Anonimo
chiede:
Egregio Dott. Annona, approfitto della sua squisita gentilezza e competenza per sottoporle un quesito che mi sta particolarmente a cuore e che sta angosciando parecchie persone. 10 giorni fa mia sorella, che è al sesto mese di gravidanza, è stata ricoverata d’urgenza per un’improvvisa dilatazione delle pareti dell’utero (si sono dilatate del tutto, come se dovesse partorire da un momento all’altro). Nulla, fino a 10 giorni prima, sembrava far presagire quanto successo poi (la gravidanza, infatti, aveva avuto un corso assolutamente regolare). I medici del reparto di ginecologia la tengono costantemente monitorata e si augurano che riesca ad arrivare almeno al settimo mese. Gli stessi medici, nel premettere che tale evento era a parer loro assolutamente impossibile da prevedersi, sostengono che si tratta di un caso anomalo, verificatosi per la scarsa “tenuta” dell’utero, per la sua “sfilacciata” consistenza e per la “mollezza” dello stesso, tanto che non è neppure possibile procedere al c.d. cerchiaggio xchè le pareti dell’utero sono dilatate a tal punto che manca qualsiasi appiglio per innestarlo. Le chiedo: secondo lei è possibile che la ginecologa che l’aveva in cura non si sia accorta, nel corso delle ripetute visite cui è stata sottoposta, che la struttura dell’utero di mia cugina era tale x cui si sarebbe potuto verificare un evento del genere (se avesse saputo o potuto prevederlo, infatti, le avrebbe fatto il cerchiaggio in via precauzionale)? Da persona digiuna di scienza medica, le chiedo ancora: non sono previsti esami specifici in presenza di un utero che tende ad aprirsi in questo modo? E ancora, non sarebbe stato opportuno che il ginecologo avesse indagato sulla familiarità di casi di incontinenza cervico-segmentaria o collo debole, chiedendo a mia sorella l’esistenza in famiglia di patologie simili a quelle di cui mi pare trattasi nella fattispecie? In ogni caso, per rendersi conto di una particolare morfologia (in questo caso uterina), è sempre necessario che si verifichi un fatto repentino che la palesi all’esterno? Coloro che (esempio stupido, mi perdoni) hanno le ossa fragili (osteoporosi) è necessario che se le rompano almeno una volta perché venga diagnosticata loro la corrispondente patologia/morfologia connessa all’evento traumatico? Infine, se il parto dovesse avvenire prima dei 7 mesi, che conseguenze ci sarebbero per il neonato? La ringrazio anticipatamente per quanto saprà dirmi.
Cordiali saluti.
Mi perdoni, ma mi sembra di leggere i quesiti di un magistrato che mi sta
dando un incarico di perizia medico-legale. Non è questo lo spirito del
servizio offerto da gravidanzaonline. In sostanza mi chiedo, se lei vuole un
parere medico o se vuole capire se vi sono i presupposti per una denunzia
con richiesta di risarcimento. Mi limiterò quindi alla prima ipotesi.
Un’incontinenza cervicale è un’evenienza per fortuna abbastanza rara e
costituisce indicazione al cerchiaggio cervicale dopo circa due episodi di
perdita della gravidanza a causa di essa. La possibilità di prevederla è
affidata soprattutto all’anamnesi, se appunto vi sono già stati eventi
simili, oppure all’aspetto del collo dell’utero rilevabile con la visita, o
più recentemente con l’ecografia transvaginale o translabiale, che
consentono di misurare la lunghezza della cervice. I tempi in cui
l’incontinenza cervicale si realizza con possibile aborto o parto prematuro
possono essere variabili e così non è possibile escludere che, dopo un
visita con esito del tutto normale, nel giro dei successivi 6-7 giorni essa
abbia a realizzarsi. Un parto a 7 mesi comporta tutti i problemi e i rischi
relativi alla prematurità del feto, problemi soprattutto respiratori.
Cordiali saluti.
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Ginecologo