Anonimo
chiede:
Gentilissima/o Dott/Dott.sa, sono tra il 7° e l’8° mese di gravidanza e mio marito da quando abbiamo saputo di aspettare una bimba è stato preso dal timore di avere rapporti sessuali con me. Continua a dirmi di essere attratto ma ha paura di nuocere alla bimba. Dopo avergli spiegato che non ci sono problemi e che può essere anche un buon modo per rinforzare la nostra intesa, lui si è lasciato convincere e per 4 o 5 volte in 8 mesi abbiamo avuto dei rapporti. La nostra intesa e complicità (a parte sessuale) è molto intensa. Ora il suo desiderio è quello di assistermi durante il parto naturale. A me farebbe molto piacere perchè sento che la sua presenza è in grado di darmi sicurezza e tranquillità (è la nostra prima figlia). Il mio timore e il motivo per cui la contatto è questo. Se lui che si è imposto di non avere rapporti con me durante la gravidanza, possa dopo aver assistito al parto avere un blocco totale del suo desiderio sessuale nei miei confronti e se quindi non sarebbe consigliabile privarlo della gioia dei primi attimi di vita della figlia pur di preservare sereno il nostro rapporto futuro. La ringrazio per la sua gentile risposta e le auguro una serena giornata.
Carissima signora, capisco i suoi dubbi e cercherò di rispondere ad entrambe le sue domande. Per quanto riguarda i rapporti durante la gravidanza, è piuttosto comune che il futuro padre tema di nuocere al bambino avendo rapporti, nonostante tutte le rassicurazioni del ginecologo. Ma come forse anche lei nella sua vita può aver sperimentato, la paura è un’emozione che spesso ha poco a che fare con la razionalità. Se sentiamo di aver paura di qualcosa, difficilmente il ragionamento logico farà sparire questa sensazione. Quindi, pur sapendo razionalmente che non è pericoloso, è possibile che suo marito non senta comunque la serenità necessaria per poter condividere con lei il sesso in questo momento così particolare della vostra vita di coppia. Se la vostra intesa sessuale è tata buona fino a prima della gravidanza, non ci sono motivi per pensare che dopo il parto non potrà riprendere come prima. Davvero la gravidanza è un momento tutto speciale, sia per la donna, ma anche per il suo compagno e per la loro vita di coppia, anche sessuale. Per rispondere alla sua seconda domanda, invece, la invito, se già non lo ha fatto, a condividere con suo marito i suoi dubbi. Il momento della nascita del proprio figlio è un momento così prezioso che condivido le sue perplessità in merito a negare a suo marito questa esperienza. Anziché non farlo partecipare, potete ad esempio decidere che durante la fase finale suo marito resti accanto a lei e non davanti, in modo cioè da non vedere il momento dell’espulsione che può effettivamente essere, per alcuni uomini, “traumatico”. Parlatene insieme e trovate una soluzione che soddisfi entrambi, sia il suo bisogno di rassicurazione rispetto alla vostra intimità (ma anche il piacere di avere il supporto del suo compagno nel momento del parto), sia il diritto di suo marito a partecipare alla nascita di sua figlia. Un altro suggerimento che posso darvi è quello di vedere un video o una sequenza fotografica di un parto: può essere un modo, per suo marito, di rendersi conto se si sente o meno di partecipare alla fase espulsiva, o magari restarle accanto per tutto il travaglio e uscire nel momento finale. E’ importante che lei ascolti dentro di sé cosa è davvero importante e di aiuto per lei, ma è altrettanto importante che suo marito partecipi alla decisione in maniera attiva, anziché sentirsi “cacciato”, escluso da un momento così prezioso. Un caro saluto
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Psicologo