Proteina S della coagulazione: perché va misurata (e quando)
Quale è il compito della proteina S della coagulazione, quando bisogna misurarla e quali sono i valori normali? Vediamolo insieme.
Quale è il compito della proteina S della coagulazione, quando bisogna misurarla e quali sono i valori normali? Vediamolo insieme.
La proteina S della coagulazione viene sintetizzata dal fegato, e svolge una funzione importante nel processo di emostasi, cioè l’interruzione del sanguinamento in seguito a una ferita. Il ruolo della proteina S in particolare è di aiutare un’altra proteina sintetizzata dal fegato, la proteina C, a funzionare correttamente.
Entrambe entrambe impediscono un’eccessiva coagulazione del sangue e ne segnalano il corretto funzionamento. I loro valori vengono misurati prima di una gravidanza per escludere alterazioni che potrebbero evidenziare la presenza di trombofilia, cioè l’aumento del rischio che nel sangue si formino dei coaguli (trombi) che possono, nei casi più gravi, provocare embolie.
Durante la gravidanza intervengono numerosi cambiamenti, e il sangue, ad esempio, coagula di più: è il modo che ha il corpo per prevenire il rischio di emorragie durante il parto.
Se la coagulazione è eccessiva, però, può portare ad un aumento del rischio della formazione dei trombi. Per questo in gravidanza le donne considerate a rischio trombofilia vengono monitorate attentamente.
La misurazione della proteina S della coagulazione viene eseguita insieme ad altre analisi di laboratorio su campioni di sangue: insieme compongono lo screening per la trombofilia. Come riportano le Linee guida della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) e dell’Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri (Aogoi):
Va ricordato che le uniche condizioni riconosciute come solidamente associate a trombofilia sono i difetti di anticoagulanti naturali (antitrombina, proteina C e S), il fattore V Leiden (FVL), la variante della protrombina G20210A (PT) e la presenza di anticorpi antifosfolipidi. Altri polimorfismi genetici, identificabili anche con test commerciali, non sono di per sé sinonimo di trombofilia.
In particolare, quindi, lo screening per individuare le alterazioni del sangue andrebbe sempre eseguito prima di una gravidanza, per poter predisporre eventualmente le terapie adeguate.
Lo stesso esame di laboratorio per la proteina S, spiegano le Linee Guida, va eseguito con particolare attenzione:
Lo screening di trombofilia, quando indicato, deve essere eseguito prima della gravidanza. In corso di gravidanza deve essere interpretato con cautela, soprattutto per quanto riguarda i test plasmatici (proteina S in modo particolare) ed eventualmente deve essere integrato con lo studio familiare. È sconsigliato ripetere i test di trombofilia in corso di gravidanza perché i risultati possono essere di difficile interpretazione e potenzialmente fuorvianti.
L’esame si esegue tramite un prelievo di sangue dal braccio, che si effettua a digiuno e dopo avere sospeso eventuali terapie anticoagulanti. Il campione viene inviato al laboratorio per le analisi e qui si misura la presenza della proteina. Come nel caso della
I valori normali della proteina S nel sangue per le donne sono solitamente compresi tra 50 e 110% (i parametri come sempre variano a seconda del laboratorio che esegue le analisi).
Se i livelli di proteina S sono bassi significa che c’è un maggiore rischio di eventi trombotici, perché la proteina non è sufficiente per impedire un’eccessiva coagulazione del sangue. Valori bassi si possono riscontrare in presenza di deficit congeniti oppure nel caso di infezioni o patologie a carico del fegato.
Altri fattori che possono causare un abbassamento della proteina S sono interventi chirurgici recenti oppure l’utilizzo di contraccettivi orali (la pillola anticoncezionale).
Durante la gravidanza la proteina S tende ad abbassarsi, aumentando, appunto, la coagulazione del sangue. Si tratta di una condizione transitoria, e i livelli tornano normali dopo il parto. Ecco perché è importante misurarla prima della gravidanza, per potere avere un quadro della situazione completo.
Livelli alti di proteina S non si associano invece a particolari complicazioni, ma è il medico, di volta in volta, a fare tutte le valutazioni del caso.
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