Anonimo

chiede:

Buongiorno,
fra qualche mese compirò 40 anni, ho un matrimonio fallito alle spalle da
cui non ho avuto figli. Ho una relazione con un uomo separato che ha già
2 figli e che da subito mi ha detto di non volerne altri.
All’inizio non mi sembrava importante, finito il mio matrimonio mi
sembrava che aver ritrovato una persona da amare fosse sufficiente,
invece a fasi alterne torna la voglia di maternità.
La motivazione del mio lui è che non vuole rischiare di fare un altro
figlio e poi vedere la relazione troncarsi e quindi far soffrire un altro
figlio. L’altra motivazione è la paura che possa esserci un amore diverso
da parte mia per il nostro bambino e quelli avuti dal precedente
matrimonio.
Premetto che i suoi bimbi mi adorano, stanno spesso con noi in settimana,
nei we e durante le vacanze. Per me sono come miei figli tant’è che a
volte dimentico che certe decisioni non posso prenderle io. Io sono
molto materna e coccolona ma anche autoritaria ma questo non mi ha
impedito di instaurare un ottimo rapporto con i bimbi, questo forse
perché sono cresciuta in una famiglia allargata in cui non si è mai fatta
distinzione tra figli o madri naturali o “acquisiti”.
Abbiamo affrontato diverse volte l’argomento, soprattutto nei miei
momenti di crisi ma lui ha sempre ribadito di aver chiarito da subito la
sua posizione. Io a quel punto mi sento in colpa perché effettivamente
all’epoca ho accettato la cosa e quindi smetto di parlarne, poi inizio a
pensare che in fondo è meglio così, un figlio creerebbe altri problemi
organizzativi alla nostra già non facile vita, ci toglierebbe i nostri
spazi da soli (quando i suoi figli sono dalla madre) e che forse non
avrei più l’energia per affrontare le notti insonni.
Tutto questo fino all’insorgere di una nuova crisi, l’ultima è stata
scatenata dal vedere un amica che non voleva avere figli, rimasta incinta
per caso e malgrado tutto felice. Così ho iniziato a piangere pensando a
come è rimasta incinta lei e come invece a me non è capitato malgrado
l’avessi cercato. Sono arrivata al punto di pensare se era il caso di
rimanere anche io incinta “per caso”.
Vi prego, se potete, datemi un consiglio su come affrontare questo mio
problema ed come poter parlare con il mio compagno delle sue paure ad
avere un altro figlio.
Vi ringrazio per l’attenzione che vorrete accordarmi.

Salve. Innanzitutto sento di dover darle una risposta riguardo a quel senso
di colpa che lei mette in campo pensando che è in qualche modo scorretta
verso il suo compagno perché non sta “rispettando i patti”, l’accordo cioè
di non avere figli che tra voi è stato sancito all’inizio della vostra
relazione. Lei non sta volutamente venendo meno agli “accordi” perché è una
persona scorretta o che si è approfittata del suo compagno. Semplicemente le
sue esigenze, i suoi progetti di vita, il suo rapporto con l’esperienza
della maternità è cambiato. Quando parla dei problemi concreti che un figlio
porterebbe, come le notti insonni, l’organizzazione del quotidiano, lo
spazio della coppia che fisiologicamente si ridimensiona per qualche anno,
non posso darle torto ma credo che anche lei senta quanto queste motivazioni
appaiono fragili e inessenziali di fronte al motore emotivo, biologico ed
affettivo che la spinge verso l’esperienza del divenire madre. Infine colgo
e le rimando la parola che lei stessa ha usato per descrivere,
perfettamente, ciò che mi pare blocchi il suo compagno di fronte alla
prospettiva di un altro figlio: la paura. La paura di una nuova rottura
familiare con figli coinvolti ed il timore che lei cambi atteggiamento verso
i suoi figli. Dalla paura si può scappare, o la si può affrontare. Capendo
da dove viene. E cercando rassicurazioni. Quello che lei può fare con il suo
compagno è ascoltare la sua paura, aiutarlo a comprendere cosa nasconde,
invitarlo ad avere fiducia nella sua capacità di proteggere i suoi figli,
senza creare bambini di serie A e bambini di serie B, nonché nella vostra
capacità, come coppia e come genitori, di poter gestire con intelligenza e
affetto una eventuale futura rottura del vostro rapporto. Se ci sono parole,
emozioni, domande, paure che lei non riesce a dirgli, che si frappongono tra
voi come un non detto che rischia di rovinare il rapporto, perché non
prendete in considerazione di chiedere aiuto ad uno psicologo che possa
aiutarvi a comunicare e a comprendere meglio i vostri sentimenti ed i vostri
timori? Che vi sostenga in un percorso di qualche incontro di coppia per
capire se c’è spazio per questo progetto di vita nella vostra coppia o se
lei deve scegliere tra quest’uomo e la realizzazione del suo desiderio di
maternità, che almeno in parte mi pare di capire sta già sperimentando con
profondità e calore con i figli di lui.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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