
La gravidanza genera solo dolori, stanchezza, nausee e fastidi vari? No, ci sono valide ragioni (scientifiche) per dire che il rimanere incinta pro...
Misurare la colinesterasi durante la gravidanza è utile in caso di parto cesareo o per doversi sottoporre ad altri interventi chirurgici: scopriamo il perché.
Concentriamo la nostra attenzione sulla colinesterasi, che rappresenta un ottimo indicatore per monitorare il corretto stato di diverse funzioni, specie quelle del fegato e del sistema nervoso.
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Propriamente la colinesterasi è un gruppo di enzimi presenti nell’organismo umano. Esistono due tipologie di colinesterasi: gli aceticolinesterasi e gli pseudocolinesterasi. I primi si trovano nei globuli rossi, nella milza, nelle cellule dei polmoni e nelle terminazioni nervose, mentre i secondi nei muscoli, nel fegato, nel cuore e nel pancreas.
Il test per misurare la colinesterasi viene richiesto in gravidanza quando si deve procedere con un parto cesareo e in generale prima di ogni intervento chirurgico. Questo perché la colinesterasi può incidere sulla capacità dell’organismo di metabolizzare le sostanze presenti nei farmaci impiegati per eseguire l’anestesia.
La pseudocolinesterasi, infatti, si occupa del metabolismo della succinilcolina, la sostanza che maggiormente viene utilizzata come anestetico negli interventi chirurgici. Pazienti con carenze di pseudocolinesterasi, in caso di intervento chirurgico, se non trattato adeguatamente, possono avere come conseguenza un’apnea respiratoria e una prolungata paralisi muscolare. Le persone omozigoti per la pseudoclinesterasi possono avere sintomi più gravi rispetto agli eterozigoti.
L’esame per la colinesterasi viene richiesto per diverse ragioni. Per verificare la corretta funzionalità epatica, ma anche per individuare la presenza di patologie come l’epatite e la cirrosi. È impiegato quando si sospetta un’intossicazione o un avvelenamento da pesticidi organofosfati.
I pesticidi, infatti, inibiscono gli enzimi della colinesterasi e possono manifestarsi con sintomi anche gravi. Tali sintomi possono manifestarsi a seguito di un’esposizione cronica o acuta ai pesticidi a seguito di inalazione, contatto o ingestione. Solitamente questo esame viene richiesto a chi, per motivi di lavoro, è costantemente in contatto con i pesticidi, come sono gli operatori dell’industria chimici e chi lavora nelle aziende agricole.
Ci sono casi anche di persone con carenza ereditaria di pseudoolinesterasi. Così come l’esistenza di forme atipiche di colinesterasi. Queste ultime vengono distinte in base alla resistenza all’inibizione da fluoruro e da dibucaina.
L’esame per la colinesterasi viene eseguite tramite un normale prelievo di sangue, da eseguire a digiuno. I valori considerati normali sono quelli che sono compresi tra i 3000 e gli 11500 U/L. Per le donne in gravidanza l’esame per la colinesterasi generalmente viene richiesto tra la trentacinquesima e la quarantesima settimana di gravidanza. Questo esame viene eseguito contestualmente ad altri controlli sulla coagulazione del sangue.
È stato verificato come durante la gravidanza i livelli di colinesterasi plasmatica abbiano una riduzione significativa che poi rimane stabile durante i mesi successivi, per poi ridursi ulteriormente nei giorni successivi al parto.
Questa riduzione dell’attività plasmatica potrebbe, anche se non ci sono conferme definitive, essere la conseguenza di un’alterata funzionalità epatica durante la gravidanza o dalla normale emodiluizione (l’abbassamento dei globuli rossi in rapporto al volume del plasma) che si verifica durante i mesi che precedono il parto.
I livelli di colinesterasi nel plasma e nei globuli rossi ritornano normali entro la sesta settimana dopo il parto. I risultati degli studi condotti hanno mostrato come i livelli di colinesterasi nel plasma erano entro i valori di riferimento sia per le donne in gravidanza che per i neonati, mentre i livelli nei globuli rossi erano superiori a quelli di riferimento per le donne in gravidanza e inferiori per i neonati.
Nel caso in cui i test eseguiti in gravidanza indicassero livelli di colinesterasi bassi, che possono essere causati anche da malattie epatiche croniche o problemi di malnutrizione, sarà compito dell’anestesista individuare farmaci alternativi da utilizzare in caso di necessità.
Valori alti di colinesterasi non hanno rilevanza clinica e possono essere associati a malattie cardiache congenite, obesità o fenomeni di alcolismo.
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