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La gravidanza è essa stessa causa dell'aumento dei livelli di D-dimero; quando è il caso di preoccuparsi?
Il sangue circola in forma fluida all’interno dei vasi sanguigni (vene e arterie) svolgendo il suo preziosissimo e vitale compito (rifornire di nutrienti e ossigeno le cellule e smaltire i prodotti di scarto). In caso di ferite o danni a uno di questi vasi l’organismo prevede una sorta di sistema di riparazione che consiste nella formazione di un coagulo (formazione semisolida composta generalmente da piastrine, globuli rossi e fibrine) che ha lo scopo di arrestare l’emorragia.
Tale processo di coagulazione si attiva prevalentemente in caso di ferite, tagli o problemi che provocano la fuoriuscita di sangue dai vasi sanguigni. In alcune circostanze il processo di coagulazione può non funzionare portando a malattie trombotiche (quando la coagulazione è eccessiva) o malattie emorragiche (quando la coagulazione è insufficiente). Il D-dimero è uno dei marcatori che permette di monitorare queste condizioni.
Propriamente i D-Dimeri sono dei frammenti di fibrina “prodotti dalla sua degradazione enzimatica ad opera della plasmina. […] La quantità di D-dimero prodotta è un indice dell’intensità della degradazione del coagulo di fibrina”. Questo perché, in maniera sintetica, in condizioni normali quando si forma il coagulo (il “tappo” di riparazione dell’emorragia) questo viene successivamente degradato dalla plasmina.
Durante la formazione del coagulo, infatti, aumenta la presenza di D-dimeri nel sangue, ma i suoi livelli dovrebbero tornare normali quando il processo di coagulazione è terminato. Se questo non accade significa che il processo di coagulazione non sta funzionando come dovrebbe e c’è il rischio di incorrere nelle malattie di cui abbiamo già accennato.
Per comprendere se il livello di D-dimero è alto in gravidanza, bisogna conoscere i valori normali che si utilizzano come riferimento.
Generalmente la soglia considerata normale è di 0,5 mg/L, ma è doveroso ricordare che, come capita per molti altri esami clinici, anche in questo caso i valori normali possono cambiare nei vari laboratori, in quanto viene utilizzato un metodo di analisi differente che può spostare il livello dei valori considerati normali.
La gravidanza è essa stessa causa dell’aumento dei valori di D-dimero, motivo per cui generalmente questa rilevazione non deve costituire motivo di preoccupazione.
Il valore alto di D-dimero è maggiore nelle gravidanze fisiologiche e quelle patologiche, soprattutto nel periodo del puerperio, ovvero quello successivo al parto fino al ritorno alla normalità degli organi genitali femminili.
Come abbiamo avuto modo di anticipare la presenza di un D-dimero alto in gravidanza non costituisce un pericolo. Anzi, durante la gestazione il D-dimero può raggiungere un valore cinque volte superiore rispetto a quello delle donne che non sono in gravidanza.
È stato riscontrato come il Covid-19 sia spesso responsabile anche dell’aumento dei valori di D-dimero provocando effetti sulla coagulazione del sangue con relativo rischio di “embolia e ictus, ma anche di coagulazione intravascolare disseminata”.
Gli studi condotti sembrano indicare come l’aumento del D-dimero è progressivo nelle gravidanze fisiologiche, ma che può essere aggravato dal diabete gestazionale e dal fumo.
Per una corretta valutazione del livello di D-dimero alto in gravidanza è necessario che l’interpretazione dei risultati del test (che avviene mediante prelievo di sangue da una vena) venga svolta da un medico e mai autonomamente. Di per sé il test del D-dimero non è molto specifico, in quanto l’aumento dei valori è associato a tantissime cause, non tutte – com’è il caso anche della gravidanza fisiologica – pericolose per la salute della donna.
I valori alti del D-dimero sono associati sia a condizioni fisiologiche (gravidanza, fumo, eccetera) che patologiche (intervento chirurgico, traumi, tumori, infezioni, eccetera) ed è importante individuare la ragione per cui vi è un aumento di questi frammenti di fibrina.
Le donne in gravidanza che hanno un D-dimero alto devono, seguendo le indicazioni del proprio medico, proseguire con un approfondimento diagnostico atto a escludere la presenza delle condizioni per una trombosi venosa o un’embolia polmonare. Tale approfondimento avviene tramite ecocolordoppler, scintigrafia o TAC polmonare.
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