Anonimo
chiede:
Ho 30 anni, sposata da quasi una anno e una grande paura di diventare mamma
perché credo di non essere in grado di assolvere al ruolo.
In primis perché temo che in gravidanza possa accadermi qualcosa… (penso
di perdere il bimbo) e poi perche il mio lavoro mi stressa tanto.
Lavoro a tempo indeterminato come cassiera in un supermercato e il lavoro;
il contatto con la gente (cosa che mi è sempre piaciuta) mi stressa molto
anzi moltissimo. Spesso la stanchezza si manifesta a casa con mio marito
che deve sopportare il mio brutto carattere che ne viene fuori e che
quando ci ripenso mi vergogno.
Penso che non posso essere una buona mamma, che non potrei riposare quando
sono molto stanca e che non potrei dare un’educazione a mia figlia /figlio,
visto che in certi momenti sembro non averne neanche io. Vorrei il parere di uno specialista.
Grazie
Carissima, posso comprendere il suo stato d’animo. Di certo non potrà essere facile portare avanti una gestazione con il cruccio che la ossessiona di non vedersi come buona madre per la sua creatura. Mi permetto di suggerire che lei ha e avrà il diritto di sentirsi spaventata e di tanto in tanto stanca e irritata, e temo che suo marito, in caso di gravidanza, dovrà accettare il suo umore alle volte non proprio euforico. È normale che potrà essere stanca, visto che sarà appesantita fisicamente dalla gravidanza e psicologicamente dalle sue preoccupazioni. Nella quotidianità, e soprattutto durante la gravidanza, e la maternità può sempre fare affidamento su suo marito, nelle faccende domestiche come fare la spesa, pagare le bollette, ad esempio. Sono piccole cose, ma rendono l’idea che lei non è sola e che qualcuno l’appoggia. Io non so come sia il rapporto con i suoi genitori o i suoceri, ma un valido sostegno lo potrebbero dare loro. Le sue paure sono comuni a molte donne che come lei per qualche motivo hanno problemi a vedersi come madre buona e anche queste come lei hanno un marito che china la testa di fronte la moglie poco euforica. È luogo comune che la gravidanza debba necessariamente essere un periodo felice: anche felice ma non solo, in questo periodo di 40 settimane sorgono nelle gestanti tante domande sul futuro, e non è detto che si abbiano risposte positive al riguardo. Spesso si hanno idee ambivalenti, come la paura di perdere il nascituro, la paura di non farcela, anche momenti di estrema dolcezza e tranquillità. Sentire che qualcosa dentro sè cresce, una parte di sè così importante, non può non attivare domande su come potranno andare le cose dopo il parto. Inoltre, dalla sua lettera, traspare una serie di dinamiche che sembra esulino dalle problematiche legate alla maternità, ma piuttosto legate al qui ed ora. Infatti, il suo disagio sembra essere legato al lavoro che la stressa oltre modo quando lei dice che il rapporto con la gente piace molto. Sostiene che si vergogna del fatto che se la prende con suo marito senza riflettere che alle volte può accadere e che lui possa essere comprensivo nei suoi riguardi. Può darsi che lei veda troppo nero il futuro, che chieda troppo a se stessa o che magari abbia ragione, tuttavia la spronerei prima di affrontare una gravidanza, con l’aiuto di uno/a psicologo/a ad una riflessione che tenga conto di questi suoi disagi ed approfondire le sue angosce legate alla sua autostima sulla idea di madre che ha di sè stessa. Lo/a psicologo/a potrà divenire per lei anche una base sicura, un sostegno, cosa che a lei sembra mancare. Un caro saluto. Rimango a sua disposizione.
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Psicologo