Anonimo
chiede:
Buongiorno, chiedo gentilmente un parere, anche se sono consapevole del fatto che è difficile risolvere la questione con una semplice domanda. Io e mio marito siamo assieme da 11 anni, sposati da 4 ma viviamo in due città diverse situate a circa 130 km di distanza per via del lavoro. Nonostante svariate volte si sia tentato di avvicinarsi, ormai appare chiaro che, se manteniamo questi lavori, non ne esista realmente la possibilità. Nessuno dei due vuole rinunciare al suo lavoro, lui perché ha un ottima posizione e un buon stipendio, io perché amo il mio lavoro e, anche se non ho una gran posizione, amo ciò che faccio. Detto ciò, io ho 33 anni e mio marito 45 e lui giustamente comincia a desiderare un figlio. Io no, ma soprattutto non lo voglio perché non mi piace l’idea di crescerlo da sola: mio marito, infatti, mi raggiunge solamente nel weekend quando la sua azienda è chiusa, mentre io lavoro anche il sabato e la domenica e riposo un giorno a settimana.
Non è che non voglio un figlio in assoluto, ma ho paura a dover affrontare tutto da sola e ho paura che cambi completamente i nostri equilibri e ci distrugga come coppia. Sono spaventata e non so cosa fare, ma comprendo che sto invecchiando e che più il tempo passa e più diventiamo genitori vecchi. Non so dove trovare risposte in me, vorrei quasi che la gravidanza mi capitasse tra capo e collo per non dover prendere una scelta. Ma ovviamente non è possibile. Sono una codarda? Grazie dottoressa, se mi vorrà rispondere, cordiali saluti.
Salve, comprendo benissimo le sue perplessità: la distanza non aiuta, soprattutto quando si devono prendere delle decisioni così importanti. Fare un figlio è una decisione legata essenzialmente al desiderio di vivere una gravidanza in coppia, così come la crescita stessa del bambino/a. La paura di doversi ritrovare da sole ad affrontare la situazione non scemerà, neanche qualora la gravidanza capiti tra capo e collo. Per questo motivo penso che sia opportuno, come prima cosa, elaborare una possibile scelta legata al trasferimento (suo o di suo marito) e quindi a una convivenza costante con la persona con cui si sta valutando di costruire una famiglia, in modo da poter portar avanti in tranquillità il progetto della gravidanza.
Il lavoro iniziale è infatti legato alla scelta di vita, del luogo in cui far mettere radici a questa famiglia così da non doverlo fare in modo forzato qualora lei rimanga incinta: solo così, eventualmente, potrà vivere la sua gravidanza con il giusto spirito e, soprattutto, il giusto supporto. Spero di esserle stata utile. Un caro saluto.
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Psicologo