Anonimo
chiede:
Salve, ho un bimbo di 29 mesi ed una di 4 mesi appena. Le scrivo perché il mio bimbo, sin dai primi giorni di nascita della
sorellina è cambiato. Inizialmente, già in ospedale, non mi voleva, poi sono iniziati i capricci per qualsiasi cosa, il rifiuto del cibo (anche giorni saltando pasti completi) e subito dopo i risvegli notturni e pomeridiani, sempre alla stessa ora (circa alle 7 del mattino e 15,30 del pomeriggio).
Questi risvegli con urla e pianti fortissimi che durano anche un’ora, si sono manifestati prima solo qualche volta (4 volte al secondo mese di nascita della sorella) poi verso i 3 mesi e mezzo – 4 della sorellina si sono rimanifestati quotidianamente. Ciò è accaduto in contemporanea con il trasferimento per tutto il mese in quella che per noi è la casa dei fine settimana o estiva (dove però lui ha la sua cameretta arredata…) e con andate continue e ricovero della sorellina in ospedale perché non è stata bene.
Terminati i risvegli notturni deliranti ha iniziato ad aver vergogna o a scansare del tutto la gente che non conosce con urla o
nascondendosi sotto la mia gonna e a urlare fortissimo la notte ed il pomeriggio per non dormire in cameretta o in qualsiasi altro posto dicendo di volere la luce accesa o di voler fare cacca, pipì (gli ho tolto il panno al secondo mese di nascita della sorella senza problemi) e a rifare ogni tanto nell’ultima settimana la pipì addosso… Premesso che mio figlio da quando aveva quattro mesi ha sempre dormito solo in cameretta (in entrambe le case) messo nel lettino da sveglio ma che già in precedenza, per episodi che l’avevano spaventato (4 volte circa), aveva già avuto questi “incubi”. Siamo stanchi e nervosissimi con lui, e purtroppo con la bimba, dopo un mese di sonno arretrato e ferie a casa, e incerti sul comportamento da adottare con lui increduli a questo repentino e drastico comportamento di nostro figlio. Grazie per l’attenzione
Capisco perfettamente la stanchezza ed vostro sentirvi estenuati, ma se può esservi di qualche conforto mi pare che quello che stia manifestando vostro figlio sia “solamente” una normale e sana gelosia nei confronti della sorellina. Non possiamo pensare che la nascita di un altro bambino, che inevitabilmente attrarrà attenzioni, energie, tempo e coccole, non venga vissuta con un certo grado di difficoltà dal primo figlio, finora abituato ad essere l’unico incontrastato protagonista dell’attenzione e dell’affetto familiare. Il bambino si sente tradito, messo da parte, in poche parole geloso. E questo sentimento si presenta nel bambino nonostante tutti gli sforzi che noi genitori possiamo fare per distribuire equamente l’attenzione e l’affetto tra i nostri figli, per quanta cura possiamo mettere nel cercare di non far sentire messo in disparte il nostro primogenito.
Un bambino di neanche tre anni ha strumenti molto “rudimentali” per esprimere i sentimenti ed il suo disagio: il sonno ed il cibo. Il rifiuto del cibo è tipico per esempio nei bambini che stanno affrontando l’inserimento all’asilo: il cibo, nella mente del bambino è strettamente e indissolubilmente legato alla mamma, alla casa, al proprio nido, rifiutare il cibo significa protestare contro l’asilo, o nel vostro caso, inscenare una forte protesta contro la mamma (io rifiuto il tuo cibo, il tuo nutrimento, il tuo amore perché sono arrabbiatissimo con te, mi hai tradito) e contemporaneamente attrarre l’attenzione su di sé, perché generalmente ci si preoccupa molto per un bambino che non mangia. Anche ricominciare a farsi la pipì e la cacca addosso sono cose comunissime.
Si dice infatti comunemente che quando ad un bambino nasce un fratellino o una sorellina, il bambino ha delle regressioni. Quelle più tipiche sono proprio tornare a usare il pannolino, o richiedere il ciuccio anche se da molto era stato abbandonato, chiedere alla mamma di poter essere allattato al seno come la sorellina, non voler più dormire da solo, ricominciare a svegliarsi di notte. Dopo aver provato a “tradurvi” in significati il comportamento di vostro figlio, veniamo a cosa si può fare per aiutarlo e per aiutare anche voi ad affrontare questo periodo così faticoso: come ho già detto, il comportamento di vostro figlio è del tutto normale, non solo, ma è prezioso che lui esprima tutta la sua rabbia, invece di covarla dentro (ogni emozione non espressa ma tenuta dentro logora molto di più); evidentemente vostro figlio sente di stare in un ambiente in cui gli è permesso essere ciò che è, esprimere ciò che sente, e questo è un bene prezioso per la crescita emotiva di vostro figlio. Mettetegli dei limiti al COMPORTAMENTO nel momento in cui, ad esempio, diventasse manesco con la sorellina, non mettetegli però limiti al suo SENTIRE.
Parlate con lui, ditegli che capite la sua gelosia e la sua rabbia, fategli sentire che va bene ciò che sente. Si sentirà capito anche se questo non cancellerà la sua rabbia, che è normale, se provate per un istante a mettervi nei suoi panni. Cercate poi, per quanto possibile, di ritagliarvi dei piccoli spazi a tu per tu con lui (la mamma che lo porta mezz’ora in un bar a fare merenda, una cosa “da grandi”, il babbo che lo porta alle giostre, sempre senza la sorellina presente). Cogliete ogni occasione per sottolineare quanto gli volete bene e quanto lui è importante per voi, quanto è bravo a fare una certa cosa o un’altra. Sostenetelo, aiutatelo a superare un momento difficile per lui, che non si può cancellare perchè è naturale che ci sia. Le regressioni, come il pannolino, se ne andranno con il tempo da sé, non glielo fate pesare, non mortificatelo se è tornato un po’ indietro, è il suo modo di dire “sono piccolo anche io, anche io voglio tutte quelle attenzioni che ha la mia sorellina”.
Per quanto riguarda il comportamento del vostro bambino quando incontrate qualcuno, beh, anche il rifiutare l’approccio dell’altro è normale, soprattutto se le persone che incontrate fanno solo un saluto frettoloso a vostro figlio e poi si chinano
ammirati sulla culla della sorellina. Per il non voler dormire in camera sua, mi verrebbe da chiedervi se la sorellina dorme con voi: se è così, provate a immaginare il senso di esclusione che può provare vostro figlio, e capirete come mai anche lui vorrebbe dormire con voi. Pazientate un po’ e vedrete che piano piano, con il vostro sostegno, vostro figlio si adatterà a questa nuova situazione e tornerà più sereno, anche se le scaramucce con la sorellina per la conquista dell’attenzione dei genitori potrebbero continuare fino all’età adulta…! Chi non è figlio unico sa di cosa parlo! I
nfine, una parola sui disturbi del sonno: i risvegli con urla e pianti inconsolabili possono essere riconducibili a due cose: da una parte possono essere anche essi una manifestazione del disagio di vostro figlio, ma possono altresì essere fenomeni di pavor nocturnus, che si manifesta proprio tra i due e i tre anni ed è caratterizzato da risvegli improvvisi (che in realtà non sono risvegli, perché il bambino durante questi episodi di pianto e grida incontenibili sta ancora dormendo) con grida terrorizzate e pianto inconsolabile. Se si cerca di calmare il bambino spesso questo ci respinge, proprio perché sta ancora dormendo e reagisce come reagirebbe se stesse normalmente dormendo e provassimo a svegliarlo: respingendoci. Quello che si può fare è rimanere accanto al bambino, se questi non vuole venire in collo o essere calmato e aspettare che passi.
Se il bambino poi si sveglia e vuole la nostra consolazione saremo lì accanto, altrimenti dopo circa una ventina di minuti la crisi passerà da sé e il bambino si rimetterà a dormire come se niente fosse, senza ricordarsi assolutamente niente al mattino. Se invece al mattino il bambino si ricorda almeno grossolanamente il contenuto del sogno e si è fatto consolare durante il pianto notturno, siamo di fronte a un incubo come lo conosciamo anche noi adulti. Anche questi fenomeni, che si tratti di incubi o che si tratti di pavor nocturnus, sono fenomeni comuni e normali, possono comunque verificarsi maggiormente in un momento di stress o di difficoltà emotiva di un bambino come è il caso di vostro figlio in questa fase della sua vita. Un saluto
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
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- Psicologo