
Nella ricerca delle cause della sterilità femminile, la donna deve essere sottoposta, prima di procedere ad una fase terapeutica, ad un'attenta va...
Sapere a che punto è la fertilità di una donna è di estrema importanza quando si deve decidere per avere una gravidanza. Il test dell'ormone anti-mülleriano è a oggi uno degli esami più affidabili a questo scopo. Scopriamo come funziona.
Per comprendere meglio cos’è e perché l’esame dell’ormone anti-mülleriano è oggetto di tanto interesse da parte di coloro che sono alla ricerca di una gravidanza, abbiamo intervistato il Dottor Giulio Lanzi, medico chirurgo specialista in Ginecologia e Ostetricia. Abbiamo avuto modo di capire qual è il ruolo dell’AMH e cosa indicano i valori alti e bassi di questo ormone.
Nella ricerca delle cause della sterilità femminile, la donna deve essere sottoposta, prima di procedere ad una fase terapeutica, ad un'attenta va...
Dottor Lanzi, ci vogliamo occupare dell’AMH, l’ormone anti-mülleriano; di cosa parliamo?
L’ormone anti-mülleriano è probabilmente il miglior marker che c’è per capire quali siano le condizioni di fertilità di una donna o quanto manca alla menopausa o che probabilità abbia di concepire oppure, ancora, che probabilità abbia di successo in un’eventuale fecondazione assistita.
Perché questo ormone è oggetto di tanto interesse da parte di coloro che sono alla ricerca di una gravidanza?
Questo interesse deriva dall’aumento dell’età media in cui si ricerca un concepimento. L’organismo femminile, infatti, è programmato per cominciare a fare figli dalla prima mestruazione e una donna di 30-35 anni è in realtà una donna che è già a metà del suo periodo fertile e quindi ha già consumato molta parte del tempo. Inoltre bisogna ricordare come tutte le donne nascono con tutte le uova che utilizzeranno nel corso della loro vita, quindi cominciano a spenderle con le prime ovulazioni e piano piano questo deposito si svuota. Quindi le uova diventano di meno e anche più vecchie.
Cos’è l’AMH e quali sono le sue funzioni?
L’anti-mülleriano è un ormone, in particolare una glicoproteina cioè composto in parte da zuccheri in parte da aminoacidi, che nella donna ha un’importante funzione di regolazione nello sviluppo, in una primissima fase, degli organi sessuali e, successivamente, nel modulare la formazione dei follicoli e quindi poi dell’ovulazione.
Perché è importante in rapporto alla fertilità femminile?
Riveste particolare importanza, in una realtà in cui sempre più spesso si cerca la prima gravidanza in ritardo, capire quali sono le chances rimaste. L’ormone anti-mülleriano è la cosa più affidabile che c’è in questo momento. Questo ormone viene prodotto dai follicoli primordiali, cioè quei follicoli che poi diventeranno dei veri e propri follicoli ovulatori nei successivi cicli mestruali. Quindi più follicoli primordiali ci sono e maggior numero di uova disponibili e pronte per essere utilizzate, più l’ormone è alto; quando cominciano a scarseggiare l’ormone si abbassa e quando non ci sono più l’ormone si azzera.
Come viene eseguito l’esame per misurare l’AMH?
L’esame è molto semplice, perché è un esame che si fa con un normale prelievo di sangue. Quindi non si devono fare procedure particolarmente invasive.
Cosa indicano i valori del dosaggio di questo ormone?
I valori dell’ormone anti-mülleriano nelle donne sono relativamente bassi quando sono bambine, per poi salire man mano che inizia l’età fertile per stabilizzarsi quando la donna è al massimo della propria fertilità per poi progressivamente abbassarsi man mano che l’età avanza, indicativamente dai trentacinque anni in su, e la fertilità si abbassa per poi praticamente azzerarsi quando si arriva in menopausa. Quello che ci interessa comprendere è il livello di fertilità anche in una donna che anagraficamente non sia poi così avanzata nell’età fertile. Questo anche perché le donne non vanno tutte in menopausa alla stessa età, ci sono anche casi quasi patologici per cui alcune donne ci vanno anche piuttosto presto.
Quali sono invece i valori di riferimento?
I valori di riferimento nelle bambine piccole, fino ai due anni, sono relativamente bassi. Poi si mantengono bassi, ma in lenta crescita fino alla pubertà. Poi cominciano a salite in maniera significativa e si mantengono costanti per tutta l’età fertile per cominciare a decrescere nell’età adulta, intorno ai quarant’anni, per poi azzerarsi in menopausa.
A questo proposito è importante ricordare l’imprescindibilità della valutazione da parte del proprio ginecologo. È infatti il medico che valuta i valori di riferimento dell’ormone anti-mülleriano contestualizzandoli all’interno di un quadro più ampio che prevede anche l’età anagrafica e le condizioni generali e particolari di ogni singola donna.
Dottor Lanzi, cosa indicano i valori bassi dell’ormone anti-mülleriano?
I valori bassi stanno a significare che si sta riducendo la riserva ovarica e che quindi, di conseguenza, si sta riducendo la fertilità.
Invece i valori alti a cosa sono associati?
Valori alti possono significare o una sindrome dell’ovaio micropolicistico oppure, raramente, tumore dell’ovaio. in questi casi parliamo sempre di valori particolarmente elevati.
All’inizio ha fatto riferimento all’importanza dei valori dell’AMH anche per quel che riguarda le probabilità di successo delle tecniche di fecondazione assistita. Cosa ci può dire in merito?
In caso di infertilità accertata, cioè di difficoltà a ottenere una gravidanza, dei buoni valori di ormone anti-mülleriano sono predittivi di una buona risposta alla stimolazione ovarica per far produrre molti ovuli da impiegare per la fecondazione assistita, mentre valori bassi stanno a significare che probabilmente il risultato di una stimolazione ovarica nell’ambito di medicina della riproduzione non darà luogo a moltissime uova.
L’ormone anti-mülleriano, quindi, oltre a dirci se una donna è fertile, ci dice anche quante probabilità ha di successo e che tipo di protocollo va utilizzato nella medicina della riproduzione.
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