Anonimo
chiede:
Buongiorno, mi chiamo Claudia, ho compiuto i 40 anni il 19.10.2011. Sono felicemente sposata da quasi 18 anni e non ho figli. Il motivo per cui non ho figli non c’è, semplicemente fino allo scorso anno non l’ho mai cercato, e non perché ero troppo assorbita dai miei interessi o da una carriera lavorativa (sono una semplice impiegata) ma proprio perché non ci pensavo neppure. A 39 anni il mio ginecologo mi ha detto che “ormai erano le ultime cartucce” frase abbastanza infelice… e così con mio marito abbiamo provato senza troppa convinzione per qualche mese a vedere se le nostre cartucce fossero “a salve” ed in effetti non sono rimasta incinta. Poco male, abbiamo accantonato la cosa. Adesso a 40 anni compiuti mi sembra di essere di nuovo in quella situazione dove il tempo stringe, ma io non so se voglio un figlio, non mi alzo al mattino con il desiderio di avere un figlio, non mi sento un vuoto dentro… anzi, sono agitata all’idea di avere un rapporto libero da cui potrebbe nascere un figlio. Tante volte penso di fare dei test per verificare se sono o meno fertile con la speranza di non esserlo e di mettermi il cuore in pace, e poter rispondere a chi mi chiede come mai non ho figli, che non posso averne… Mi sembra di essere fuori dal mondo… tutti cercano un figlio, lo scopo del matrimonio è un figlio… se non hai un figlio non sei realizzata, la coppia non è una vera coppia se non ha un figlio… è un ossessione… Io nel tempo libero alleno bambini dai 5 ai 10/11 anni… e ci sono situazioni in cui non li sopporto, e mi domando come facciano i loro genitori a gestirli e non li invidio nemmeno un po’… Se vedo una mamma con un bimbo appena nato non mi passa neanche dall’anticamera del cervello di commuovermi o di desiderarlo… Se qualcuno cerca di mettermi in braccio un neonato mi tiro indietro… Quando il mio nipotino di 3 anni vuole darmi qualcosa con le sue manine tutte sporche e sbavacchiate a me fa… (mi scuso del termine) schifo! Tutto questo mi fa diventare matta, penso in continuazione a qualche motivazione seria che mi faccia dire voglio un figlio… ma penso solo che è tardi e se devo farlo mi devo muovere… e non credo che sia una motivazione seria quella del “presto che è tardi”. Qualcuno mi dice anche… poi ti pentirai… bene, potrei anche pentirmi di averlo fatto solo per far contenti tutti. Altri mi dicono… e vedrai che poi quando ce l’hai ti abitui, cambierai idea… e se non la cambio? Un bambino non è mica come un vestito, che se non ti piace lo butti… Scusi il mio sfogo dottoressa, ma ho bisogno di qualcuno che non mi condanni o che mi punti il dito addosso come il moralizzatore delle iene. Bisogna avere per forza l’istinto materno? Io ce l’ho? Sono veramente in ansia… Grazie per il tempo dedicatomi.
Cara Claudia, il suo unico problema è di non pensarla come la stragrande maggioranza delle persone. E quando si sente di provare qualcosa di così diverso da quello che viene ritenuto “normale”, ci si sente di conseguenza “non normali”. Se la maggior parte delle persone non desiderasse un figlio, credo che non le sarebbe neanche passato per l’anticamera del cervello di scrivere questa lettera. Invece tutti si affrettano a ricordarle che manca ancora poco per “mettersi in regola”, nemmeno fosse la scadenza del pagamento del Canone Rai. Ma sono profondamente convinta che ognuno di noi abbia il sacrosanto diritto di scegliere quello che sente giusto per sé, ovviamente nel rispetto dell’altro. Quindi lei ha il sacrosanto diritto di non volere un figlio. Non si allarmi troppo, non è né la prima né l’unica a non volerne, ci sono diverse coppie che per scelta non hanno figli. Il punto non è sperare che gli altri smettano di cercare di instillare in lei un istinto materno che non c’è. Il punto è concedere a sè stessa il diritto di dire NO senza sentirsi una mosca bianca, sbagliata, una persona che manca di qualcosa. Gli altri continueranno a chiederle ancora per qualche anno (si rallegri, prima o poi arriverà la menopausa a levarla dall’impiccio) cosa aspetta ad avere un figlio, si conceda di rispondere “non ne voglio” senza provare vergogna, senso di colpa, imbarazzo. Credo ci voglia molto più coraggio a dirsi chiaramente che non si vuole un figlio che a farlo perché tutti si aspettano che una lo faccia e poi condannare sia se stesse che il nostro bambino ad una vita di infelicità. Perché un bambino è assolutamente indifeso, la vittima perfetta delle nostre frustrazioni e delle nostre delusioni. Si conceda il diritto di scegliere, senza permettere ad altri di dirle cosa è giusto che lei faccia nella sua vita. Non speri in un problema di infertilità che le levi la responsabilità della scelta. Scegliere è una responsabilità, sì, ma è anche un diritto. E lei questo diritto se lo deve prendere tutto!
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- Psicologo