Anonimo

chiede:

Salve, ho una bimba di 13 mesi. Per motivi di lavoro mio e di sonno, sempre mio (la bimba dorme poco e male la notte, ed io di conseguenza) spesso trascorre, oltre alle giornate, le notti con i nonni materni.
Premesso che sono fiduciosa e credo che mia mamma se la cavi benissimo con la nipotina (che cresce benone), ho un dubbio: ultimamente la mia bimba chiama me “gnogna” o “iaia” (molto contenta, peraltro, quando torno dal lavoro e giochiamo) e dice “mamma” a mia mamma (la nonna).
Questa cosa mi fa anche ridere, a dire il vero.
La domanda è: la bimba può avere dei “problemi” (di identità o che altro) per questa “confusione” o non corriamo rischi?

Il mandare i bambini a dormire dai nonni è, a mio parere, molto grave e dovrebbe essere fatto solo nei casi di effettiva necessità. È vero che, quando si è giovani e si lavora, questi spazi di libertà, di riposo, di intimità col partner, sono delle boccate di ossigeno, ma se guardiamo alla cosa nell’interesse del bambino c’è poco da stare allegri.
Infatti, il bambino non riesce più a discriminare quali sono i suoi veri genitori e dunque i suoi modelli, sui quali plasmare la sua personalità. In più, non sempre i nonni usano gli stessi metodi educativi dei genitori e questa confusione di ruoli e di regole può far crescere il bambino con scarse certezze e scarso senso di identità.
Dunque, le consiglierei di mandare la bimba dalla nonna nei momenti in cui lei è impegnata, cercando di tenerla con sé nei momenti più importanti della giornata: i pasti ed il momento di andare a letto alla sera.
Cari saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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