Anonimo

chiede:

Gent.le dottore Annona,
dopo ripetuti disturbi vaginali, uretrali etc. oggi da un tampone fatto in un centro affidabile si rileva streptococcus agalactiae (++++) e assenza di lattobacilli. Ho già preso claritromicina per ureaplasma e streptococco b (precedente tampone), ma mentre l’ureaplasma è sparito lo streptococco è rimasto e quello dell’ultimo tampone è resistente alla claritromicina. I sintomi che ho sono: gonfiore/infiammazione vaginale, ragadi esterne che appaiono saltuariamente, secchezza vaginale, spasmi urinari… i rapporti sono pertanto difficili. L’infettivologo cui mi sono rivolta mi ha consigliato di non trattare lo streptococco in quanto la causa da curare è a monte, cioè assenza di lattobacilli. Come si cura in modo risolutivo l’assenza di lattobacilli che è causa di predisposizione alle infezioni? E poi devo veramente non trattare lo streptococco anche se ho i sintomi elencati, se a lui attribuibili??
Grazie

Gentile Elena 72,
credo di aver già risposto ad un quesito simile che mi ha inviato sulla mia
e-mail privata. Comunque è corretta la strategia di ripristinare un normale
ambiente vaginale con pH acido e fisiologica presenza del lattobacillo.
Esistono molti prodotti che hanno questo scopo. In effetti vanno fatte due
cose: ottenere un pH acido e aggiungere lattobacilli sotto forma di
integratori. Vanno fatte assieme in quanto senza pH acido il lattobacillo
non sopravvive e a sua volta il lattobacillo concorre a mantenere il pH acido.
Il tutto a mio avviso andrebbe preceduto da una terapia antibiotica
specifica per lo streptococco. Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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