Anonimo
chiede:
Buongiorno, ho un bimbo di 3 anni e mezzo sano. Un anno e mezzo fa ho
avuto un aborto spontaneo alla 6 settimana di gravidanza e la scorsa
settimana, alla terza gravidanza in 12° settimana, ho deciso per
l’interruzione di gravidanza in quanto una TN aumentata ci ha spinto
ad un approfondimento tramite villocentesi, dalla quale è emersa la
sindrome di Down. Vorrei cercare nuovamente una nuova gravidanza ma
ho dei timori che giro a voi. Ho più probabilità di altre donne della
mia età (35 anni) di andare incontro nuovamente ad una sindrome di
down oppure è stata una casualità? Sia la biologa che i dottori
dell’ospedale, che la mia ginecologa, mi hanno sconsigliato per un
colloquio con un genetista in quanto, avendo già un bambino sano,
sicuramente non sono portatrice sana di tale sindrome. Ma io sono
piena di timori: sono più a rischio oppure potrei anche avere un
bimbo sano? È il caso che faccia controlli più approfonditi o vivo
serena? Scusate ma è stato un trauma enorme anche la scelta dolorosa
che abbiamo fatto e adesso il segno è ancora profondo. Grazie per la
gentile risposta.
Egregia Signora
La Sindrome di Down (SD) è la più frequente causa di ritardo mentale.
Nota fin dal XVI° secolo ha avuto il suo inquadramento nosologico solo
nel 1866 ad opera di John Longdong Down, l’illustre medico inglese da
cui prende il nome, che ha dedicato tutta la sua vita allo studio e alla
cura dei bambini con anomalie psichiche, e che per primo ha descritto le
caratteristiche di un gruppo di bambini con ritardo mentale e tratti
orientaleggianti del viso, definendoli come affetti da “idiozia
mongoloide”.
Nel 1959 J.Lejeune e al. hanno dimostrato che la SD dipende dalla
presenza di un cromosoma in più nella coppia 21, e da allora viene anche
definita “Trisomia 21”.
Data la casualità della sua comparsa è una anomalia cromosomica
congenita non ereditaria, ed è anche la più nota e diffusa, perché la
lunga sopravvivenza delle persone che ne sono portatrici ha determinato
nella società la consapevolezza della sua presenza.
Per comprendere le cause che determinano la sindrome di Down è
necessario innanzitutto sapere come si dividono le cellule del nostro
organismo. In generale, tutte le cellule si moltiplicano per mitosi e
danno origine a cellule con lo stesso patrimonio cromosomico diploide
(2n), cioè duplice. In questo processo due cromosomi omologhi, cioè
portatori dei geni che controllano gli stessi caratteri, si accoppiano e
si duplicano nella stessa cellula, poi la membrana nucleare scompare, i
cromosomi si separano e vanno a collocarsi in due cellule distinte
determinando la formazione di cellule identiche alla cellula madre
originaria. Ricordiamo che l’uomo nel nucleo delle sue cellule ha un
patrimonio genetico diploide, costituito da 46 cromosomi, 44 autosomici
+ 2 eterocromosomi (XX nella femmina e XY nel maschio). Nell’uomo
pertanto vi sono 23 coppie di cromosomi omologhi. Metà del patrimonio
genetico proviene dalla cellula germinale paterna (spermatozoo) e
l’altra metà dalla cellula germinale materna (ovocito).
La cellula della linea germinale maschile (spermatogonio) e quella
femminile (ovogonio) giungono invece a maturazione mediante la meiosi
dando origine a spermatozoi e ovociti che hanno un patrimonio genetico
dimezzato, aploide (n) a differenze di tutte le altre cellule
dell’organismo.
La Sindrome di Down ha una prevalenza di circa 1 su 700-1000 gravidanze,
e di 1:2000 nella popolazione generale e le sue cause,nel 92% dei casi,
sono legate ad un fenomeno di non-disgiunzione, cioè mancata separazione
dei cromosomi della coppia 21 durante la meiosi, per cui uno dei
genitori nella sua cellula riproduttiva, uovo o spermatozoo, è portatore
di due cromosomi 21 invece di uno. Di conseguenza la combinazione con
l’uovo o lo spermatozoo normale determina la formazione di uno zigote
con tre cromosomi 21, uno ereditato da un genitore e due dall’altro.
Tale condizione, definita Trisomia 21 “libera” o “primaria”, si verifica
spontaneamente e in modo imprevedibile, anche se è noto il dato
statistico di una maggiore frequenza legata alla più elevata età
materna, dopo il 36° anno di età. È ben documentato che nel 75% dei
casi la trisomia origina nel corso della meiosi materna, mentre nel 25%
l’errore avviene nella maturazione meiotica della cellula germinale
paterna. Per chi ha già un figlio con SD le probabilità di avere un
altro figlio Down, calcolate su base statistica, dipendono dalle cause
della trisomia e dall’età materna e possono essere definite dal
genetista in base al cariotipo del bambino con la sindrome. Ad esempio,
nel caso di trisomia 21 libera completa, l’eventualità di ricorrenza è
statisticamente pari al rischio legato all’età materna al momento del
concepimento più un 1% aggiuntivo. Questo 1% in più si “diluisce” però
nel rischio dell’età materna sopra i 30 anni e diventa irrilevante. Per
cui una donna con più di 30 anni che ha avuto una precedente gravidanza
con SD non ha un rischio aggiuntivo significativo di avere una nuova
gravidanza con SD.
Nel 4,8% dei casi la trisomia è la conseguenza di una traslocazione o
trasferimento di un cromosoma 21 su un altro cromosoma, in genere il 14,
ma anche il 13 e lo stesso 21, e si definisce Trisomia 21 “secondaria”.
Un certo numero di persone è portatore inconsapevole, nel proprio
patrimonio genetico, di una traslocazione 47 cromosomi, in proporzione
diversa a seconda del momento in cui è intervenuto l’evento sopra
indicato. In questo caso si parla di mosaicismo.
La SD si può diagnosticare in gravidanza con certezza con metodi quali
la villocentesi e l’amniocentesi (diagnosi prenatale), oppure con esami
non invasivi del sangue ed ecografici combinati, ma con un certo margine
di errore. Tuttavia, la SD non si può prevenire in quanto non sono note
le modalità con cui si forma lo zigote e non siamo in grado oggi
determinare la formazione di zigoti senza difetti o di favorire
l’eliminazione spontanea di quelli che ne sono portatori, come già in
gran parte avviene naturalmente. Infatti i neonati con anomalie
cromosomiche che vedono la luce sono la punta di un iceberg, in quanto
la grande maggioranza va incontro ad abortività spontanea.
In conclusione, mi faccia sapere quali esami genetici avete fatto, e la
vostra età.
Cordialmente
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Genetista