La diagnosi prenatale – quella che l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) definisce come l’insieme di indagini che hanno lo scopo di monitorare lo stato di salute del feto e della gravidanza – si avvale di diversi test invasivi e non invasivi. I più noti sono l’ecografia, le analisi del sangue, la villocentesi, l’amniocentesi e la cordocentesi che consentono di sospettare o diagnosticare diverse condizioni: dalle malattie cromosomiche e genetiche alle infezioni passando le malformazioni e a tutta una serie di difetti congeniti che possono causare morbilità e mortalità del feto.

Un aspetto cruciale della diagnosi prenatale è la celerità con cui può essere eseguita e in questo senso è importante parlare della celocentesi che può essere eseguita già a partire dal secondo mese di gestazione per indagare lo stato di salute del feto.

Cos’è la celocentesi?

La celocentesi è una diagnosi prenatale per la talassemia, una rara malattia ereditaria del sangue che causa anemia: una condizione che l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù spiega comportare la diminuzione della quantità di emoglobina all’interno dei globuli rossi.

Questa tecnica diagnostica prenatale è stata perfezionata dall’Associazione Piera Cutino Onlus in collaborazione con la Fondazione Franco e Piera Cutino. Nel 2010 si è conclusa la ricerca scientifica che ha confermato l’efficacia del 100% di questa tecnica per individuare già dal secondo mese di gravidanza la talassemia nel feto.

Tra i vantaggi di questa tecnica diagnostica prenatale c’è che può essere eseguita un mese prima della tradizionale villocentesi, ma che non prevede la perforazione del sacco amniotico e della placenta.

Come si effettua

Come illustrato dall’Associazione per la Ricerca Piera Cutino Onlus il prelievo necessario per la celocentesi avviene tramite la vagina.

L’Osservatorio Malattie Rare aggiunge che questa è attualmente la tecnica di diagnosi prenatale più precoce e che prevede il prelievo di una piccola quantità (circa 1 ml) di liquido celomatico per via transvaginale.

La cavità celomica (o extraemrbionale) si sviluppa nella quarta settimana di gestazione ed è lo spazio più grande del sacco gestazionale e scompare completamente alla dodicesima settimana di gravidanza. Questa cavità avvolge il feto e la cavità amniotica e il liquido al suo interno contiene anche cellule di origine fetale che possono essere isolate per estrarre il DNA fetale sul quale effettuare la diagnosi.

Quando si può effettuare

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Fonte: iStock

Fino a oggi la celocentesi è stata impiegata per le coppie a rischio di talassemia, ovvero quelle nelle quali entrambi i partner sono portatori sani del difetto genetico responsabile della malattia. In realtà può essere utilizzata anche per la diagnosi di malattie monogeniche trasmissibili (sia recessive che dominanti) ed è stata infatti utilizzata anche per la diagnosi della fibrosi cistica, dell’ipertrofia cardiaca, per la sindrome di Cockayne, per la sindrome di Noonan e per altre malattie genetiche rare.

Un aspetto molto interessante è quello evidenziato dalla Fondazione Veronesi che evidenzia come la celocentesi apra le porte alle possibilità del trapianto in utero altrimenti precluse con le altre tecniche. Per i feti affetti da talassemia, infatti, si è ottenuto l’attecchimento di cellule staminali paterne, ma dopo la decima settimana di gestazione il sistema immunitario del feto è sviluppato al punto di poter scatenare una reazione contro il trapianto.

I risultati della celocentesi

La celocentesi viene erogata dal Servizio sanitario nazionale a tutte le coppie di origine italiana e sulla base delle oltre 500 eseguite il tasso di fattibilità è del 99,5%, mentre quello dell’attendibilità diagnostica arriva al 100%.

Rischi e conseguenze

Pur prevedendo l’utilizzo di un ago e risultando quindi invasiva, la celocentesi ha un rischio di danni fetale molto minimo (paragonabile a quello della villocentesi e dell’amniocentesi), così come estremamente basso è il rischio di errore.

La principale conseguenza del ricorrere alla celocentesi è la possibilità di agire consapevolmente decidendo se portare avanti la gestazione anche confidando nelle possibili cure o procedere con l’interruzione volontaria di gravidanza.

A giugno 2023 l’unico centro al mondo dove poter eseguire la celocentesi è quello dell’Ospedali Riuniti “Villa Sofia Cervello” di Palermo e per potervi accedere ci sono due diverse strade in base alla provenienza.

Per le coppie residenti in Sicilia è possibile, tra la sesta e la settima settimana di gestazione, raggiungere il Campus di Ematologia “Cutino” per registrarsi e prevedere i prelievi di sangue e la relativa consulenza genetica.

Per coloro che provengono fuori dalla Sicilia (e più della metà delle donne che richiedono questo test vengono da altre regioni) l’indicazione è di inviare i test di laboratorio di riferimento per la talassemia e un’ecografia eseguita a 6-7 settimane così da snellire la procedura. Una volta che il team ha valutato la questione, contatterà la donna fissando l’appuntamento per la celocentesi.

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  • Screening e diagnosi