Quando si parla di fertilità si è soliti dedicarsi esclusivamente (o quasi) al cosiddetto orologio biologico femminile e al periodo fertile, quando invece a svolgere un ruolo determinante è anche l’anagrafe maschile.

C’è infatti anche un’età della fertilità maschile da considerare soprattutto se si tiene conto, come evidenziato in questo studio, che l’aumento dell’età maschile ha effetti negativi non solo sulle possibilità di concepimento (parametri dello sperma), ma anche sulla salute della prole.

La relazione tra età e fertilità maschile

Il processo di produzione dei gameti (spermatozoi e ovuli) è sostanzialmente diverso. Nelle donne gli ovuli sono quelli sin dalla nascita e il loro numero diminuisce con il passare degli anni e dei cicli mestruali, mentre negli uomini c’è una continua produzione di spermatozoi.

Sebbene questa non si interrompa con l’invecchiamento, spiega il Ministero della Salute, la spermatogenesi peggiora di qualità come effetto del declino graduale dei livelli di ormoni e con la comparsa (o il peggioramento) di diverse patologie andrologiche.

La spermatogenesi dura mediamente tra i 72 e i 74 giorni, portando ogni giorno alla produzione di circa 100 milioni di nuovi spermatozoi. Con il passare degli anni cala il numero delle cellule di Sertoli (cellule dei testicoli che inducono la spermatogenesi), con conseguente diminuzione del numero di spermatozoi.

Entrando più nel dettaglio, l’Instituto Marqués indica come il trascorrere del tempo sia associato a cambiamenti importanti nello sperma. Si assiste a un’ossidazione degli spermatozoi con la comparsa di lesioni a catena nel loro DNA, la riduzione della capacità di fecondare e l’aumento di materiale genetico danneggiato che può essere responsabile di diverse malattie nel feto.

Sul rapporto tra età maschile e anomalie cromosomiche la questione è controversa essendo ancora pochi i casi disponibili e in molti di questi bisognerebbe indagare anche gli altri fattori (non ultimi quelli legati all’età materna). Uno studio pubblicato su Reviews in Urology riferisce che non è possibile riscontrare alcun legame tra l’età paterna e la sindrome di Down, la sindrome di Klinefelter, la sindrome di Turner, la sindrome XYY e la sindrome di Apert.

I limiti della fertilità nel tempo

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Fonte: iStock

Nel corso del tempo, la quantità di liquido seminale e la motilità degli spermatozoi diminuisce in modo costante. A questo proposito la Società Italiana Studi di Medicina della Riproduzione (SISMeR) riporta che per una coppia in cui l’uomo ha meno di 25 anni occorrono mediamente 4 mesi e mezzo per ottenere una gravidanza, mentre se l’uomo ha più di 40 anni occorrono quasi due anni.

Nonostante non ci sia una soglia di età specifica in questa progressiva perdita di fertilità maschile, il portale NewsMedical, riportando i risultati di diverse ricerche e analisi retrospettive, spiega come il numero di spermatozoi mobili diminuisce dopo i 34 anni, il numero degli spermatozoi con morfologia tipica si riduce dopo i 40 anni, dopo i 43 anni diminuisce la motilità degli spermatozoi così come dopo i 45 anni si riduce il volume dell’eiaculato prodotto. Dopo i 55 anni, inoltre, diminuisce la proporzione di spermatozoi nell’eiaculato portatori di Y:X.

Quali sono gli altri fattori?

La riduzione della fertilità maschile che si può stimare iniziare intorno ai 34 anni è legata anche al restringimento dei tubuli seminiferi, a una serie di cambiamenti morfologici, alla diminuzione dei livelli di testosterone totale e libero così come ai cambiamenti della regolazione ipotalamo-ipofisi-gonadi.

Tra i fattori responsabili dell’infertilità maschile rientrano anche l’assunzione di droghe e sostanze come gli steroidi anabolizzanti, la cannabis, la cocaina, le anfetamine e diversi tipi di oppiacei. Anche il fumo e lo svolgere attività lavorative nelle quali si trascorrono molte ore seduti o in ambienti particolarmente caldi sono fattori che condizionano negativamente la fertilità maschile.

C’è anche da considerare, come evidenziato in questo studio, che con il passare degli anni la riduzione dei livelli di testosterone può influenzare la fertilità anche attraverso la disfunzione erettile e il calo della libido. Infine, ma non meno importante, l’invecchiamento è spesso associato all’insorgenza di malattie e alla relativa necessità di assumere farmaci che possono aumentare i tassi di infertilità.

5 consigli per ridurre l’impatto dell’età sulla fertilità

Se sull’invecchiamento non si può intervenire molto si può fare per proteggere la fertilità, adottando una serie di accorgimenti e sane abitudini utili anche a preservare la salute degli spermatozoi.

1. No a fumo, droghe e alcol

Più si fuma più diminuisce il numero degli spermatozoi. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) indica come nei forti fumatori si registri un calo addirittura del 22%. Il fumo non è responsabile solamente della riduzione del numero degli spermatozoi, ma anche della loro ridotta vitalità, con conseguente aumento del rischio di aborti spontanei e mutazioni genetiche.

Vanno assolutamente evitate anche le droghe così come l’uso di steroidi anabolizzanti spesso impiegati per aumentare la forza e la massa muscolare. Anche l’alcol può aver ripercussioni negative sulla fertilità peggiorando motilità, vitalità e morfologia degli spermatozoi oltre a causare calo della libido e impotenza.

2. Cura della salute

Avere un buono stato di salute è il modo migliore per ridurre l’impatto dell’età sulla fertilità. Questo si concretizza con l’adozione di uno stile di vita sano ed equilibrato, ma anche con l’attenzione a tutti i fattori di rischio che, soprattutto in ambito lavorativo, possono determinare un pericolo per la propria fertilità.

3. Alimentazione e peso

La Mayo Clinic riporta come secondo alcune ricerche l’aumento dell’indice di massa corporea (BMI) è associato alla riduzione della quantità e della motilità degli spermatozoi. Oltre a fare attività fisica e a fuggire uno stile di vita sedentario, quindi, è consigliato seguire una dieta sana ed equilibrata che ha effetti benefici anche sulla salute degli spermatozoi.

4. Avere rapporti sessuali protetti

Le infezioni sessualmente trasmissibili (come la gonorrea o la clamidia), se non trattate, possono causare condizioni tali da influenzare negativamente la fertilità maschile. L’uso del preservativo e l’attenzione ai comportamenti sessuali a rischio si rivelano indispensabili per prevenire queste infezioni e proteggere la fertilità.

5. Visite mediche regolari

Il passare degli anni causa inevitabilmente l’insorgenza di disturbi e condizioni potenzialmente critiche per la salute. Sottoporsi a regolari controlli, screening e visite mediche contribuisce a migliorare le possibilità di ottenere una gravidanza. Molto utili per gli uomini sono le visite andrologiche e i test mirati per verificare lo stato della fertilità così da conoscere per tempo eventuali rischi o trattamenti da seguire per migliorare le possibilità di concepimento.

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