All’interno dei globuli rossi si trova una proteina, l’emoglobina (Hb), che ha il compito di trasportare l’ossigeno nel sangue. L’emoglobina si compone di due diverse parti: la globina, la parte proteica, e l’eme, che contiene ferro. Il colore rosso del sangue è dovuto proprio alla presenza dell’emoglobina.

Se manca il ferro non si può costruire l’emoglobina: ecco perché in seguito all’assenza di ferro si sviluppa l’anemia, una patologia che in gravidanza può dare origini a complicazioni. Per monitorare la quantità di ferro in gravidanza vengono prescritti regolarmente esami del sangue volti ad analizzare la situazione.

Emoglobina: a cosa serve l’esame

In gravidanza, come anticipato, è molto importante misurare la presenza di ferro, e per questo la futura mamma viene sottoposta a controlli di routine attraverso gli esami del sangue (emocromo). Un’eventuale anemia va individuata al più presto, poiché, come ricorda l’AOGOI

L’anemia è un importante fattore di rischio di morbilità sia per la madre che per il feto. La sua incidenza in gravidanza varia dal 22% nei paesi sviluppati al 56% nei paesi in via di sviluppo. L’elevata prevalenza di questa condizione anche nei paesi occidentali, che interessa circa il 41.8% delle gravidanze, ne fa un Global Health Problem. È quindi importante diagnosticarla con i test diagnostici e curarla con i trattamenti efficaci di cui disponiamo.

Non esiste un solo tipo di anemia, ma ne sono stati individuati almeno 400. Tra i sintomi più frequenti dell’anemia da mancanza di ferro sono stanchezza, pallore, irregolarità nel battito cardiaco, difficoltà di respirazione, dolore al petto, vertigine, difficoltà di concentrazione e irritabilità, mani e piedi freddi.

Un tipo particolare di anemia è la cosiddetta anemia mediterranea, o talassemia, una patologia genetica ereditaria che consiste in un’alterazione della struttura dell’emoglobina e può avere diversi gradi di gravità. Come spiega il Ministero della Salute

Le talassemie si riscontrano soprattutto nell’area mediterranea: di qui il termine di anemia mediterranea. In Italia, si stimano più di 3 milioni di portatori, particolarmente distribuiti tra le popolazioni meridionali e insulari, ma anche venete e ferrarese. Vista l’elevata frequenza degli eterozigoti nella popolazione dell’area del mediterraneo, la consanguineità tra genitori, inoltre, è un potenziale fattore di rischio per la malattia.

Emoglobina: quando si misura

In gravidanza l’emocromo (esame completo del sangue) viene prescritto tre volte, una per ogni trimestre: alla prima visita ginecologica (in genere entro le 10 settimane di gravidanza), intorno alla 28-30^ settimana e dopo la 32^ settimana.

L’emocromo rientra nell’elenco degli esami gratuiti in gravidanza.

Emoglobina: valori e risultati

L’esame dell’emoglobina consiste in un prelievo di sangue che viene inviato in un laboratorio per l’analisi. Il test dell’emoglobina si effettua all’interno dell’esame dell’emocromo, che analizza la composizione del sangue.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si tratta di anemia se i valori dell’emoglobina nel sangue si trovano al di sotto di 12 g/dL per le donne e 13,4 g/dL per gli uomini.

Un abbassamento dei valori dell’emoglobina è piuttosto frequente in gravidanza, ed è frequente anche soffrire di anemia perché durante la gestazione la richiesta di ferro è più alta: durante la gravidanza infatti il volume del plasma del sangue aumenta maggiormente rispetto al volume dei globuli rossi.

Anonimo

chiede:

Garantire il giusto apporto di ferro, in primis con una dieta adeguata (ricca di folati, che si trovano ad esempio nelle verdure a foglia verde e nei legumi) ed eventualmente con integratori di ferro da prendere su indicazione medica, è molto importante per il corretto andamento della gravidanza.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Rating: 5.0/5. Su un totale di 2 voti.
Attendere prego...

Categorie

  • Esami del Sangue
  • Esami in gravidanza