Anonimo

chiede:

Ho 28 anni e circa un anno fa i miei problemi sono iniziati con
una
vulvite che si è manifestata con un forte arrossamento localizzato e che
mi
provocava dolore nei rapporti sessuali. Il tampone vaginale non aveva
riscontrato nulla, se non leucociti numerosi poi, dopo una terapia
antibiotica (in seguito ad altri problemi) di 10 giorni, la vulvite si
è
trasformata in vulvo-vaginite, e ho cominciato ad avere delle perdite.
Il
ginecologo in questo anno mi ha sempre prescritto cure antimicotiche,
sostenendo che si trattava di infezione da candida, ma visto che le perdite
non cessavano il mio medico curante mi ha consigliato di eseguire nuovamente
il tampone.
Il primo tampone vaginale ha identificato la presenza di Klebsiella
pneumoniae, e ho seguito una terapia con Ciproxin 250 per 10gg
(dall’antibiogramma) poi con Bactrim 160-800 per 7gg. Visto che le perdite
non cessavano, ho eseguito nuovamente il tampone, e questa volta l’organismo
identificato è stato l’Enterococcus faecalis.
Mi chiedo se il test batteriologico sia veramente affidabile, e se è
possibile che sia l’enterococco a causarmi questi problemi dall’anno scorso
(l’area arrossata è stata sempre ben delimitata e non ha subito
modificazioni durante tutte le mie cure).
Il mio medico non vuole più prescrivermi antibiotici per via orale, le
terapie locali sono ugualmente efficaci?
Grazie,

Gentile signora Stefania, come già ho risposto ad altre persone con i
suoi stessi problemi (infezioni genitali ribelli alle terapie), anche a
lei consiglio una più attenta valutazione del suo stato generale, di cui
non dà alcun riferimento. Spesso infatti tali infezioni si instaurano su
un terreno particolarmente favorevole per patologie generali misconosciute.
Continui con le terapie locali, ma faccia un punto sul suo stato generale.
Auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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