato una prima figlia femmina, il suo nome… tutto. E non so perché non riesco a non pensarci. Mi sento stupida. Egoista. Snaturata. Ingrata.
E non faccio altro che sognare bambini maschi e sentirmi in colpa per non averli preferiti a una femmina. Mi dicono che è normale avere preferenze. Ma io mi sento molto in colpa. Moltissimo. Temo che la mia diventi una fissa, se già non lo è! Che le persone che ho intorno, nel caso in cui sarà un maschietto, credano che io non possa essere felice e soddisfatta e che non possa amarlo abbastanza. Non so perché penso a questa cosa, ho paura che sia un pensiero che in realtà mi distrae dal timore di cose più serie: l’attesa che vada a buon fine, che il bambino sia in salute… Non lo so. Ci sono articoli che parlano di madri insoddisfatte del sesso dei propri figli? Oppure è una cosa normale e poi svanirà? Vi ringrazio per l’attenzione.
Salve, la situazione che descrive è molto frequente: ogni futura mamma ha delle aspettative, si crea delle idee su come dovrebbe essere il bambino, immagina il sesso, il carattere e tante altre cose. Potrebbe essere vera anche l’ipotesi di cui parla alla fine, che questa idea fissa di avere una bambina sia anche un diversivo da altre paure o preoccupazioni che la spaventano e di cui può parlare nella sua terapia. Le consiglio la lettura di questo libro “Nascita di una madre. Come l’ esperienza della maternità cambia una donna” di Nadia Bruschweiler Stern e Daniel Stern: troverà molte riflessioni sulla tematica che sta vivendo.
I migliori auguri per un’attesa serena
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Psicologo