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Il funzionamento dei geni di un feto e di un bambino dipendono (anche) da alcune scelte dei genitori. Ecco tutto quello che c'è da sapere.
Le scelte dei genitori sono strettamente legate alla crescita e allo sviluppo dei bambini. Lo sono in senso educativo, ma non solo. I genitori, infatti, hanno delle responsabilità (legali oltre che morali) nei confronti dei figli ed è utile e interessante comprendere l’impatto di alcune decisioni per migliorare la consapevolezza delle proprie scelte. Questo in modo particolare durante la gravidanza, quando determinate scelte possono condizionare, positivamente o negativamente, lo sviluppo fetale e la salute del bambino. È quello di cui si occupa l’epigenetica in gravidanza, una branca della genetica che, come sintetizzato dal Journal of Assisted Reproduction and Genetics, studia i diversi meccanismi che influenzano l’espressione genica senza una modifica diretta della sequenza del DNA.
Per comprendere meglio l’epigenetica è doverosa una breve spiegazione dei meccanismi alla base dei geni. I geni, infatti, sono dei segmenti di DNA (la molecola che contiene le informazioni genetiche necessarie per lo sviluppo, il funzionamento e la riproduzione degli organismi viventi) che contengono le istruzioni per produrre proteine. A differenza di quanto si credeva in passato, l’espressione dei geni non dipende dal modo in cui sequenzialmente collocati nel DNA. Come spiega la Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, l’espressione dei geni, il modo e la frequenza in cui l’informazione in essa contenuta viene letta e tradotta in proteine, può essere influenzata da fattori esterni.
Tra gli aspetti interessanti di questo fenomeno c’è che i meccanismi epigenetici che possono modificare l’espressione dei geni sono in molti casi reversibili. Sintetizzando possiamo dire che
L’espressione dei geni è il processo con cui il nostro corpo utilizza le informazioni contenute nel DNA per produrre proteine, che sono fondamentali per il funzionamento delle cellule. A seconda di quali geni vengono attivati, le cellule assumono caratteristiche diverse e svolgono funzioni specifiche. A determinare alcuni esiti di salute (oltre che le caratteristiche individuali delle persone) non c’è solamente il loro codice genetico (comunque fondamentale) ma anche i fattori esterni che influenzano l’attivazione e la disattivazione di alcuni di questi geni.
Concentrando la nostra attenzione sull’epigenetica in gravidanza è importante sapere che ci sono un numero crescente di prove ed evidenze scientifiche che spiegano come i processi di espressione dei geni svolgono un ruolo fondamentale anche per l’inizio della gravidanza e per lo sviluppo embrionale e fetale. Un ruolo che ha un’influenza non solo nelle settimane di gestazione, ma anche sullo stato di salute a lungo termine dei bambini prima e degli adulti poi.
Il feto ha la capacità di reagire agli stimoli ambientali, in modo particolare quelli materni che determinano l’ambiente in cui si sviluppa. È quel meccanismo noto con il termine programmazione fetale (fetal programming) che indica, come spiegato in uno studio pubblicato sul Journal of AMD (JAMD), come un ambiente intrauterino sfavorevole può influenzare i sistemi cellulari e gli organi del feto nelle prime fasi di vita.
Questo impatto iniziale può combinarsi con fattori ambientali e lo stile di vita postnatale, determinando il rischio di sviluppare malattie in età adulta. Tali modifiche possono predisporre la prole a condizioni patologiche future, a causa di un’interazione tra la programmazione fetale e gli stimoli esterni successivi alla nascita.
I principali fattori che svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo del feto sono: l’alimentazione materna, l’ambiente in cui vive, lo stile di vita, lo stress e il micriobioma. In modo particolare la dieta influenza il profilo epigenetico della placenta e del feto. Ma non solo quella materna, come si è abituati a pensare, ma anche quella paterna: alcune modifiche epigenetiche, infatti, possono essere trasmesse da entrambi i genitori.
Condizioni di obesità (sia materna che paterna) aumentano il rischio di patologie cardiovascolari e metaboliche. L’integrazione con l’acido folico e le vitamine del gruppo B si rivela fondamentale anche a questo scopo in quanto sono importanti per la formazione degli elementi che modificano l’espressione dei geni.
Inoltre la dieta e lo stato nutrizionale della gestante possono determinare modificazioni del microbioma intestinale del feto, anch’esso responsabile di possibili modificazioni epigenetiche. Come illustrato in questo studio, la composizione del microbiota intestinale può influenzare l’efficacia della protezione contro le infiammazioni.
L’attenzione allo stile di vita in gravidanza e nell’età pediatrica non è una raccomandazione fine a sé stessa, ma un’attenzione fondata sulle implicazioni genetiche che le abitudini dei genitori determinano sullo sviluppo del nascituro e la crescita dei figli. In modo particolare va posta attenzione all’inquinamento atmosferico e al fumo di sigaretta che possono cambiare lo stato di metilazione (l’aggiunta di un gruppo chimico in specifici punti del DNA) di alcuni geni.
Un impatto notevole è quello poi determinato dallo stress, specialmente quello materno. Oltre alle ripercussioni sulla qualità della vita materna e le possibili complicanze della gravidanza, lo stress può indurre modifiche epigenetiche nel feto. Come mostrato da diversi studi, come quelli pubblicati dall’International Journal of Molecular Sciences e da Clinical Epigenetics, queste modificazioni possono ripercuotersi sullo sviluppo neurologico e comportamentale del bambino.
Più che contribuire ad aumentare l’ansia e la preoccupazione di come determinate scelte possano influenzare la vita dei propri figli, è importante per i futuri genitori cogliere l’opportunità posta della gravidanza. Questa, infatti, può rappresentare lo spunto per migliorare la qualità della propria vita così che anche quella dei propri figli possa essere più sana.
Per farlo è necessario agire in maniera trasversale andando a intervenire su diversi aspetti della propria vita. Innanzitutto l’alimentazione seguendo una dieta sana ed equilibrata che preveda l’assunzione di tutti i nutrienti necessari per assicurare un corretto sviluppo del feto. Parallelamente vanno evitati sia il fumo che l’alcol (che possono causare modifiche epigenetiche dannose per il feto) e praticare regolare attività fisica sia per migliorare il proprio stato di salute che per evitare la sedentarietà e riuscire a mantenere un peso corporeo corretto.
Fondamentale poi, ed è forse la sfida più difficile, è la gestione dello stress da contrastare in ogni maniera possibile. L’esercizio fisico stesso svolge un contributo prezioso a questo scopo, così come le tecniche di rilassamento e gli esercizi di respirazione.
In generale è importante assumere una maggiore consapevolezza nelle proprie scelte così da innescare un effetto domino benefico che migliora ogni aspetto della propria vita e quella dei propri figli.
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