L’attenzione per l’ovulazione è sempre molto elevata, soprattutto in relazione alle tempistiche con le quali avviene. Questo perché conoscere quando si ovula permette di gestire la propria fertilità e cercare (o evitare) una gravidanza.

Esistono diversi disturbi dell’ovulazione che determinano il 25-30% dei casi di infertilità. Tra questi è doveroso porre l’attenzione sull’ovulazione tardiva ovvero quella che, come indica il nome stesso, avviene più tardi rispetto a quanto avviene normalmente.

I tempi dell’ovulazione

Per comprendere l’ovulazione tardiva e le sue conseguenze e implicazioni è doveroso conoscere i tempi dell’ovulazione, ovvero il processo di maturazione dell’ovocita per predisporsi alla fecondazione.

Durante il ciclo mestruale l’organismo femminile fa maturare diversi ovociti, ma solamente uno (quello dominante) è quello candidato per essere fecondato. Questo complesso meccanismo non si verifica sempre allo stesso momento per tutte le donne in quanto dipende da diversi fattori.

Generalmente e come indicazione di massima si dice che l’ovulazione avvenga intorno al 14° giorno, ma è una stima e, come anticipato, non è detto che avvenga esattamente in quella giornata.

Tanto che non è raro che si verifichi un’ovulazione anticipata o, nel caso che qui ci interessa, di ovulazione tardiva, ovvero quella che avviene dopo il ventunesimo giorno, quindi a ridosso dell’eventuale ciclo mestruale successivo.

Ovulazione tardiva: le cause

Ogni ciclo mestruale si compone di tre diverse fasi: quella follicolare, l’ovulazione vera e propria e la fase luteale.

La fase luteale è quella che solitamente mantiene una durata costante, mentre la fase follicolare è la più instabile e può durare dai 10 ai 16 giorni. Qualora la fase follicolare si prolungasse allora l’ovulazione sarebbe tardiva o in alcuni casi addirittura assente.

Le variabili che incidono sulla durata della fase follicolare e quindi sull’ovulazione sono diverse, ma tutte riconducibili a squilibri ormonali. Questi possono essere temporanei o duraturi e determinati da:

  • forte stress, sia fisico che mentale;
  • sindrome dell’ovaio policistico;
  • patologie della tiroide;
  • alcuni farmaci antipsicotici, antidepressivi e antinfiammatori non steroide;
  • uso di droghe quali marijuana e cocaina.

Anche i cicli di chemioterapia e gli altri trattamenti contro il cancro possono avere profonde conseguenze a livello ormonale e quindi sulle tempistiche dell’ovulazione.

Sono da considerare anche l’età e il peso delle donne. A livello anagrafico le adolescenti e le donne più in là con gli anni sono più soggette ad avere cicli irregolari e quindi ovulazioni tardive. Anche quelle sovrappeso (così come quelle sottopeso) possono essere soggette a episodi di ovulazioni tardive a causa di anomalie ormonali.

Tra i responsabili dell’ovulazione tardiva troviamo anche l’allattamento al seno. La produzione della prolattina, l’ormone che si occupa della formazione del latte, annulla l’ovulazione e le mestruazioni.

È bene ricordare che non bisogna considerare questo meccanismo come metodo per il controllo delle nascite in quanto non è efficace. Diversi studi mostrano come il 2% delle donne che utilizzano l’allattamento al seno come metodo contraccettivo ottiene una nuova gravidanza entro sei mesi dal parto.

Ovulazione tardiva con ciclo regolare

Il fenomeno dell’ovulazione tardiva non è raro anche nelle donne che hanno cicli regolari. La ragione è molto semplice: i tempi dell’ovulazione sono molto variabili e non si tratta di un meccanismo che si ripete sempre con le medesime tempistiche. Tanto che ci sono studi che mostrano come solamente il 30% delle donne ha la propria finestra fertile tra il decimo e il diciassettesimo giorno del ciclo mestruale.

Questo significa che due terzi delle donne, anche quelle che hanno un ciclo regolare, possono ovulare prima o dopo quel periodo. È quindi fondamentale che ogni donna sia informata su questa imprevedibilità e consapevole che il proprio corpo non è un distributore automatico che fa maturare gli ovuli a richiesta.

La consapevolezza di questa estrema variabilità è fondamentale per conoscere il proprio corpo, capirne i segni e regolarsi di conseguenza sia quando si è alla ricerca di una gravidanza che quando la si vuole evitare.

Ovulazione tardiva: quali sono i sintomi?

Abbiamo visto che l’ovulazione è un meccanismo molto variabile che non si verifica sempre esattamente nello stesso momento. in caso di ovulazione tardiva è possibile notare alcuni cambiamenti fisici per riconoscere questa condizione.

L’aumento del muco cervicale o della temperatura basale, per esempio, possono essere indicative che l’ovulazione è in corso. In alcuni casi l’ovulazione tardiva può essere accompagnata da dolori addominali e sanguinamenti e in questi ultimi casi è importante prestare sempre la massima attenzione.

Ovulazione tardiva e concepimento

Tutti i disturbi dell’ovulazione incidono direttamente sulla fertilità e sulla possibilità di ottenere un concepimento. Nel caso dell’ovulazione tardiva parliamo di uno dei casi più frequenti di infertilità femminile in quanto è più difficile individuare il periodo in cui avere un rapporto orientato al concepimento. Questo non significa che la gravidanza non sia possibile, ma che è più difficile.

Le possibilità del concepimento sono legate anche alla causa sottostante l’ovulazione tardiva e in alcuni casi (come per la sindrome dell’ovaio policistico) la ricerca della gravidanza può avvenire solo al termine del trattamento per quella condizione.

Il consulto e il supporto con un medico è sempre indispensabile per individuare la causa e comprendere come intervenire.

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