
L'urinocoltura è un esame delle urine utilizzato per accertare lo sviluppo di batteri che possono essere responsabili di infezioni delle vie urina...
L'esame chimico-fisico delle urine permette di valutare complessivamente una serie di patologie a livello renale.
La densità (peso specifico) varia in rapporto alla capacità del rene di mantenere l’omeostasi dei liquidi e degli elettroliti. Essa aumenta nell’ipersecrezione di ADH, nel diabete mellito scompensato, nella glomerulonefrite, nell’ipoperfusione renale, a causa di ostruzione delle vie urinarie ed in seguito ad assunzione di diuretici. È diminuita nell’insufficienza renale cronica, nella tubulopatia renale, nel diabete insipido nefrogenico.
In condizioni fisiologiche il peso specifico (PS) varia da 1007 a 1030 (normostenuria); quando il PS è minore di 1007 si definiscono urine ipostenuriche o ipotoniche.
L'urinocoltura è un esame delle urine utilizzato per accertare lo sviluppo di batteri che possono essere responsabili di infezioni delle vie urina...
Le urine presentano il caratteristico colore giallo paglierino per la presenza di piccole quantità di urobilina, del pigmento urocromo ed uroeritrina. Quando l’aspetto delle urine è torbido, la causa potrebbe essere dovuta a precipitazione di fosfati a pH alcalino, presenza di urati in urine acide, piuria (urina maleodorante), presenza di globuli rossi (aspetto fumoso) o presenza di goccioline di grasso (ostruzione dei linfatici addominali).
Ci troviamo in presenza di urine rosse, a causa di contaminazione dal flusso mestruale, ematuria (urine fumose, torbide, color rosa), emoglobinuria (rosso chiaro, rosso-marrone), porfiria eritropoietica congenita e cutanea tarda (rosse), alimenti (barbabietole, in soggetti con errore genetico, frescina-colorante). Anche alcuni farmaci potrebbero essere responsabili nella colorazione rossa delle urine: lassativi a base di cascara, chinino, clorochina, fenacetina, fenitoina, ibuprofene, L-Dopa, metil-Dopa, nitrofurantoina, rifampicina, piridio, sulfametossazolo.
Esami in gravidanza: il calendario completo delle analisi e delle indagini cui sottoporsi durante la gestazione per monitorare la salute materno-fe...
Il pH esprime la misura dell’acidità o della alcalinità di qualsiasi sostanza, compresa l’urina. La scala del pH varia da 0 a 14 e la neutralità è indicata da 7. Più basso è il valore del pH rispetto a 7, più è acida una soluzione, maggiore è questo valore rispetto a 7, più essa è alcalina. L’acidità dell’urina, a differenza di quella del sangue, varia nell’arco della giornata.
Questo test serve a confermare la diagnosi delle alterazioni dell’equilibrio acido-basico. Inoltre, consente di diagnosticare i calcoli delle vie urinarie e di seguire la terapia. In caso di calcoli, infatti, le urine sono costantemente acide, con pH inferiore a 5.
Altri fattori che possono rendere le urine acide sono: dieta iperproteica; dieta ricca di frutta (mirtilli); ingestione di farmaci (cloruro di ammonio, metionina); acidosi respiratoria; acidosi e alcalosi metabolica; alcalosi ipopotassiemica (vomito prolungato); ipercorticosurrenalismo.
Le urine possono essere alcaline a causa di: farmaci (bicarbonato di sodio, citrato di potassio, ecc.); dieta ricca di agrumi; alcalosi metabolica; alcalosi respiratoria; infezione da Proteus e Pseudomonas. L’esame si svolge su campione di urine ed il valore normale varia da 4,6 (dopo i pasti) a 7,8 (al mattino a digiuno).
La presenza nelle urine di emoglobina in soluzione, normalmente assente, può essere causata da infarto renale, protesi valvolare cardiaca, farmaci (fenacetina, chinino, arsenico, ecc.), trasfusioni di sangue di gruppo incompatibile, ustioni estese, anemia emolitica autoimmune, emoglobinuria parossistica notturna, malaria, setticemia da Bacillus perfigens, Escherichia coli, CID (coagulazione intravascolare disseminata).
I chetoni sono dei composti chimici, formati dalla degradazione di altri composti chimici (acidi grassi) e ciò succede quando l’organismo non ha più una quantità sufficiente di zuccheri. Normalmente i chetoni non devono essere presenti nell’urina.
Una loro presenza può essere determinata da alterazione del metabolismo dei lipidi, da diabete mellito di tipo I scompensato, da epatiti croniche, da gravidanza, da iponutrizione (sottonutrizione), da esposizione al freddo, da stress, da vomito gravidico, dopo anestesia, da glicogenosi, da sforzi fisici prolungati, da stati febbrili tossici, accompagnati da vomito e diarrea nei bambini.
Normalmente i reni non dovrebbero lasciare passare le proteine nell’urina (vengono bloccate prima) in quanto sono sostanze molto importanti per l’organismo e non possono essere smaltite. Nelle urine, dunque, le proteine dovrebbero essere assenti, ma a volte sono presenti in quantità minime e non patologiche e comunque in quantità inferiore a 150 mg nelle urine delle 24 ore. La loro occasionale presenza potrebbe essere dovuta a diverse situazioni non preoccupanti come sforzi fisici, malattie febbrili, colpi di calore.
Una loro presenza significativa può essere determinata da anemia, da amiloidosi, da avvelenamento da arsenico, bismuto e mercurio, da cistite, da diabete mellito, da glomerulonefrite, da gotta, da gravidanza, da mieloma multiplo, da pielonefrite, da sindrome nefrosica, da shock, da malattie vascolari (ipertensione, scompenso cardiaco). L’esame si effettua sulle urine delle 24 ore. Si impiegano molti metodi differenti, ma prevalentemente l’elettroforesi.
La bilirubina è una sostanza di colore giallo-rosso e rappresenta il prodotto di degradazione dell’emoglobina, pigmento rosso presente nei globuli rossi del sangue. Conferisce il colore scuro alle feci; è il principale pigmento presente nella bile. In presenza di bilirubina le urine assumono colore marsala scuro.
Normalmente la bilirubina non dovrebbe essere presente nell’urina, se non in piccolissima quantità (0,02 mg/100ml). Una sua presenza potrebbe essere causata da anemia emolitica, da anemia perniciosa, da avvelenamento da arsenico, fosforo e piombo, da carcinoma del pancreas, da calcoli delle vie biliari, da cirrosi epatica, da infiammazione delle vie biliari all’interno del fegato (colangite), da ittero ostruttivo, da epatite acuta virale, da malattia infettiva di breve durata e di gravità variabile, provocata da un virus trasmesso dalle zanzare (febbre gialla), da ipotermia, da malaria, da sepsi, da talassemia.
L’urobilina e l’urobilinogeno sono prodotti di trasformazione, per mezzo dei batteri intestinali, della bilirubina (pigmento contenuto nella bile dell’uomo). Normalmente queste due sostanze non dovrebbero essere presenti nelle urine se non in piccolissima quantità (0,5-2,5 mg nelle urine raccolte nell’arco delle 24 ore). Il loro aumento indica epatopatie (virali, acute e croniche, tossiche, cirrosi, neoplasie), anemia emolitica o un’ostruzione delle vie biliari.
Le urine con eccesso di urobilina presentano color giallo-marrone e non formano schiuma. Un’assenza di pigmenti biliari si osserva negli itteri ostruttivi completi.
La presenza di nitriti nelle urine è indice di infezioni delle vie urinarie. Il test si basa sulla capacità di alcuni batteri di ridurre i nitrati a nitriti. La positività è indice di batteriuria (E. coli, Proteus, Klebsiella, Pseudomonas, Stafilococco, Enterococco, ecc.). La negatività non esclude un’infezione (possibile infezione da germi che non riducono i nitrati a nitriti).
Il glucosio è uno zucchero semplice (monosaccaride) ed è la principale fonte di energia dell’organismo per il metabolismo delle cellule. Normalmente nelle urine deve essere assente. Una sua presenza indica generalmente tubulopatie, glicosuria renale semplice, fruttosuria, galattosuria, lattosuria, pentosuria.
Un aumento del glucosio nelle urine, contemporaneamente ad un aumento della glicemia nel sangue, potrebbe essere indice di diabete mellito, acromegalia, sindrome di Cushing, ipertiroidismo, feocromocitoma, pancreatite cronica avanzata, neoplasia pancreatica, fibrosi cistica avanzata, emocromatosi, asfissia, tumore o emorragia cerebrale (ipotalamo), ustioni estese, uremia, insufficienza epatica grave, sepsi, shock cardiogeno, assunzione di corticosteroidi, ACTH, diuretici tiazidici, estroprogestinici.
L'acetone, la sostanza prodotta dal nostro organismo e presente anche in alcuni prodotti, è nociva per la gravidanza? Ecco tutto quello che c'è d...
Questi risultati scientifici permetterebbero di sviluppare nuovi trattamenti per favorire il concepimento, quando esso non è possibile naturalmente.
Una corretta alimentazione parte dalle giuste dosi giornaliere: ma di quanta frutta, verdura e proteine hanno bisogno i bambini per crescere bene? ...
Non rientra tra gli esami di routine da eseguire durante la gravidanza, ma la coprocoltura può a volte essere richiesta per identificare diverse i...
Non è tra quelli di routine, ma è un esame cui si ricorre in casi particolari per diagnosticare precocemente anomalie cardiache del feto così da...
Parliamo di quei globuli bianchi che aumentano in corso di un'infezione o di altri interventi del sistema immunitario. Scopriamo quando i valori an...
Anomalie nei globuli rossi possono portare a forme più o meno gravi di anemia; ecco a cosa serve il test di Simmel per prevenire e riconoscere le ...
Un esame che analizza i livelli di concentrazione di azoto nel sangue e che in alcune gravidanze può essere indispensabile prevedere.
L'esame della proteina C reattiva consente di individuare se è in corso un'infiammazione o un'infezione e valutare l'andamento della terapia. Ecco...
Cosa significa se dall'esame del sangue il valore del fibrinogeno è alto? E quando è basso? Ecco cosa c'è da sapere di una proteina molto import...