Anonimo
chiede:
Buongiorno avvocato, sono una donna di 36 anni con un bambino di due anni e mezzo. Mi sono messa alla ricerca di un nuovo lavoro ma ad ogni colloquio che faccio mi chiedono sempre se sono mamma: ho paura di essere discriminata solo per il fatto di essere madre. Il reclutatore può fare questa domanda? È lecita o discriminatoria? Come posso comportarmi in merito? La ringrazio per la risposta
Salve, innanzitutto ci tengo a farle presente che nel nostro ordinamento vige un Codice delle pari opportunità tra uomo e donna (d.lgs. 198/2006), che all’art. 27 vieta categoricamente ogni forma di discriminazione anche se attuata in una delle seguenti modalità:
a) attraverso il riferimento allo stato matrimoniale o di famiglia o di gravidanza, nonché di maternità o paternità, anche adottive;
b) in modo indiretto, attraverso meccanismi di preselezione ovvero a mezzo stampa o con qualsiasi altra forma pubblicitaria che indichi come requisito professionale l’appartenenza all’uno o all’altro sesso.
Non solo, il d.lgs. 276/2003 pone un ulteriore divieto alle agenzie interinali o agli altri soggetti, pubblici o privati, autorizzati alla ricerca e selezione del personale: è previsto infatti il divieto di compiere indagini o preselezionare lavoratori in base, fra l’altro, allo stato matrimoniale, di famiglia o di gravidanza.
Se le viene richiesto in maniera subdola se ha figli o meno, può rifiutarsi di rispondere; immagino che, in termini pratici, la ricaduta sarà quella di vedersi negato il posto di lavoro. Si ricordi tuttavia che è suo diritto registrare una conversazione tra persone presente, soprattutto se per tutelare un proprio diritto. In caso di ritenuta discriminazione può rivolgersi alla Consigliera di Parità istituita nella sua regione, figura istituzionale che ha il compito di vigilare sulla normativa antidiscriminatoria. Cordialmente.
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento
Specializzazione
- Avvocato