In origine il nome Vania era un ipocoristico maschile slavo del nome Ivan (in russo: Ваня?, traslitterato: Vanja; in serbo: Вања?, traslitterato: Vanja; in croato Vanja), e solo in un secondo momento giunse in Europa occidentale per diffusione letteraria con il successo del dramma di Anton Čechov Zio Vanja, venendo quindi adottato come nome quasi esclusivamente femminile (nella forma Vania), attestata con maggior frequenza nell’Italia centro-settentrionale, soprattutto in Toscana.

La forma omofona Vanja, invece, ha preso piede in Scandinavia, sempre al femminile; nel complesso, il nome risulta diffuso con diverse varianti in molte altre lingue. Anche se si potrebbe pensare, il nome non è affatto correlato al personaggio biblico Vania, che è uno degli israeliti citati in Ed 10:36 che sposarono una donna straniera: questo nome infatti deriva dall’ebraico Vaniah, di significato ignoto, ma interpretabile forse come “degno di amore”.

Il nome non risulta comunque molto popolare nel nostro Paese, e negli ultimi anni la sua diffusione è anche in calo; nel 2020 sono state chiamate così solo 11 neonate.

Non esistendo sante o beate canonizzate dalle chiese cristiane che portano questo nome, Vania è da considerarsi adespota, quindi il suo onomastico può essere celebrabile il 1° novembre, in occasione di Ognissanti; in alternativa, si può festeggiare nei giorni in cui vengono ricordati i santi di nome Giovanni o Giovanna.

 

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