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Non è un esame di routine in gravidanza, ma può essere utile verificare i livelli di transferrina nel sangue per monitorare diverse patologie e funzionalità dell'organismo.
Anche per questo è utile approfondire il discorso intorno alla transferrina in gravidanza. Andando ad analizzare cos’è, qual è il suo ruolo nell’organismo, quali i valori di riferimento e, soprattutto, cosa può comportarne un aumento o una diminuzione durante i mesi della gravidanza.
Propriamente la transferrina è una proteina che ha la “funzione di trasportare il ferro dall’intestino a tutte le cellule del corpo che lo utilizzano”. Si può parlare della transferrina come di una proteina multi-tasking. Questo perché si occupa di molteplici azioni biologiche all’interno dell’organismo.
La transferrina è una proteina detta “plasmatica” in quanto si trova disciolta nella parte liquida del sangue, il plasma appunto. Il ferro viene preso dalle sedi dove è conservato (prevalentemente il fegato) e trasportato a tutte le cellule e le parti dell’organismo che ne hanno bisogno (soprattutto il midollo osseo).
Parliamo quindi di una proteina molto importante per lo svolgimento delle funzioni biologiche dell’organismo umano.
L’esame che si occupa di verificare i livelli di transferrina nel sangue si chiama transferrinemia. È un test nel quale si può comprendere la capacità della transferrina di trasportare il ferro. La transferrinemia consiste in un prelievo di sangue, fatto generalmente la mattina a digiuno e sospendendo l’assunzione di integratori di ferro.
Questo esame viene solitamente prescritto insieme alla sideremia e alla ferritina. La sideremia è il test che consente di verificare la quantità di ferro presente nel sangue, mentre la ferritina è l’esame che misura la proteina che si occupa di accumulare il ferro con lo scopo di permettere all’organismo di usarlo il più velocemente possibile.
Per quanto riguarda il dosaggio della transferrina, la sideremia verifica la quantità di questa proteina che nel sangue circola satura. La transferrinemia, invece, consente il dosaggio diretto della proteina nel plasma. Vi è poi anche il test della TIBC (capacità totale di legare il ferro) che verifica la capacità della proteina di legare, appunto, il ferro.
I valori di riferimento standard sono quelli compresi tra 2,0 e 3,6 g/L. L’esame viene prescritto nei casi in cui si sospetti un’anemia da deficit di ferro, per monitorare le funzionalità del fegato o per diagnosticare l’emocromatosi, la malattia che provoca un sovraccarico di ferro nel nostro organismo. Ci sono studi e ricerche che dimostrano come il test della TIBC e quello della saturazione del ferro della transferrina sia utile durante la gravidanza per ricostruire le riserve di ferro in una data precedente a quella dell’esame e riuscire in questo modo a prevenire l’anemia.
Il ruolo del ferro e quindi della transferrina quando si è in gravidanza è fondamentale per la salute sia della mamma che del bambino. la carenza, così come l’eccesso di ferro nel sangue, può provocare seri problemi, ed è quindi utile monitorarla, specie nei casi in cui si sono condizioni particolari.
La gravidanza stessa, specie nel terzo trimestre, è una condizione che porta all’aumento dei valori della transferrina. A provocare l’aumento della transferrina nel sangue possono essere anche l’assunzione di anticoncezionali ormonali, l’ipossiemia (diminuzione dell’ossigeno nel sangue) e l’anemia sideropenica.
Maggiori sono invece i casi in cui si può riscontrare una transferrina bassa in gravidanza. I valori bassi possono verificarsi a seguito di: emocromatosi, fenomeni di malnutrizione o stati infiammatori. Anche le più comuni malattie del fegato, come l’insufficienza epatica o la cirrosi epatica, possono ridurre i livelli di transferrina.
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