
Nidazione, annidamento, impianto: il momento in cui l’ovulo fecondato si impianta nell’utero. Dopo alcuni giorni il test di gravidanza per le B...
L'incontro tra i gameti maschili e femminili è alla base della fecondazione, ma non sempre questa avviene. Scopriamo come funziona il concepimento e quali fattori lo influenzano.
Come anticipato la fecondazione non avviene a seguito di qualsiasi rapporto sessuale non protetto nel quale, quindi, c’è potenzialmente l’incontro tra i gameti maschili (spermatozoi) e quelli femminili (ovulo). Questo innanzitutto perché non sempre c’è la presenza di un ovulo, il cui rilascio è condizionato dal ciclo mestruale. Solo in un determinato periodo del ciclo l’organismo femminile rilascia un ovulo ed è la fase in cui la donna è considerata fertile.
Un rapporto sessuale che preveda l’eiaculazione di liquido seminale maschile che si verifica in questo periodo può portare alla fecondazione e, quindi, alla gravidanza. È utile ricordare, come evidenzia il Manuale MSD, che lo spermatozoo può sopravvivere all’interno della vagina fino a 3 giorni circa dopo il rapporto sessuale. La fecondazione avviene subito dopo l’ovulazione, indicativamente dopo 14 giorni dalle mestruazioni.
In condizioni normali un rapporto sessuale non protetto durante il periodo fertile di una donna può determinare che uno degli spermatozoi contenuti nel liquido seminale raggiunga l’ovuo nelle tube di Falloppio e riesca a penetrarlo e fecondarlo, consentendo lo sviluppo dell’embrione, che diventa poi blastocisti.
Nonostante l’apparente semplicità con cui la fecondazione può avvenire, essa concretamente si verifica, secondo i dati riportati dal Cleveland Clinic, solamente nel 25-30% dei casi nelle donne che hanno un’età compresa tra 20 e 30 anni. La ragione di questa maggiore probabilità di insuccesso è da individuare in diversi fattori.
Ci sono diverse ragioni per cui non si riesce a rimanere incinta. Dai disturbi dell’ovulazione ai problemi della spermatogenesi (azoospermia, teratozoospermia e astenozoospermia), passando per i problemi anatomici (ostruzione delle tube di Falloppio o anomalie nella forma dell’utero che impediscono l’impianto dell’embrione) e alcune condizioni di salute (come l’endometriosi).
Perché una gravidanza abbia inizio, quindi, è indispensabile non solo che la fecondazione avvenga, ma anche che l’embrione formatosi si impianti nell’utero, altrimenti, in caso di arresto di progressione della gravidanza, si va incontro a un episodio di aborto spontaneo.
Durante un rapporto sessuale non protetto, spiega l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), vengono deposti sul fondo della vagina gli spermatozoi contenuti nel liquido seminale. Dopo circa un minuto dall’eiaculazione, essendo l’ambiente vaginale molto acido, lo sperma si coagula e gli spermatozoi rimangono bloccati per circa un’ora.
Trascorso questo periodo lo sperma riesce a “sciogliersi” e, con una velocità di circa 2-3 millimetri al minuto, proseguire il suo percorso verso le tube di Falloppio. Il percorso degli spermatozoi (per il quale impiegano circa un’ora) è facilitato dal muco cervicale (che cambia nella fase ovulatoria del ciclo mestruale). Raggiunto l’ovocita, uno spermatozoo può (non è scontato che avvenga) penetrarne la membrana protettiva e permettere la fecondazione. Perché questo avvenga è però necessario che sia l’ovulo che lo spermatozoo abbiano raggiunto un adeguato livello di maturazione.
Una volta che lo spermatozoo ha penetrato l’ovocita, il pronucleo maschile (23 cromosomi) e quello femminile (23 cromosomi) si fondono, mescolando il patrimonio genetico e dando vita allo zigote (46 cromosomi).
Lo zigote inizia una serie di divisioni cellulari che lo portano a raggiungere lo stadio di blastocisti che, dopo circa 6-7 giorni dalla fecondazione scende nell’utero per impiantarsi nell’endometrio.
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La fecondazione assistita è un insieme di tecniche tramite le quali vi è un intervento esterno sui gameti con l’obiettivo di aumentare le possibilità di una gravidanza. La principale distinzione tra le tecniche di fecondazione assistita è nella loro invasività e si classificano in tecniche di I livello (nelle quali la fecondazione avviene all’interno dell’apparato riproduttivo femminile) e di II e III livello (nelle quali la fecondazione avviene in laboratorio e successivamente si prevede il trasferimento in utero).
L’Istituto Superiore di Sanità inserisce tra le tecniche di I livello:
Tra le tecniche di II e III livello rientrano:
La scelta del metodo di tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA) dipende sostanzialmente dalla causa di infertilità, anche se per legge si è tenuti a seguire un principio di gradualità partendo dalle tecniche meno invasive (sia dal punto di vista tecnico che psicologico).
Un aspetto importante da evidenziare è quello espresso dalla Società Italiana Studi di Medicina della Riproduzione (SISMeR), che evidenzia come dal punto di vista prettamente fisiologico non esista una differenza tra le gravidanze ottenute da fecondazione naturale e quelle da fecondazione assistita.
Per questo motivo dopo l’avvenuta fecondazione e l’impianto dell’embrione entrambe le “tipologie” di gravidanza seguono lo stesso corso con i controlli medici ed ecografici da seguire secondo le scadenze indicate dal ginecologo.
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