Negli esami del sangue da effettuare durante la gravidanza ci sono, oltre all’emocromo, anche quelli che misurano PT e PTT e il fibrinogeno. Il dosaggio di questa proteina, uno dei fattori (fattore I) della coagulazione, viene richiesto quando si sospettano anomalie della coagulazione.

In gravidanza anche le componenti del sistema emostatico (i meccanismi che permettono l’arresto del sanguinamento di un vaso sanguigno danneggiato) vanno incontro a significative variazioni. È importante quindi comprendere cosa succede se il fibrinogeno è alto in gravidanza e cosa fare.

Cos’è il fibrinogeno?

L’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda definisce il fibrinogeno come un polipeptide prodotto dal fegato ed è un componente essenziale, in quanto funge da substrato per la trombina, della cascata coagulativa. Questo studio pubblicato dalla Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica – Medicina di Laboratorio aggiunge che il fibrinogeno è una proteina fondamentale nel mantenimento dell’emostasi essendo un precursore solubile della fibrina che fornisce un supporto per la produzione della trombina e l’aggregazione piastrinica.

Ci sono diverse patologie, acquisite o ereditarie, che possono modificare il fibrinogeno (come la coagulazione intravasale disseminata e la malattia epatica o neoplastica, ma anche le complicanze ostetriche).

Il portale WebMD spiega che esistono due esami del sangue per il fibrinogeno: quello che ne esamina il funzionamento osservando il tempo che impiega per la formazione di un coagulo di sangue e quello che ne misura i livelli nel sangue.

Le cause del fibrinogeno alto in gravidanza

La gravidanza è di suo una condizione in cui fisiologicamente aumentano i livelli di fibrinogeno. Questo perché avvengono cambiamenti importanti nell’emostasi per consentire lo sviluppo placentare e per supportare lo sforzo emostatico che avverrà al momento del parto.

L’aumento della concentrazione del fibrinogeno avviene in maniera progressiva per tutta la gravidanza con livelli che vanno dai 3 g/L nel primo trimestre ai 6 g/L circa del terzo trimestre (per poi tornare a valori normali nel post-parto).

Tra le cause del fibrinogeno alto in gravidanza c’è, come evidenziato in questo studio, l’eccessivo aumento di peso (obesità). Esiste infatti una correlazione tra l’indice di massa corporea e alti livelli di fibrinogeno nel sangue.

Sintomi, conseguenze e rischi

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Fonte: iStock

La preoccupazione dei livelli alti di fibrinogeno in gravidanza oltre quelli considerati fisiologici è legata all’aumento del rischio di condizioni gravissime come il distacco della placenta e l’aborto spontaneo. La Cleveland Clinic suggerisce inoltre la possibilità di ricorrere al test del fibrinogeno (che si effettua mediante normale prelievo di un campione di sangue) anche in caso di aborti ricorrenti.

Il fibrinogeno, inoltre, fa parte delle proteine che aumentano velocemente in caso di: traumi, infiammazione, interventi chirurgici e necrosi tissutale.

Elevati livelli di fibrinogeno si possono riscontrare anche in caso di assunzione di contraccettivi orali e dopo la menopausa. Anche i fumatori tendono ad avere livelli più alti. Livelli elevati sono considerati un fattore di rischio vascolare in quanto c’è un’associazione con l’aterosclerosi e l’infarto miocardico.

Cosa fare in caso di fibrinogeno alto

Se a seguito di un esame di laboratorio risultassero valori eccessivamente alti di fibrinogeno (oltre quelli considerati fisiologici in gravidanza) è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio ginecologo. Egli, valutando la propria situazione e condizione, può prevedere altri approfondimenti diagnostici e il monitoraggio costante di questi valori fino al momento del parto valutando, in base alla causa sottostante, quali accorgimenti e interventi adottare.

Se il fibrinogeno è basso

L’attenzione verso il fibrinogeno va rivolta anche a fronte di bassi livelli di questa proteina. Esistono diverse tipologie di carenza di fibrinogeno: afibrinogenemia (assenza di fibrinogeno nel sangue) ed è una condizione molto rara, ipofibrinogenemia (bassi livelli di fibrinogeno nel sangue) e disfibrinogenemia (livelli normali di fibrinogeno nel sangue ma questi non funziona correttamente).

In gravidanza la preoccupazione è legata a come un valore basso di fibrinogeno potrebbe essere un predittore di emorragia post-partum. A tal proposito questo studio riferisce come i bassi livelli di fibrinogeno siano un biomarcatore affidabile per prevedere l’emorragia post-partum nelle donne con sindrome HELLP. In uno studio pubblicato su ScienceDirect si riporta l’associazione tra esiti neonatali avversi e i livelli di fibrinogeno bassi (inferiori a 250 mg/dl).

Infine, va ricordato come i bassi livelli di fibrinogeno siano comuni nei casi di malnutrizione, alterazioni genetiche ed epatopatia.

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