La gravidanza non è solamente l’insieme di attenzioni, visite e controlli che, inevitabilmente, accompagnano il susseguirsi delle diverse settimane, ma anche (e per molti aspetti soprattutto) il misto di emozioni e curiosità intorno alla novità di una nuova vita in arrivo.

Uno dei motivi di maggiore interesse, personale, familiare e sociale, è quello legato al sesso del nascituro. Sarà maschio o femmina?

Questa è una domanda che, fin dal momento della scoperta del concepimento, coinvolge i futuri genitori, nonni e zii per iniziare a immaginarsi il/la nuovo/a arrivato/a. Un interesse legato anche alla scelta del nome e che scientificamente viene confermato solamente dai test genetici o dall’ecografia morfologica, ma che è possibile anticipare attraverso numerosi metodi che affondano il loro significato e la loro efficacia nelle tradizioni popolari.

Similmente esistono anche teorie che sostengono di poter determinare il sesso del bambino durante il concepimento, offrendo ai genitori un presunto potere decisionale. Metodi che di scientifico non hanno nulla, ma che risultano simpatici da applicare, anche per la loro semplicità. Conosciamo quali sono.

Maschio o femmina: il “calcolo” del calendario cinese

Uno dei metodi più utilizzati per “stabilire” se il nascituro sarà maschio o femmina è quello di fare ricorso al calendario cinese. Si tratta di una tabella che, stando alla leggenda, è stata ritrovata dopo 700 anni all’interno di una sepoltura nei pressi della città di Pechino. La particolarità di questo reperto è quello che legato alla possibilità di predire il sesso del nascituro incrociando l’età della madre e il mese del concepimento.

È uno strumento che si basa su delle probabilità e che, al pari di altri metodi di questo tipo, non ha alcuna rilevanza scientifica o valore medico, ma che – stando a chi lo ha provato – garantirebbe elevati tassi di efficacia. Il calcolatore qui sopra è la trasposizione digitale dell’antico calendario cinese con il quale verificare se si è incinta di un maschio o di una femmina.

Maschio o femmina? Altri metodi popolari

Esistono poi altri metodi che assicurano di indovinare se il nascituro sarà un maschio o una femmina e al di là della loro efficacia è curioso vedere come, nel corso dei secoli e delle zone, si siano elaborati metodi per individuare il sesso dei bambini. Conosciamo quali sono i principali.

I sintomi della gravidanza

C’è chi sostiene che dalla forma della pancia, dal tipo di voglie o da altri sintomi della gravidanza sia possibile capire il sesso del nascituro. Se la pancia è a forma di palla e rivolta verso il basso si avrà un bambino, mentre se è a forma di anguria e rivolta verso l’alto sarà una femmina. Ancora: se in gravidanza si ha voglia di dolci o succo d’arancia il nascituro sarà una femmina mentre sarà un maschio se la mamma ha voglia di carne, formaggi e sottaceti.

Secondo questo metodo se la nausea mattutina è leggera il bambino sarà un maschietto mentre se è più forte è una femmina. In questo metodo rientra anche l’idea che se si hanno i piedi freddi si è incinta di un maschio mentre se sono a una temperatura normale sarà una femmina.

Discorso opposto sullo stato della pelle: se in gravidanza presenta delle eruzioni cutanee il feto è una femmina, mentre se è normale sarà un maschio. Anche il colore dei capezzoli può indicare la differenza di sesso: se con la gravidanza diventano più scuri il bambino sarà un maschio, altrimenti una femmina.

Il battito del cuore

Durante le ecografie della gravidanza viene misurato il battito fetale. Se questo è superiore ai 140 battiti al minuto si dice che il nascituro sarà una femmina, mentre sarà un maschio se è inferiore.

L’anello magico

I metodi per intuire se il bambino sarà un maschio o una femmina vanno, come quelli appena visti, dall’osservazione della gravidanza a teorie che assomigliano a qualcosa di magico. È il caso del metodo dell’anello. È sufficiente prendere un anello a cui si è affezionati, legarlo con un piccolo spago e, mettendo la futura mamma in posizione supina sul letto, farlo oscillare all’altezza della pancia. Se il movimento dell’anello sarà circolare il feto è una femmina, altrimenti se si muove in avanti e indietro è un maschio.

I metodi alimentari

Le tradizioni popolari utilizzano anche gli alimenti come metodi per scoprire il sesso di un bambino. Mangiare aglio e non digerirlo è segnale di un figlio maschio, mentre al contrario si tratta di una femmina. Un altro metodo è quello di mettere a bollire un cavolo rosso, conservare l’acqua di cottura e mescolarla con delle gocce di urina e attendere che il liquido cambi colore. Se è tendente al viola il bimbo è un maschio, altrimenti se è rosa sarà è una femmina.

Anche il bicarbonato di sodio può rivelarsi utile allo scopo. Questo perché se si sciolgono due o tre cucchiai in un bicchiere d’acqua se il bicarbonato fa delle bolle il bambino sarà un maschio, altrimenti se non succede niente sarà una femmina.

Calendario lunare

Un altro dei metodi ampiamente utilizzati è quello di controllare il calendario lunare del periodo in cui è avvenuto il concepimento. Secondo questo metodo la luna crescente porterebbe al concepimento di una femmina, mentre quella calante alla nascita di un maschio.

Nub theory

Una soluzione apparentemente scientifica ma ancora non suffragata da studi e conferme che ne validino l’utilizzo è la cosiddetta Nub theory, che ha il 91,5% di affidabilità. È un controllo che viene eseguito contestualmente a un’ecografia a partire dall’undicesima settimana di gravidanza e si basa sull’osservazione dell’angolo che si ottiene tra il tubercolo genitale e la linea tracciata dalla colonna vertebrale.

I metodi per scoprire (davvero) il sesso del bambino

Ogni gravidanza ha il 50% di possibilità di portare alla nascita di un maschio o di una femmina. A determinare questa differenza è il tipo di cromosomi presenti nelle cellule sessuali. In ogni cellula che compone l’organismo umano ci sono 23 coppie di cromosomi. Di queste 46 solo una è quella che determina il sesso del feto: in presenza di due cromosomi X (uno del padre e uno della madre) si avrà una femmina (XX), mentre in presenza di un cromosoma X (dalla madre) e uno Y (uno dei due del padre) si avrà un maschio (XY).

Questo è possibile perché le cellule degli spermatozoi e quelle delle cellule uovo contengono, unico caso nell’organismo umano, solo 23 cromosomi; dalla loro unione si ricompone il numero di 46 cromosomi tipico di ogni cellula del corpo umano. Se lo spermatozoo che feconda la cellula uovo trasmette il cromosoma Y il feto sarà un maschio, altrimenti una femmina.

Per riconoscere se un feto è maschio o femmina esistono diversi metodi scientifici che, a differenza di quelli popolari, hanno validità e importanza anche dal punto di vista medico. La comprensione del sesso prima della nascita del bambino ha diverse implicazioni; non solo quelle legate alla curiosità dei genitori, ma anche dal punto di vista medico.

Il sesso, infatti, è un indicatore dei rischi legati alla gravidanza. Una gravidanza di un maschio è più a rischio di esito negativo, così come le femmine nate pretermine hanno rischi minori nel periodo perinatale rispetto ai maschi. Similmente ci sono patologie che interessano solo i maschi o solo le femmine e conoscere per tempo questa caratteristica aiuta a monitorare i relativi fenomeni.

Esistono quindi dei metodi, sia invasivi che non invasivi, per determinare con esattezza se il feto è maschio o femmina e sono quelli legati agli esami del sangue, alle ecografie, all’analisi del liquido amniotico o del tessuto dei villi coriali.

Esami del sangue

Tramite un normale prelievo di sangue materno è possibile trovare frammenti di DNA del feto, analizzarli e scoprire il sesso del bambino. È il caso del test del DNA fetale che ha un’efficacia superiore al 92% e consente di scopre il tipo di cromosomi sessuali presenti nel DNA del bambino.

Amniocentesi

L’amniocentesi è l’esame che, eseguito tra la decima e la quattordicesima settimana di gravidanza, prevede il prelievo di liquido amniotico. Al suo interno, infatti, ci sono cellule fetali che possono essere analizzate per individuare il sesso del bambino. A differenza degli esami del sangue si tratta di un test invasivo che possono aumentare, seppur in minima parte, il rischio di aborto spontaneo.

Villocentesi

Un altro test invasivo, simile all’amniocentesi, è la villocentesi. Anche questo esame può essere eseguito tra la 10° e la 14° settimana e prevede il prelievo dei villi, ovvero le strutture che fanno parte della placenta. In questo modo è possibile rilevare i cromosomi sessuali del feto.

Ecografia

Quello dell’ecografia è il metodo più diffuso e impiegato per determinare se il feto è maschio o femmina. L’ecografia deputata a questo scopo è quella cosiddetta morfologica, che viene eseguita nel secondo trimestre a partire dalla ventesima settimana di gravidanza. Dall’immagine ecografica si possono vedere, in base alla sua posizione, i genitali del feto e stabilirne il sesso.