
Parliamo di ferro e gravidanza, del sospetto di anemia e degli esami del sangue da fare per tenere tutto sotto controllo.
L'LDH è un enzima che, in caso di danno cellulare, aumenta la sua concentrazione nel sangue. È possibile misurare questa concentrazione e ottenere informazioni per verificare la presenza di una patologia.
È il caso del test dell’LDH, utile soprattutto in caso di sospetto di patologie che coinvolgono le cellule e i tessuti organici, ma anche per altre indagini.
L’LDH, ad esempio, viene utilizzato anche per monitorare il decorso di alcune patologie del sangue e del fegato e per valutare la risposta dell’organismo ad alcuni trattamenti.
Di per sé l’LDH (noto anche con il nome di lattato deidrogenasi o lattico deidrogenasi) è un enzima diffuso nei tessuti dell’organismo umano e nel citopolasma. Principalmente l’LDH si trova nei tessuti muscolari, in quelli del fegato, dei reni e del cuore.
In caso di danno cellulare l’enzima LDH aumenta la sua concentrazione nel sangue. Questo aumento viene misurato tramite un normale prelievo del sangue e permette di ottenere importanti informazioni sulla presenza o meno di una determinata patologia.
L’esame dell’LDH non dà luogo a una diagnosi specifica. Il risultato di questo test non restituisce una valutazione precisa del tipo di patologia e della sua collocazione.
Il test, come detto, viene eseguito con un prelievo di sangue (prelevato dalla vena del braccio); il prelievo va fatto a digiuno da almeno 12 ore e dopo aver sospeso qualsiasi sforzo fisico e l’assunzione di medicine che possano influenzare il risultato.
Il test viene richiesto dal medico curante in caso di sospetto di presenza di patologie croniche o acute. Il riscontro di un’anomalia nei livelli dell’enzima LDH porta a supporre la presenza di un danno alle cellule e ai tessuti dell’organismo, ma per averne la conferma (o la smentita) è necessario eseguire altri test (come quello dell’emocromo, della fosfatasi alcalina e delle transaminasi), con i quali avere un quadro clinico completo ed esaustivo.
Il dosaggio degli isoenzimi presenti nell’LDH aiuta a restringere la ricerca, ma, come già affermato, non è una diagnosi vera e propria il cui risultato fornisce un esito certo e confermato.
Data la presenza dell’LDH in diversi tessuti e cellule, esistono anche altri prelievi oltre a quello del sangue che consentono di ottenere informazioni utili in caso di sospetto di una patologia. L’LDH, infatti, può essere monitorato anche nel liquor cerebrospinale o sul liquido pericardico.
I valori di riferimento dell’LDH variano in base all’età delle persone: si attestano intorno ai 135-750U/l per i neonati, ai 160-370U/l per i bambini fino ai 3 anni, 143-290 U/l fino ai 9 anni, 110-283 U/l fino ai 15 anni, per poi stabilizzarsi intorno ai 122-222U/l a partire dai diciotto anni.
Come si può vedere il range dei valori di riferimento è molto ampio, in quanto si tratta di semplici indicazioni. Questi valori, infatti, possono variare anche in base al tipo di test effettuato e in funzione del laboratorio che li esegue.
Per comprendere i valori è bene fare riferimento a quelli indicati all’interno del referto che viene rilasciato dal centro presso il quale sono stati svolti il prelievo e il test.
L’LDH alto in gravidanza (superiore a 600UI/L) è associato al rischio della sindrome di HELLP. Questa sindrome, come sottolinea l’AOGOI, nonostante non abbia un’impostazione clinica uniforme, è una “sindrome clinica, complicanza e/o variante severa della grave gestosi ipertensiva, caratterizzata da emolisi (H: hemolysis), ipertransaminasemia (EL: elevate liver enzymes) e piastrinopenia (LP: low platelet count)”.
I valori alti di LDH possono essere associati ad anemie, malattie epatiche, tumori e altre patologie. L’aspetto importante da sottolineare è come i livelli di concentrazione di questo enzima cambino nel corso dell’evolversi della patologia.
Generalmente aumentano in concomitanza con il danno cellulare, successivamente cresce ulteriormente dopo un determinano lasso di tempo per poi scendere in maniera graduale.
I livelli di concentrazione bassa di LDH durante la gravidanza non costituiscono motivo di preoccupazione. Sono generalmente associati a una eccessiva assunzione di vitamina C o, probabilmente, a un’eccessiva esposizione ai raggi X.
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