Anonimo

chiede:

Gentile dottore, le scrivo perché a
seguito di un aborto interno scoperto
alla quindicesima settimana
(con crescita fetale ferma alla tredicesima),
ho subito due
raschiamenti nel corso di una settimana, il primo il 30
Dicembre, il
secondo il 6 Gennaio e sono ancora in attesa del ciclo. Nel
frattempo, ho eseguito delle ecografie transvaginali; dopo la prima
nella
quale si è visto che l’endometrio aveva uno spessore di 2 cm,
ho assunto
progeffik per 10 giorni; alla fine di questa cura,
secondo il ginecologo
avrei dovuto avere le mestruazioni. In realtà
non è accaduto nulla. Alla
seconda ecografia, al termine della cura,
l’endometrio risultava molto
meno spesso (non ricordo esattamente,
ma nell’ordine di pochi millimetri).
Nonostante le mie
preoccupazioni, circa la possibilità che si possano
essere create
delle aderenze che impediscano la fuoriuscita del ciclo, in
quanto
in entrambi i mesi ho avvertito dei dolori simili a quelli
mestruali, senza avere alcuna perdita, entrambi i ginecologi che ho
consultato hanno ritenuto di non eseguire ancora un’isteroscopia o
isterosalpingografia.Le chiedo se questa strategia sia corretta e
quali
esami sia utile fare per poter risolvere la situazione.
Inoltre, il secondo
medico ha affermato che se il ciclo non fosse
arrivato, avrei dovuto
assumere estrogeni oltre al progesterone o,
eventualmente, avremmo potuto
pensare a metodi alternativi, quali
l’agopuntura. Lei che ne pensa? Infine
le chiedo, in caso di
aderenze, quali sono in Italia i centri
specializzati per risolvere
problemi di questo tipo?

Gentile signora, purtroppo si tratta di complicazioni spesso
susseguenti ad un raschiamento per aborto. Si tratta di avere pazienza
ed eventualmente procedere con esami più accurati che i suoi curanti
sapranno suggerirle. Auguri

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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