Le 6 regole del metodo danese per crescere bambini (e adulti) felici

Chi non vorrebbe che i propri figli fossero felici? Conosciamo più da vicino il cosiddetto metodo danese, una filosofia di vita con un approccio molto diverso da quello che siamo abituati a immaginare in ambito educativo.

L’edizione 2024 del World Happiness Report (la prima che prevede analisi selezionate per fasce d’età) evidenzia come la Danimarca sia il secondo Paese nel quale gli adulti sono i più felici al mondo. Dietro solo alla Finlandia, quindi, in Danimarca si vive bene a tal punto da essere da decenni considerato uno dei posti migliori nei quali andare a vivere. Per questo si è consolidata l’attenzione sul cosiddetto metodo danese, una filosofia di vita e una sorta di approccio educativo capace di rendere i bambini e gli adulti felici.

Cos’è il metodo danese e perché se ne parla tanto?

Propriamente più che un vero e proprio metodo rigoroso, questo approccio prevede una filosofia di vita basata sul favorire l’autonomia dei bambini. Ma non solo: questa autonomia viene perseguita tramite il loro coinvolgimento nella vita quotidiana nella quale non subiscono passivamente delle regole, ma interagiscono con gli adulti e prendono parte alle attività di ogni giorno.

Questo approccio è orientato a rendere i figli più liberi, autonomi e sicuri di sé crescendo con fiducia nell’ambiente in cui vivono. Il metodo danese sorprende soprattutto perché si contrappone a un approccio educativo spesso fatto di regole, tappe e principi rigorosi che i bambini devono seguire e rispettare pena il sentirsi fuori luogo, a disagio e sbagliati.

Le 6 regole della genitorialità danese

Per comprendere meglio cosa prevede il metodo danese è utile fare riferimento all’acronimo PARENT nel quale ciascuna lettera indica un principio fondamentale di questo approccio esistenziale prima ancora che educativo. Questi i principi alla base del metodo danese:

  • Play (Gioco)
  • Authenticity (Autenticità)
  • Reframing (Ristrutturazione)
  • Empathy (Empatia)
  • No Ultimatums (Nessun ultimatum)
  • Togetherness and Hygge (Intimità e Hygge)

Queste sei “regole” si basano su due principi fondamentali: la consapevolezza che bambini felici diventeranno adulti felici capaci a loro volta di crescere figli felici e che non ci sono bambini cattivi, ma solo comportamenti disfunzionali.

Quante volte, invece, abbiamo sentito (come figli o come genitori) che i bambini fanno i capricci, che devono imparare a stare al mondo, a comportarsi bene e altre espressioni che celano l’idea che il bambino non sia una persona autonoma ma un problema da risolvere ignorandone la sensibilità, i tempi, il carattere e le preferenze che già nei primi anni di vita esprime?

Gioco libero e fiducia: la chiave per crescere bambini sereni

Uno dei cardini del metodo danese è il gioco libero. Si tratta di quella modalità di gioco nella quale sono i bambini i veri protagonisti: loro scelgono a cosa giocare, come farlo e con chi interagire. È un tipo di gioco nel quale non ci sono regole definite dai genitori, ma sono i bambini che le definiscono di volta in volta. Questo tipo di approccio libera i bambini da ansie e timori rendendoli più in grado di affrontare i problemi autonomamente elaborando strategie efficaci per la loro risoluzione. Per gioco libero non è da intendersi solamente quello dei bambini piccoli, ma anche quello dei più grandi che spesso crescendo il gioco è solamente l’ulteriore impegno settimanale in palestra o sul campo da calcio, da basket o da pallavolo.

Tramite il gioco libero i bambini sviluppano la fiducia nelle proprie capacità, apprendono che i genitori si fidano di loro così da imparare l’autocontrollo e a gestire lo stress.

Empatia e autenticità: il ruolo dei genitori secondo il metodo danese

Altri due valori fondamentali del metodo danese sono l’empatia e l’autenticità. Partendo dal presupposto che l’empatia è la capacità di comprendere le emozioni degli altri e a connettersi con le proprie, compito dei genitori è quello di aiutare i propri figli a elaborare non solo le emozioni proprie, ma anche quelle altrui. In questo esercizio si migliora la comprensione dell’altro e le interazioni, rendendole più aperte e genuine.

Parallelamente come approccio educativo il metodo danese suggerisce di essere autentici nei confronti dei figli. Significa forse per molti aspetti scendere da un piedistallo di autorità e conquistare quello dell’autorevolezza anche tramite la correttezza nei loro confronti e il non mentire loro, anche delle proprie emozioni. Se è vero che i bambini devono fare i bambini e non essere coinvolti nelle dinamiche genitoriali (per evitare un’adultizzazione precoce), è altrettanto vero che possono e devono sapere cosa provano i propri genitori che non sono persone prive di emozioni.

In questo senso il ruolo dei genitori è anche quello di lodare l’impegno dei figli più che il raggiungimento del risultato, evitando lodi eccessive e fuori luogo così da aiutare il bambino a prendere consapevolezza delle proprie capacità reali e non di quelle fondate sulle aspettative degli altri.

Nel metodo danese il ruolo dei genitori si caratterizza anche dall’adozione di un approccio autorevole e non autoritario (quindi privo di punizioni e ultimatum) e dal trascorrere tempo di qualità con i propri figli. Un tempo fatto di intimità e divertimento, nel quale lo stare insieme è un modo per essere felici.

Metodo danese e scuola: educare alla felicità fin da piccoli

Esistono diversi istituti che seguono il metodo danese per l’educazione dei bambini. La scuola, infatti, non è un parcheggio nel quale sistemare i figli perché i genitori lavorano o un luogo nel quale andare per imparare nozioni. Ha anche inevitabilmente queste implicazioni, ma fondamentalmente resta la prima realtà diversa dai genitori con la quale il bambino si confronta. È quindi utile e importante che il bambino abbia anche con gli insegnanti un rapporto fondato sui medesimi principi che vive in casa.

L’approccio educativo nelle scuole danesi prevede l’incoraggiamento dei bambini, tramite progetti di gruppo, nell’imparare ad aiutare gli altri, ad accettarne i limiti e i pregi e a vivere un’esperienza positiva di relazioni sociali.

Si può applicare il metodo danese anche in Italia?

Si parla di metodo danese in quanto è basato sulla cosiddetta filosofia hygge tipica della Danimarca e dei Paesi nordici. Non è, però, qualcosa di limitato geograficamente e può quindi essere applicato anche altrove. Riprendendo i dati del World Happiness Report, l’Italia è al 41 posto (su 48) dei Paesi nei quali vi è il più alto livello di felicità.

L’applicazione di un metodo educativo e uno stile di vita orientato più alla felicità, quindi, potrebbe essere necessario e doveroso, anche se inevitabilmente non mancano le difficoltà e i limiti. Come ogni cambiamento culturale è necessaria fatica e spesso l’accettazione di vivere l’isolamento sociale con scelte che non vengono comprese dalla propria famiglia di origine, ma neanche dagli altri genitori. Va anche considerato come la scelta di perseguire un paradigma educativo diverso si scontra anche con le difficoltà lavorative e sociali che si vivono nel nostro Paese.

Al netto di alcune idee culturali sull’educazione, non è che i genitori italiani non vogliano essere felici o vogliano crescere figli tristi, ma è che diventa difficile riuscirci potendo stare poco tempo insieme e vivendo una routine quotidiana estremamente stressante.

Resta comunque valida la possibilità di investire in uno stile di vita e una scelta educativa così ambiziosa, concentrata più sull’essere felici che sul raggiungere determinati traguardi.

Genitorialità consapevole: come il metodo danese può migliorare la vita familiare

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Fonte: iStock

Per perseguire il metodo danese è necessario che i genitori ripensino il loro ruolo troppo spesso condizionato da stereotipi e pressioni culturali. La volontà di applicare questo metodo di vita richiede ai genitori di analizzare continuamente i propri comportamenti cercando sempre soluzioni nuove e più efficaci per vivere una vita familiare serena.

La felicità è spesso una conquista, e con i continui cambiamenti dei bambini, risulta estremamente difficile trascorrere momenti sereni insieme. È importante sottolineare che l’impegno dei genitori gioca un ruolo fondamentale nel raggiungere questo obiettivo; infatti, la felicità non è un dono che piove dal cielo, ma piuttosto una condizione da coltivare superando una routine quotidiana fatta di ritmi frenetici e tensioni costanti.

Per quanto difficile è possibile raggiungere una maggiore serenità familiare. Il cambiamento va perseguito dai genitori, comprendendo che non esiste un unico modo per essere madri e padri e che facendo determinate scelte si può migliorare la qualità della vita familiare.

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