Anonimo

chiede:

Gentili dottori, buonasera.
Vi scrivo per avere un chiarimento su quel che mi è successo, perché proprio non riesco a farmene una ragione.
Durante la gravidanza ho sofferto di fortissimi dolori causati dalla dsp (che il mio ginecologo aveva scambiato per coliche rifiutandomi la maternità anticipata), all’8° mese ho cominciato a soffrire anche di emorroidi, senza prolassi ma con venine esterne molto gonfie e doloranti, e il giorno del parto e le due settimane a seguire ho letteralmente vissuto l’inferno.
Le contrazioni mi sono iniziate alle 3 di mattina, regolari ogni 5 minuti. Alle 19 non erano ancora accelerate, sono andata comunque in ospedale dove mi hanno subito portata in sala travaglio.
Alle 21 mi hanno somministrato una flebo di buscopan, che non mi ha alleviato i dolori ma ha rallentato di molto le contrazioni, quindi alle 23 mi hanno fatto una flebo di ossitocina per riprendere il parto.
Alle 2 del mattino successivo mi hanno rotto le membrane, e al momento del parto mi hanno praticato un’episiotomia a L “perché la testolina del mio bimbo non scendeva” (li sentivo parlare di coroncina), e, con dolori che secondo me erano decisamente esagerati, è finalmente nato il mio Daniele.
Mi hanno messa sotto tachipirina e tutto è andato relativamente bene fino a 3gg dopo il parto, quando sono finita paralizzata a letto dai dolori. Avevo la sensazione di svuotarmi ad ogni movimento, come un pugno stretto all’utero che lo strappava fuori appena mi mettevo in piedi, un dolore fortissimo a tutta la zona pelvica, il clitoride sporgente, sensibilissimo e dolorante, ero pallida e tremavo dal freddo anche a 25°. Il mio medico di fiducia mi ha parlato di parziale prolasso, che avrei dovuto cercare di risistemare con tanta ginnastica perineale, resa ancora più dolorosa dai 7 punti dell’episiotomia.
I dolori forti sono durati 10gg, per tutto quel periodo sono riuscita ad alzarmi a malapena per andare in bagno, ma anche lo stare sdraiata era terrificante… a partire dal 10° giorno il tutto è andato scemando, e ora, 22giorni dopo il parto, sto male solo andando in bagno o quando sto troppo in piedi.
La mia domanda è: era prevedibile il prolasso? Perché la testolina del mio bimbo non scendeva dopo 23h di travaglio? C’è un collegamento tra dsp, emorroidi e prolasso uro-vaginale?
Un parente ginecologo, in pensione da molti anni, mi ha detto che l’unica spiegazione a tutto questo è un posizionamento “sbagliato” della placenta, che doveva essere diagnosticato già mesi prima del parto e che avrebbe dovuto far prevedere il cesareo, per evitare le complicazioni che ho avuto o anche danni peggiori, è così?
In caso volessi, in futuro perché per ora sono letteralmente traumatizzata da questa esperienza, avere un altro figlio… posso sperare di non rivivere gli stessi atroci dolori?
Mi scuso per la lunghezza della mail, ma non sapevo come altro spiegare la situazione…
Grazie in anticipo per l’attenzione,

Gentile Claudia,
sono comprensibili la sua agitazione per la brutta esperienza e la paura per futuri parti. Non sono invece d’accordo sulla prevedibilità dell’evento e che addirittura un’inserzione placentare anomala sia la causa di tutto. Credo che ci sia stata qualche incomprensione quando ha parlato con l’anziano collega. Analizzando i pochi dati a disposizione abbiamo un ricovero alle ore 19 e un parto mi sembra alle 2, dopo la rottura delle membrane. Si tratta così di una durata ragionevole. Non può fare il conteggio delle ore da quando ha avvertito a casa la prima contrazione. Comunque sarebbero tanti i dati da analizzare per un parere sereno e attendibile, mentre è facile e intempestivo dire DOPO che era meglio un cesareo, le pare? Cerchi di superare la spiacevole esperienza e col tempo ritroverà coraggio e magari fiducia nel suo medico o in un altro. Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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