Parliamo di salute riproduttiva e in modo particolare di quella maschile. L’OMS (come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità) la definisce come lo stato di benessere fisico, mentale e sociale correlato al sistema riproduttivo e alle sue funzioni. Per valutare questo stato di benessere esistono una serie di esami, controlli e valutazioni cui l’uomo può sottoporsi.

Il primo e più noto è lo spermiogramma, che si occupa di analizzare il liquido seminale con l’obiettivo di valutare gli spermatozoi, noti anche con il nome di nemaspermi.

Nemaspermi: cosa sono?

I nemaspermi, gli spermatozoi, sono propriamente le cellule riproduttive dell’uomo. La loro produzione avviene nei testicoli e procede di pari passo, spiega il Ministero della Salute, con quella del testosterone mediante la secrezione dell’ormone rilasciante la gonadotropina (GnRH) da parte dell’ipotalamo e tramite il controllo della secrezione dell’ormone follicolo-stimolante (FSH) e dell’ormone luteinizzante (LH) da parte dell’ipofisi.

Gli spermatozoi sono l’ultimo stadio di maturazione che inizia con lo spermatogonio, prosegue con lo spermatocita e lo spermatide, per poi arrivare al vero e proprio spermatozoo.

Gli spermatozoi rappresentano, riferisce questo studio, solamente tra il 2% e il 5% del liquido seminale, che per il resto è formato da composti organici e inorganici che compongono il plasma seminale, il quale svolge diverse funzioni. Da una parte il plasma seminale nutre e favorisce lo sviluppo degli spermatozoi proteggendoli dalle infezioni, e dall’altra li aiuta a superare l’ambiente immunologico e chimico del tratto riproduttivo femminile.

I valori normali di uno spermiogramma

Spermiogramma
Fonte: iStock

È importante sottolineare fin da subito come – a differenza di quanto comunemente accade – lo spermiogramma non sia un esame destinato solamente a verificare la fertilità maschile. La mancanza o la ridotta presenza di nemaspermi, evidenzia l’I.R.C.C. Ospedale San Raffaele, può essere un fattore predittivo per l’insorgenza di malattie metaboliche, cardiovascolari e tumorali.

Come riportato nel Manuale di laboratorio dell’OMS per l’esame e il trattamento del liquido seminale (disponibile sul sito della Società Italiana di Andrologia), il liquido seminale ha due parametri quantificabili, il numero degli spermatozoi e il volume di fluido, che consentono di valutare diversi aspetti.

Il numero degli spermatozoi, infatti, riflette la produzione da parte dei testicoli, la pervietà dei dotti, l’efficacia delle contrazioni della muscolatura e l’efficienza erettile ed eiaculatoria. Il volume di fluido apportato dalle ghiandole accessorie, invece, riflette l’attività secretoria delle ghiandole e le contrazioni della muscolatura, potendo così ottenere tutta una serie di informazioni sullo stato della salute riproduttiva maschile.

Propriamente, lo spermiogramma è l’esame che si occupa di valutare la qualità, il numero, la forma e la motilità degli spermatozoi. Da queste informazioni è possibile valutare la presenza di patologie degli spermatozoi legate ai disturbi della spermatogenesi. Il Manuale MSD riporta:

A queste si aggiungono l’aspermia (assenza di liquido seminale), l’ipopsia e l’ipospermia (volume di eiaculato basso) e l’iperspermia (volume di eiaculato troppo alto). I principali parametri di riferimento sul numero, la mobilità e la morfologia dei nemaspermi, come riportato in questo studio, sono:

  • numero degli spermatozoi (intervallo normale 20-250 milioni/ml);
  • percentuale di cellule mobili (> 50%);
  • percentuale di cellule anormali (< 60%).

Inoltre lo spermiogramma consente di valutare anche altri fattori:

  • volume dell’eiaculato (tra 1.5ml e 5ml);
  • numero totale degli spermatozoi presenti (superiore a 39 milioni);
  • acidità (pH tra 7.2 e 8);
  • quantità (almeno 15 milioni di spermatozoi per millilitro).

Per effettuare l’esame è necessario astenersi per almeno due giorni dai rapporti sessuali, sospendere l’assunzione di antibiotici e antinfiammatori, raccogliere il campione di liquido seminale in un contenitore sterile e consegnarlo entro 1 ora al laboratorio analisi.

Nemaspermi e fertilità maschile

Tra i motivi per cui il concepimento (e l’inizio della gravidanza) può non verificarsi vanno considerate anche tutte le cause legate all’infertilità maschile. Se per l’infertilità femminile i disturbi possono interessare diversi elementi (anomalie dell’utero, problemi ormonali, irregolarità dell’ovulazione, endometriosi, eccetera), per l’infertilità maschile tutte le cause (infezioni alle vie urinarie, essersi sottoposti a interventi chirurgici, traumi, malattie sessualmente trasmissibili, infiammazioni, eccetera) vanno ad alterare gli spermatozoi.

Per questo la qualità dei nemaspermi è fondamentale per la fertilità maschile: sia per chi cerca una gravidanza mediante rapporti non protetti, che chi ricorre alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. In tutti i casi i nemaspermi sono i protagonisti della fertilità maschile.

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