Anonimo
chiede:
Ho un bimbo di sei mesi e mezzo e gravi problemi con la suocera.
Già
durante il fidanzamento e i due anni di matrimonio mia suocera ha sempre
tentato disperatamente di estromettermi dalla vita di suo figlio, che è l’
unico e a cui è fin troppo attaccata essendo da anni “separata in casa”
col
marito; da quando è nato il bimbo è diventata molto cattiva nei miei
confronti. Ha cominciato a venire a trovarci spesso, invece di dare una
mano
continuava a criticare il modo in cui io conducevo la casa, sottolineava
sempre con mio marito la mia assoluta incapacità di moglie e di madre!
Quando mi assentavo dalla stanza per allattare, credendo che non fossi in
grado di sentire, diceva a mio marito tutto il male possibile di me; che
mangiavo troppo, che ero un peso economico (mentre ho un lavoro e uno
stipendio, anche se non uguali a quelli di lui), che ero una pessima
madre;
che lui doveva rimandarmi a lavorare appena consentito dalla legge, in
modo
da affidare il bimbo a lei, perché con me sarebbe sicuramente stato male,
e
altre amenità di questo tipo. Mio marito ha sempre reagito poco o niente,
una volta sola si è arrabbiato e l’ha mandata via. Quella volta per me è
stata una liberazione, perché mi sono sentita difesa e apprezzata da lui;
ma
dopo pochi giorni è ricominciato tutto come prima, complice anche il fatto
che ho un carattere molto, troppo accomodante, e quindi non riesco mai a
farmi rispettare; mi dispiacciono i litigi e cerco sempre di far pace, ma
così facendo non metto mai un punto fermo e lei si sente libera di potermi
trattare male. Ora sto svezzando il bimbo e lei viene a casa mia
tendendomi
delle trappole: si informa su tutto e poi, quando mio marito le telefona,
comincia a parlargli male di me e delle mie azioni. Lui mi dice di non
farci
caso, ma spesso noto che dopo qualche giorno le critiche che lei mi
rivolge
mi vengono riproposte anche da lui, anche se magari in modo più mite, e
questo mi fa paura, temo che lei possa influenzarlo. Inoltre lei vorrebbe
che io svezzassi il bimbo senza seguire i consigli del medico; vorrebbe
che
gli dessi già biscotti e pastasciutta; una volta a casa sua ha dato al
bimbo, nonostante le mie proteste, un pezzetto di pizza, con mia grande
paura (il bimbo ha sempre e solo preso il mio latte, temevo che
soffocasse!). Fortunatamente lo ha semplicemente sputato. Tra qualche
tempo
finirà la maternità, ed essendo io orfana di madre, dovrei lasciare il
bambino a lei. Ho provato a parlare con mio marito della possibilità di
mandarlo ad un nido privato o di prendere una baby sitter, ma lui non
vuole
spendere denaro e poi teme che la mamma si arrabbi. Io sono nel terrore
più
totale perché non voglio che il mio bambino rimanga con questa donna; non
potrei infatti mai permettermi di darle delle indicazioni o di dirle come
fare certe cose, farebbe tutto di testa sua e di nascosto. Il bambino con
lei non vuole stare, tutte le volte che lo prende si innervosisce e
piange,
perché non lo lascia mai in pace: vuole che prenda il biberon e lo forza a
bere in tutti i modi, mentre lui non ha mai voluto né biberon né ciuccio;
poi vuole addormentarlo e allora lo culla mentre lui strilla a perdifiato
(di giorno non ha mai dormito, dorme sola la notte); vorrebbe fargli i
massaggi con l’alcool denaturato; ha paura che muoia di fame (il bimbo è
quasi 10 kg.!!!) e se non la si sorveglia è capacissima di dargli un
biscotto intero di nascosto per timore che abbia fame, perché secondo lei
il
latte mio lo fa solo bere; e così via. Sono in crisi nera, sto meditando
di
lasciare il lavoro e in casi estremi anche di divorziare! Sbaglio a
ritenere
non opportuno lasciargli il bambino, dati i nostri pessimi rapporti e il
suo
modo di comportarsi con il bimbo e con me? Mio marito pensa che esageri,
ma
io veramente non dormo più la notte. Scusate lo sfogo; attendo un vostro
consiglio.
Cara Novella,
da quanto leggo nella sua lettera è che la suocera stia invadendo
velocemente una grande parte degli spazi della vostra famiglia, impedendole
di vivere serenamente il rapporto con il suo bambino.
Un altro discorso, invece, riguarda il suo rapporto di coppia: l’impressione
che ricavo, è, infatti, che già prima della nascita di suo figlio, lei abbia
sempre avuto difficoltà nel gestire questo rapporto e che entrambi, lei e
suo marito, abbiate avuto difficoltà nel costruirvi uno spazio privato, una
vostra famiglia separata e autonoma da quella originaria.
Questa situazione, infatti, rappresenta una condizione importante per poter
poi, insieme, marito e moglie, prendersi cura dei piccoli che arrivano e
trovare un proprio equilibrio.
Non stupisce, quindi, che con l’arrivo del bambino, la situazione sia
peggiorata e che lei faccia veramente fatica a reggere la situazione.
La nascita di un bimbo, infatti, di per sé, pur essendo un evento
straordinariamente positivo, comporta anche uno stress notevole, sia fisico
che psicologico e richiede un aggiustamento anche dei rapporti all’interno
della coppia che richiede tempo e spazio. Se in questo spazio vi sono
interferenze e “invasioni” tutto diventa più complesso.
Il mio consiglio è quello di creare e trovare degli ampi spazi di dialogo
che le permettano di trovare con suo marito dei momenti di mediazione: con
pazienza cerchi di spiegare come sia fondamentale che voi due insieme vi
occupiate dell’educazione di vostro figlio e di come sia importante che le
decisioni che prendete insieme vengano portate avanti da tutti quello che si
occupano del bimbo.
Passate del tempo insieme, evitando di organizzare tutte le domeniche con la
suocera, parenti o altri e, nel limite del possibile, cercate di fissare dei
momenti, o giorni in cui lei vi fa visita (non so, il giovedì sera e…)
Dico nei limiti, perché anche questo dovrebbe essere un processo graduale in
cui sia lei, ma soprattutto suo marito siete coinvolti: ciò significa che
anche lei dovrà cercare di mediare, soprattutto all’inizio, accettando dei
compromessi anche per dare tempo a suo marito di svolgere un ruolo un po’ di
tutela nei confronti della sua famiglia. È, infatti, importante, che nei
confronti di sua madre sia lui, grazie al suo supporto a definire con sua
madre gli spazi che possono essere a sua disposizione.
Anche per il suo lavoro, ne discuta a fondo con suo marito: può trovare
anche su questo un compromesso valutando una soluzione che preveda mezza
giornata di nido più nonna: non si chiuda, però completamente, altrimenti il
rischio è quello di un irrigidimento di tutte le parti. È, vero, spesso, le
modalità delle nonne sono molto diverse da quelle delle mamme, ma le nonne,
almeno in parte ci sono per questo… e i bimbi lo sanno ed anche il suo
bombo, crescendo saprà che dalla nonna potrà avere qualche caramella o
leccornia in più… anche se, sempre entro certi limiti.
Le mando tanti auguri e mi auguro che con la sua famiglia riesca a risolvere
presto questo problema.
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Psicologo